A San Calogero si è discusso di “Donne, Chiesa e cultura nella società attuale"

 Si e svolto sabato scorso (4 maggio), presso la sala del Consiglio comunale di San Calogero, il dibattito sul tema: “Donne, Chiesa e cultura nella società attuale caratterizzata dal postmodernismo”.

All’incontro organizzato dall’assessore alla Cultura del comune di San Calogero, Caterina Grillo, hanno partecipato il parroco di Calimera, don Francesco Pontoriero, il sindaco Nicola Brosio e i fondatori del Centro studi Theotokos e autori del volume: “Canti di donne nella Settimana Santa in Calabria. Teologia e Antropologia”, Anna Rotundo e Martino Michele Battaglia.

L’incontro, moderato dall’assessore Grillo, ha visto una nutrita partecipazione di cittadini che hanno seguito con attenzione le tematiche trattate.

Dopo i saluti di rito del sindaco e dell’assessore alla Cultura, il parroco di Calimera, don Pontoriero, ha dato il via agli interventi, sottolineando come nei riti della Settimana Santa in Calabria, i canti in vernacolo eseguiti da gruppi di donne animano i riti paraliturgici, espressione di una pratica sempre viva nel contesto popolare calabrese.

Dagli interventi di Rotundo e Battaglia è emerso uno spaccato importantissimo relativo alla sacra drammatizzazione dell’incontro tra il Risorto e sua Madre, detto "Cumpunta", "Affruntata", "Ncrinata", "Svelata", che si svolge in diversi centri calabresi domenica di Pasqua.

A tal proposito, Anna Rotundo vede nella caduta del manto nero che avvolge la Madonna, l’emancipazione e la liberazione delle donne: cadendo il manto, svanisce la morte di Cristo. Quella morte che è anche la morte della religione come sacrificio, come violenza dell’uomo sull’altro uomo e come prevaricazione. Il manto azzurro e l’abito splendente della Madonna incarnano un nuovo modo di vivere in una società diversa, basata su quei valori femminili che invitano all’accoglienza, all’ascolto, alla vita, e che devono essere vissuti anche dagli uomini per la costruzione di una vera civiltà dell’amore. Alle donne e particolarmente alla Maddalena, falsamente presentata nella tradizione come prostituta penitente, in realtà Apostola degli apostoli, Cristo affida il messaggio della risurrezione, quale segno tangibile di un riscatto che eleva le donne a protagoniste nel contesto socioculturale della “nuova società” e della “nuova vita”.

Martino Michele Battaglia, ha quindi evidenziato il rapporto che intercorre tra religiosità popolare e antropologia, folklore ed etnostoria e come tutto ciò caratterizza determinati eventi in cui la donna rappresenta elemento sostanziale e imprescindibile nel contesto rituale e sociologico. Rifacendosi al critico letterario Giuseppe Rando, Battaglia ha sottolineato come Anna Rotundo, all’interno del libro “Canti di donne nella Settimana Santa in Calabria. Teologia e Antropologia”, inserito nella nuova collana “Nuances”, abbia saputo rileggere i canti tradizionali re-interpretandoli e riattualizzandoli, ridando ad essi una nuova vita.

 

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I celti e il culto di san Martino di Tours, se n’è parlato in un seminario del Centro studi Theotokos

Grande successo del Centro Theotokos che, insieme alla Scuola superiore per mediatori linguistici “Don Domenico Calarco” di Reggio Calabria, coordinata da Luigi Rossi, ha organizzato il seminario sul rapporto tra paganesimo e cristianesimo nell’Occidente europeo.

La figura di san Martino di Tours ben si adattava al periodo e all’importanza storica dell’evento in quanto alcune tribù celtiche si sarebbero convertite al cristianesimo, proprio grazie all’opera del primo monaco europeo che la storia ricordi.

 Nell’introdurre i lavori, la coordinatrice del Centro studi Theotokos,Anna Rotundo, ha sottolineato di aver voluto l’incontro in seguito all’interesse riscontrato nei giovani per i culti neopagani, attraverso i quali, comunque, essi manifestano la loro sete di spiritualità.

Al di là di ogni forma di neopaganesimo, secondo Rotundo, ciò conferma ciò che scrisse Mircea Eliade: “il Sacro fonda ontologicamente il mondo”. Francesco Crapanzano, docente di Storia del Cristianesimo, ha invece messo in evidenza la commistione tra riti di natura pagana e cristiana, nel senso che alcuni riti pagani sono stati mutuati e reinterpretati nell’accezione cattolico-cristiana. “Il sincretismo religioso è un fenomeno assai importante, esso indica la confluenza o la fusione tra elementi, in precedenza considerati inconciliabili, di religioni diverse. Culti, riti, sottili analisi teologiche ecc. appartenenti a due o più religioni in ‘competizione’, trovano una sorta di ‘compromesso’ non scritto né pianificato ibridandosi, sostituendosi o trasformandosi”, ha concluso Crapanzano.

Per quanto riguarda i Celti e il culto di San Martino di Tours, il direttore del Centro Theotokos, Martino Battaglia, ha messo in evidenza come vi sia uno stretto legame tra il Santo festeggiato oggi e le tribù celtiche che si sarebbero convertite al cristianesimo grazie al Santo, vescovo di Tours.

Storie e leggende affondano le radici in questo intenso rapporto simbolico-rituale che ancora oggi sopravvive nel ricordo di quei festeggiamenti che rappresentavano il culmine del capodanno celtico.

 San Martino, fondatore del monachesimo in Occidente rappresenta la pietra miliare a cui si sono ispirati ordini monacali in Italia a partire da san Benedetto da Norcia. 

Le conclusioni sono state affidate al filosofo Antonino Laganà, che ha messo in luce una serie di aspetti relativi al rapporto tra fede e religiosità popolare che ancora non trovano risposta in chi dovrebbe gestire in modo più chiaro situazioni così importanti. Laganà è partito dalla mitologia greca per giungere poi a comparare pratiche e riti che hanno segnato il tempo delle narrazioni poetiche che accompagnano da sempre quel rapporto intrinseco tra spiritualità e materialità.

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Foibe: il Centro studi tradizione e partecipazione celebra la "Giorno del ricordo"

Anche quest'anno, il Centro studi tradizione partecipazione, unitamente ad altre associazioni, partiti e movimenti, renderà omaggio alle vittime delle foibe e alla tragedia relativa all'esodo giuliano-dalmata.

Lo rende noto il presidente Giuseppe Agliano, il quale annuncia che i soci del Centro studi parteciperanno alle iniziative previste a Reggio Calabria per il prossimo venerdì 10.

 Fino a qualche anno fa – ricorda Agliano - poco si sapeva sulla tragedia delle foibe, le cavità carsiche nelle quali furono gettati vivi dai partigiani del maresciallo Tito migliaia di Italiani legati uno con l'altro da un filo di ferro, e pochissimo si sapeva sull’esodo dei connazionali di Istria, Fiume e Dalmazia, costretti a lasciare le loro case, i loro averi e a fuggire dalla pulizia etnica e dalla ferocia politica dei comunisti  jugoslavi. Negli anni 1943/1947, su tutto il territorio della Venezia-Giulia fu posto in atto un criminale disegno di genocidio, condotto senza distinzioni politiche, religiose, razziali e sociali o di sesso ed età.

Solo nel 2004, con la legge n° 92 del 30 marzo - continua il presidente del Centro studi - è stata sancita l'istituzione del “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, da celebrarsi il 10 febbraio di ogni anno per commemorare le oltre 15.000 vittime  e ricordare l’esodo di circa 350.000 Italiani costretti a fuggire dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.

Anche quest'anno - conclude Giuseppe Agliano – non ci sarà il Presidente della Repubblica, “per impegni internazionali” se ne va in Spagna (lo scorso anno invece in America) e diserta la rievocazione ufficiale a Basovizza. Presidente Mattarella, come sempre lo faremo noi per conto degli Italiani, noi ricorderemo i Martiri delle foibe, il dramma degli esuli e la sua vergognosa assenza.

Questo il programma della giornata:

  •      alle ore 16, nell'area Griso -Laboccetta di Via Torrione, cerimonia con deposizione floreale organizzata dal “Comitato 10 Febbraio” presso la targa che ricorda il sacrificio di Norma Cossetto, Medaglia d'Oro al Merito Civile alla memoria, con la seguente motivazione: "Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio" - Villa Surani (Istria) – 5 ottobre 1943.
  •        alle 17.30, presso la sede di Azione Nazionale di Via Miraglia 5, presentazione del libro “Presente!”, di Fernando Massimo Adonia, che parteciperà all'iniziativa. L’autore è giornalista, dirige “Paese Etnei Oggi”, scrive su “LiveSicilia.it”, il periodico d’inchiesta “S”, il pensatoio “Barbadillo.it.”, è autore di diversi saggi.
  •        Questo suo ultimo lavoro, ricostruisce i giorni dell’avvento al potere del Fascismo ed in particolare, una morte sospetta, un caso irrisolto. Carlo Amato, diciassette anni di età, muore a Catania il 2 novembre 1922 durante la Marcia su Roma, ucciso da un colpo di rivoltella.  Mentre il Regime gli dedica strade, lapidi e scuole, le indagini per arrivare ai nomi dei suoi sicari finiscono in un binario morto. Dopo la Seconda Guerra Mondiale prenderà piede, addirittura, l'ipotesi malevola del “fuoco amico”. Grazie al supporto di fonti inedite, l’autore riscrive il diario di quelle ore.

 

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