Immigrazione irregolare, due presunti scafisti fermati in Calabria

I finanzieri della Sezione operativa navale di Crotone, sotto la direzione del Reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia, nel corso di un’operazione di servizio congiunta con unità della capitaneria di porto, a contrasto del traffico di esseri umani, hanno espletato articolate attività investigative finalizzate all’individuazione dei responsabili della condotta illecita di una imbarcazione a vela sorpresa a largo di Capo Rizzuto (Kr) con a bordo 46 migranti, all’esito della quale hanno fermato ed arrestato due presunti trafficanti moldavi sorpresi al timone del natante, assicurandoli alla giustizia.

Le attività in mare sono state condotte in cooperazione con le unità navali della capitaneria di porto che hanno preso a bordo gli immigranti per condurli in porto a Crotone, dopo che militari della guardia di finanza saliti a bordo del veliero hanno provveduto ad isolare i due indagati.

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Operazione Parepidêmos contro il traffico di esseri umani, 4 arresti

I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla locale Direzione distrettuale antimafia, hanno dato esecuzione, in Francia e Germania, ad una misura cautelare personale in carcere nei confronti di 4 cittadini afghani, ritenuti a vario titolo responsabili di favoreggiamento pluriaggravato dell’immigrazione clandestina e di esercizio abusivo dell’intermediazione finanziaria. Sono stati sequestrati, inoltre, il veicolo utilizzato per il trasporto dei migranti e il denaro profitto del reato.

L’indagine è stata sviluppata attraverso i canali di cooperazione internazionale, con particolare riguardo a Eurojust, sul lato giudiziario, che ha coordinato l’esecuzione di diversi ordini di indagini europei, comprese attività intercettive all’estero, nonché le rogatorie internazionali, così come – per lo scambio di polizia – Europol ha fornito apporto di analisi e il contributo delle banche dati in uso all’Ufficio europeo di polizia.  

A collaborare con i carabinieri reggini, in Germania, il direttorato per la lotta al crimine della Bundespolizei e, in Francia, la Police nationale, le Brigate mobili di ricerca della Direzione centrale della polizia di frontiera di Bordeaux e Marsiglia.

Tutto ha avuto inizio nel 2020 quando, in seguito all’aumento degli sbarchi di immigrati registrato sul litorale reggino, in particolare sulla costa ionica, i carabinieri hanno avviato una manovra informativa, finalizzata a verificare l’esistenza di una rete di trafficanti di esseri umani.

L’attenzione dell’Arma, attraverso le Stazioni territoriali, si è concentrata sui movimenti dei migranti successivi allo sbarco, allorquando – in ragione dell’allora vigente emergenza epidemiologica – venivano posti in isolamento fiduciario presso i centri di contenimento sanitario temporaneo.

Proprio durante l’osservazione sul campo, i militari hanno notano un 40enne afgano, residente in Francia, a bordo di un furgone con targa transalpina, a Bova Marina.

Le indagini, avviate sotto il coordinamento della Dda reggina, hanno consentito di registrare i movimenti dell’afgano che, dopo avere fatto salire a bordo 10 connazionali, ha percorso l’intero territorio nazionale, facendo tappa in Abruzzo, in Lombardia e in Liguria, uscendo successivamente dall’Italia attraverso il valico del Frejus.

In seguito, lo straniero avrebbe attraversato più volte il confine, non dopo essere stato controllato dai carabinieri di Susa prima di fare ingresso nel traforo del Frejus, circostanza questa che ha cristallizzato in maniera univoca l’intenzione del conducente di lasciare l’Italia per far accesso in Francia.

Nel corso del controllo, i militari hanno constatato come l’indagato fosse l’unico occupante del mezzo anche se, da una successiva ispezione, sarebbe stata accertata la presenza sui sedili posteriori di alcuni bagagli, dentro i quali sono stati rinvenuti pannolini per bambini ed altri vestiti chiaramente non appartenenti all’indagato. Inoltre, è stata censita la presenza di un vano, creato ad hoc nella parte posteriore del mezzo per nascondere le persone.

Proprio le circostanze con cui i migranti hanno raggiunto la destinazione agognata ha portato la Procura reggina a contestare le aggravanti, confermate nel provvedimento del gip, di avere esposto le persone trasportate a pericolo per la loro vita (avendoli abbandonati in una zona di montagna, al freddo ed alle intemperie, su sentieri scoscesi ed impervi) e quella di aver commesso il fatto sottoponendo i trasportati a trattamento inumano e degradante (nascondendoli nel furgone).

 A questo punto, in ragione di una segnalazione inserita nella Banca dati Schengen è stato tratto in arresto dalla polizia francese a Montgeneve (nel lato transalpino della località di frontiera) sorpreso nel valicare il confine con sei connazionali clandestini.

Le indagini, proseguite con l’ausilio dei canali Eurojust ed Europol, al fine di ricostruire i contatti e ulteriori componenti della catena di trasbordo dei migranti, hanno consentito di definire una filiera criminale di immigrazione clandestina localizzata in Turchia, Italia, Francia e Germania.

Sono stati infatti ricostruiti dettagliatamente i ruoli degli altri soggetti coinvolti, tutti di origine afgana: il primo,  quale promotore ed organizzatore ed autista, un secondo uomo, con il ruolo di intermediario tra il passeur e i parenti dei trasportati, un sodale, localizzato a Marsiglia, preposto all’accoglienza dei migranti e un ulteriore soggetto, stanziale in Germania, individuato quale terminale delle somme erogate a titolo di compenso per il viaggio.

Per gli investigatori, gli indagati rappresenterebbero la cellula localizzata sul territorio continentale che, attraverso modalità operative ben pianificate, era addetta a consentire ai migranti, una volta giunti nel reggino, dopo l’arrivo in Italia a bordo di natanti e in seguito alla collocazione in centri di accoglienza, di raggiungere altri Paesi europei.

È stato inoltre individuato il canale finanziario per le transazioni economiche, che utilizza il metodo informale noto come hawala.

Si tratta di un sistema di trasferimento di denaro basato sul brokeraggio informale e su relazioni non contrattuali che prevede che il soggetto che intende trasferire una somma di denaro a altro soggetto, di norma residente in un diverso paese, contatti un broker intermediario (c.d. hawaladar) e gli versi la somma da inviare; l’intermediario locale contatta quindi un suo omologo nel paese ricevente, dandogli ordine di pagare al soggetto destinatario la somma indicata, trattenendo una commissione. La somma versata al destinatario (nell’odierna indagine quantificata in 1500 euro per ogni migrante per il servizio di trasporto), verrà successivamente rimborsata dal primo al secondo intermediario, con tempi e mezzi variabili, secondo le circostanze.

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Continuano gli sbarchi d’immigrati in Calabria, fermati sette scafisti

Sette persone, ritenute responsabili di tre distinti sbarchi avvenuti nei giorni scorsi nei porti di Roccella Ionica (Rc) e Reggio Calabria, sono stati sottoposti a fermo dalla polizia e dalla guardia di finanza.

In particolare, le fiamme gialle e gli agenti del Commissariato di Siderno hanno fermato due uzbechi, ritenuti responsabili dello sbarco di 46 persone, avvenuto il 9 dicembre scorso e due siriani, ritenuti responsabili dello sbarco di 105 extracomunitari, avvenuto l’8 dicembre scorso.

Analoga attività è stata svolta dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e dalla guardia di finanza, che hanno sottoposto a fermo tre cittadini turchi, ritenuti responsabili dello sbarco di 86 immigrati, avvenuto il 6 dicembre scorso presso il porto della città dello Stretto.

Tutti gli immigranti clandestini sono stati denunciati per l’ingresso illegale nel territorio nazionale, mentre i fermati sono stati associati alle case circondariali di Locri e Reggio Calabria Arghillà.

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Sbarco d’immmigrati a Le Castella, in carcere il presunto scafista

E’ stato individuato dalla Squadra Mobile lo straniero che ha condotto l’imbarcazione approdata il pomeriggio del 30 agosto nel porto di Le Castella, con a bordo 112 immigrati di nazionalità afgana, siriana e palestinese, intercettata al largo delle coste pitagoriche dalla Capitaneria di Porto di Crotone.

Si tratta di un egiziano di 51 anni, alla cui identificazione è pervenuta la sezione della Squadra Mobile specializzata nell’attività di contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina, che si attiva ed interviene in occasione di ogni sbarco.    

Le attività investigative hanno consentito di acquisire molteplici elementi, tra cui le dichiarazioni degli immigrati, tali da configurare un sufficiente quadro indiziario a carico dell’indagato, che è stato sottoposto a fermo d’indiziato di delitto per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e quindi associato presso la locale casa circondariale, a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone.

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Immigrazione, barca con oltre 100 persone a bordo interecettata in Calabria

Un’unità navale della Guardia di Finanza, in attività di controllo e vigilanza alla frontiera marittima ha intercettato nelle acque territoriali a sud di Roccella Jonica un motoveliero con oltre 100 persone a bordo di varia nazionalità.

L’unità navale è stata prima abbordata e una volta accertate le condizioni delle persone a bordo, è stata condotta nel porto di Roccella Jonica, dove il sistema di coordinato dalla Prefettura di Reggio Calabria ha garantito le necessarie procedure di assistenza.

Sono in corso le attività di polizia giudiziaria volte ad individuare i facilitatori.

Imbarcazione carica d'immigrati approdata in Calabria, fermati due presunti scafisti

Si è conclusa con il fermo d'indiziato di delitto nei confronti di due presunti scafisti di nazionalità egiziana, l’attività investigativa svolta dalla Squadra mobile di Crotone, in seguito allo sbarco di 100 immigrati avvenuto l’11 agosto scorso in località Punta Cannone, nel comune di Isola di Capo Rizzuto.

Sin dal primo momento, l’attenzione degli investigatori si è concentrata sugli unici due soggetti di nazionalità egiziana, nei confronti dei quali è stato eseguito il controllo dei cellulari, dai quali sarebbero emersi chiari indizi sulla loro responsabilità.

Pertanto, i due extracomunitari sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed associati, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, alla locale casa circondariale.

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Immigrazione clandestina, 4 presunti scafisti fermati in Calabria

Si è conclusa con il fermo di indiziato di delitto nei confronti di 4 scafisti, 3 di nazionalità turca ed uno siriana, l’attività investigativa svolta dalla Squadra mobile di Crotone, costantemente impegnata nell’azione di contrasto al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Gli indagati sono ritenuti responsabili dello sbarco avvenuto mercoledì scorso di 89 immigrati di diverse nazionalità, giunti in Italia a bordo di un'imbarcazione a vela e condotti presso il porto di Le Castella da personale della locale capitaneria di porto.

Sin dal primo momento, l’attenzione degli investigatori si è concentrata sugli unici tre soggetti di nazionalità turca, cui sono stati immediatamente controllati i cellulari al fine di estrapolare dati utili all’indagine.

Decisive, poi, sono state le testimonianze raccolte dagli altri stranieri che hanno consentito in individuare un quarto scafista di nazionalità siriana.

Al termine delle indagini, gli indagati sono stati posti in stato di fermo, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e associati alla casa circondariale di Crotone.

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Operazione ‘Ikaros’, arrestati due latitanti

Nella tarda mattinata del 16 Maggio è giunto presso l’aeroporto di Fiumicino, proveniente da Copenhagen, scortato da personale del Servizio della cooperazione internazionale, il cittadino afghano A.S.K., latitante dal 24 febbraio 2021 destinatario di un mandato di cattura europeo sulla base di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Crotone, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nell'ambito dell’operazione della locale Squadra mobile denominata Ikaros con la quale personale della polizia, nel febbraio del 2021, aveva arrestato 24 persone, per un totale complessivo di 91 indagati, accusati a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, falsità ideologica, traffico d'influenze illecite, corruzione.

In particolare, l’odierno arrestato è stato indagato per il reato di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falsificazione di documenti.

Il provvedimento a carico è stato notificato da personale della Polaria di Fiumicino e subito dopo le formalità di rito l’arrestato è stato associato presso la casa circondariale di Roma Rebibbia.

L’odierno arresto fa seguito ad un'altra esecuzione di mandato di cattura europeo, avvenuta l’1 aprile scorso, nell’ambito della medesima operazione, allorquando giungeva presso l’aeroporto di Fiumicino, proveniente da Amsterdam e scortato da personale del Servizio della cooperazione internazionale, il cittadino iracheno W.K.R, indagato per il reato di corruzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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