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La denuncia di Mirko Tassone: "Serra immersa nei rifiuti, situazione esplosiva all'isola ecologica"

Affermazioni pesanti, corredate di materiale fotografico per sottolineare la rilevanza di un problema che causa disagi e che potrebbe avere ripercussioni anche sulle tasche dei residenti. Il consigliere di minoranza Mirko Tassone rimarca che “siamo alle solite” poiché “Serra è immersa nei rifiuti” ribadendo che la situazione è “insostenibile” per come “stanno constatando i cittadini ed i pochi turisti rimasti”. “Le strade – afferma ancora l’esponente di “Al lavoro per il cambiamento” - sono invase dalla spazzatura, il servizio di raccolta funziona a singhiozzo e quella che doveva essere un’isola ecologica è ritornata ad essere una vergognosa discarica a cielo aperto”. Dalla descrizione Tassone passa all’atto d’accusa ed esplicita il suo pensiero: “l’ennesima emergenza – denuncia - come al solito, non ha responsabili indigeni. Esperta nell’arte dello scaricabarile, l’amministrazione Rosi non ha perso tempo ad attribuire le cause all’impossibilità di conferire i rifiuti in discarica. Un’affermazione, che non regge alla prova dei fatti. Il problema nasce, piuttosto, dai pessimi risultati derivanti dalla raccolta differenziata e non solo. Qualora fossero stati raggiunti i numeri previsti dalla normativa, con tutta evidenza, la quota destinata in discarica sarebbe stata risibile, con il risultato che si sarebbe potuto fronteggiare facilmente qualunque tipo d’emergenza. Che la raccolta differenziata sia pressoché inesistente – puntualizza il rappresentante dell’opposizione - lo confermano, peraltro, gli uffici comunali preposti che, per il 2014, hanno attestato un misero 10%. Una percentuale non migliore sarebbe quella fatta registrare nei primi otto mesi dell’anno in corso, con il risultato che i cittadini saranno costretti a pagare per il conferimento in discarica la salatissima penalità applicata ai comuni che non raggiungeranno la soglia minima di raccolta differenziata prevista”. Bollata la vicenda come “paradossale” con dei “contorni incomprensibili”, Tassone opera un resoconto della sua visita sul campo: “constatata la quantità di sacchetti rimasta sulle strade – racconta - nella giornata odierna (ieri, ndr), ho effettuato un sopralluogo presso l’isola ecologia di località Leonà, dove ho avuto modo di registrare una situazione esplosiva. Rifiuti abbandonati ovunque, in spregio a qualunque normativa, i cumuli di spazzatura sono stati scaricati direttamente sul terreno ed i pochi cassoni presenti traboccano. Con tutta evidenza, il sito è al collasso. Ma, a ben guardare, qualcosa non quadra. Scontata la presenza degli indifferenziati, non ci si spiega la ragione dei cumuli di differenziata. Per quale ragione, plastica, carta ed alluminio, non vengano tempestivamente conferiti, in maniera tale da liberare spazio da destinare all’indifferenziata, è un vero mistero. L’assurdo, poi, lo raggiunge la montagna di carta e cartone, ovvero materiali che avrebbero potuto essere venduti, con il duplice intento di ricavare un profitto e decongestionare la discarica. Al contrario, la catasta giace abbandonata alle intemperie, con il risultato che in caso di pioggia non solo non potrà essere venduta, ma dovrà essere smaltita in discarica. Il rischio, quindi, è che un ricavo possa trasformarsi in una spesa. Quali siano le ragioni di tanta dabbenaggine è difficile dirlo. L’approssimazione e l’inadeguatezza – conclude - possono, infatti, spiegare qualcosa, ma non possono spiegare tutto”.

 

 

 

Serra ed i Briganti. I nomi dei serresi ricercati dai francesi

Dopo la vittoria ad Austerlitz, il 2 dicembre 1805, Napoleone, ormai padrone dell’Europa continentale, decise di porre fine alla monarchia borbonica invadendo il regno di Napoli. In seguito ad ogni conquista, l’imperatore d’Ajaccio metteva in moto un collaudato meccanismo di spartizione  che vedeva protagonisti i componenti del suo numeroso clan familiare. Ai “napoletani” toccò in sorte, quale nuovo sovrano, Giuseppe Bonaparte. Un regno breve, destinato a durare poco più di due anni, fino a quando il fratello maggiore di Napoleone, non venne incoronato re di Spagna. Al suo posto, venne inviato Gioacchino Murat i cui meriti di guerra erano stati accresciuti dalle nozze con Carolina Bonaparte. Il regno del cognato di Napoleone si concluderà il 2 maggio 1815 con la sconfitta di Tolentino. L’arco temporale compreso tra il 1806 ed il 1815, passato alla storia come decennio francese, è stato caratterizzato da lutti, devastazioni e ribalderie d’ogni genere. Una lunga guerra senza quartiere, animata, da una parte, dai soldati francesi desiderosi di ristabilire l’ordine e dall’altra dai cosiddetti briganti, la cui lotta era sostenuta dalla corte di Ferdinando IV di Borbone, che dalla Sicilia, dove si era ritirato, grazie al sostegno inglese cercava di riprendersi il Regno, fiducioso di riuscire a replicare i fasti del 1799 quando, le armate della Santa Fede, guidate dal Cardinale Fabrizio Ruffo, avevano restaurato la monarchia dopo aver scacciato i francesi. La cruenta lotta vide, quindi, in prima fila la Calabria dove i briganti, favoriti, dalla natura del territorio e dalla fitta vegetazione riuscivano a muoversi con disinvoltura tenendo in scacco i soldati francesi. Il sangue dei morti, da una parte e dall’altra, intrise la terra di ogni contrada, le Serre non furono risparmiate. Anzi, come riporta la “Platea”, ovvero la cronistoria redatta dai cappellani della chiesa Matrice di Serra, la cittadina della Certosa ed i centri limitrofi diedero un contributo piuttosto significativo alle ragioni della rivolta. Molti, infatti, “definendosi realisti, iniziarono a vivere di ruberie” ed in ”tanti iniziarono a battere le campagne assumendo il nome di ‘Briganti’”. Si trattava di “uomini senza legge che fin da subito si dichiararono nemici aperti dei giacobini, ossia dei sostenitori dei francesi”. Fu così che da luoghi di preghiera e meditazione, i dintorni di Serra divennero rifugio di bande di briganti provenienti da tutto il circondario. Gli episodi più cruenti che interessarono direttamente la cittadina bruniana furono due. Il primo risale al 24 maggio 1807 quando, quattro giorni prima della Battagliata di Mileto, la guarnigione francese di stanza a Serra era andata a dare manforte ai propri commilitoni in vista dello scontro con l’esercito napoletano. Fu in quell’occasione che “150 briganti, guidati da un certo Giuseppe Monteleone, detto Ronca” cui “si erano uniti altrettanti fabrizioti che disarmati speravano di prendere parte al saccheggio” entrarono a Serra e per “otto giorni” compirono assassini e saccheggi. A mettere fine alle devastazioni furono i serresi che avevano combattuto con i francesi a Mileto. Dopo la battaglia, ottenuta l’autorizzazione da parte del comandante delle truppe napoleoniche, generale Reynier, tornarono precipitosamente a Serra e misero in fuga i briganti. Il secondo episodio, invece, risale al 1811 quando, in seguito all’uccisione di due soldati francesi, il generale Manhés, oltre a fare chiudere le chiese, fece esiliare a Maida i preti fin quando non fossero stati consegnati i briganti. Dei ricercati di cui i francesi pretendevano la consegna sono arrivati a noi, tramite la “Platea”, due soli nomi, quelli dei “due Pasquali”, ovvero Pasquale Catroppa e Pasquale Ariganello, gli irriducibili uccisi nel sonno, il 12 aprile 1811, da due pastori di Pazzano che gli avevano dato ospitalità. I briganti serresi, attivi tra il 1806 ed il 1811, furono però molti di più. Complessivamente si tratta di trentadue persone i cui nomi sono contenuti in un documento, la “Nota de’ briganti in campagna, compilata secondo il Decreto del I Agosto 1806, richiamato in vigore con altra Sovrana disposizione data dal Campo del Piale”. Il documento, firmato dal Regio procuratore generale presso la Corte di Calabria Ultra, Giovanni La Camera, dal comandante la Provincia Battiloro e dall’Intendente Pietro Colletta verosimilmente risale ad un periodo compreso tra il 9 settembre 1809 ed il 26 settembre 1810. A farlo ipotizzare, la firma apposta da Colletta in qualità d’Intendente ed il riferimento al “Campo di Piale”. Il primo, infatti, ricevette la nomina il 9 settembre 1809, mentre il secondo cessò d’esistere il 26 settembre 1810. Il “Campo di Piale” era stato allestito da Murat sulle alture dell’attuale Villa San Giovanni con l’intenzione di conquistare la Sicilia. Un’impresa giudicata impossibile ed abbandonata proprio nel corso degli ultimi giorni del settembre 1810. La “Nota” si apriva con un preambolo: “Ogni individuo che si troverà inscritto nella nota suddetta, avrà la facoltà tra gli otto giorni dalla pubblicazione di essa, di presentarsi o al Comandante Militare, o all’Intendente, o al Sotto – intendente del suo distretto, per reclamare contro l’inscrizione suddetta, rimanendo in arresto fino alla giustificazione del richiamo. Spirato detto termine, ogni individuo che non avrà reclamato in persona, sarà in caso di arresto trattato conformemente alle disposizioni degli articoli suddetti. I beni dei briganti scritti nelle dette note saranno confiscati, ed i briganti medesimi saranno trattati come fuor giudicati, e condannati a morte”. Per quanto riguarda Serra, la “nota” riporta complessivamente 32 nominativi i cui cognomi, in molti casi, sono ancora presenti nella cittadina della Certosa. Di seguito i nomi, in alcuni casi corredati dai soprannomi, dei briganti Serresi attivi fino al 1811: Pasquale Ariganello e Pasquale Catroppa (i “due Pasquali”), Bruno Barbara, Antonio Pace Spito, Pietro Valente del Cardeo, Giuseppantonio Tosto, Rocco Scoleri, Annibale Tedesco, Raffaele Pisani dello Zoppo, Domenico dell’Apa Fociliere, Domenico Crispo Lupo, Bruno Mannella, Rocco e Fortunato Pisano, Gennaro e Giuseppe Raghiele, Biagio Pelaja, Rocco Vellone, Giuseppe Figliuzzi, Salvatore Pasquino, Salvatore Tucci, Raffaele Scrivo, Biagio e Salvatore di Francesco, Biagio e Raimondo Greco, Pasquale e Francesco Zaffino, Domenico Rizza Tirri, Michele e Francesco Condeloro, Pasquale Purria,

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Rifiuti, Tassone: “Per il Comune aumentano i costi di conferimento”

“In riferimento a quanto è stato comunicato dal sindaco Bruno Rosi circa il mantenimento delle stesse tariffe della Tari occorre fare una serie di precisazioni, anche perché si concretizza quanto avevo già avuto modo di sottolineare nei mesi precedenti”. Lo afferma il consigliere di minoranza Mirko Tassone che specifica che “il costo del conferimento in discarica è schizzato a 340 mila euro, mentre nel 2014 era di 230 mila euro”. Entrando nei dettagli del settore, Tassone ribadisce che “il 27 luglio 2014 la Regione Calabria ha varato il decreto n. 493 con il quale sono state approvate le nuove tariffe per il conferimento in discarica dei rifiuti indifferenziati. Il nuovo meccanismo tariffario – puntualizza - prevede un sostanzioso aumento, soprattutto, per gli enti meno virtuosi. I comuni che non raggiungeranno una soglia minima di raccolta differenziata pari al 25% saranno infatti costretti a pagare un sorta di penale di 22 euro a tonnellata. Questa sanzione va ad aggiungersi, quindi, ai 147 euro della tariffa base, per un totale quasi doppio rispetto a quanto pagato negli anni precedenti”. Operata questa ricostruzione di carattere generale, Tassone ragiona sui meccanismi della Tari serrese e avanza le sue critiche. “Le tariffe – spiega il rappresentante di ‘Al lavoro per il cambiamento’ - non sono state aumentate perché sono stati previsti tagli per circa 100 mila euro al servizio. Ma su questo sorgono dei dubbi e sono diverse le situazioni che vanno verificate. È infatti da riscontrare: a) se la previsione relativa al contenimento dei costi si realizzerà;  b) se nonostante i tagli il servizio funzionerà correttamente e perché, in tal caso, tali tagli non sono stati fatti prima; c) se non ci fosse stato un vistoso aumento dei costi per il conferimento in discarica, l'importo corrispondente si sarebbe potuto utilizzare per far pagare meno ai cittadini”. Tassone rammenta poi che “anche se non e' stata maggiorata, la tassa non è stata neppure abbassata come promesso, peraltro nel 2011,  quando all'indomani del suo insediamento il sindaco Rosi e la sua maggioranza deliberarono un aumento del 43%”.

 

 

 

Rifiuti, l’avvertimento di Tassone: “A rischio la salute dei serresi”

“Poche cose sono più dannose dell'inazione per chi ha l'onore e l'onere di amministrare una comunità. L’inattività, infatti, non solo non risolve i problemi, ma li amplifica fino a farli diventare ingovernabili”. Mirko Tassone, trovando “un eloquente riscontro nella  realtà serrese” di questo stato di cose, conferma il giudizio fortemente negativo nei confronti dell’operato del sindaco e degli assessori che si contraddistinguono, a suo dire, per un “proverbiale immobilismo”. La situazione “surreale”, descritta dal consigliere di minoranza e determinata “dall’assoluta inattività amministrativa”, sarebbe generalizzata poichè “non c'è un solo settore in cui le cose vadano come dovrebbero andare” ma in alcuni ambiti si sarebbe addirittura giunti alla beffa. L’esponente dell’opposizione cita l’esempio del servizio di raccolta dei rifiuti per il quale “ogni anno il comune chiede ai cittadini più di quanto non spenda senza, peraltro, riuscire a garantire la normale pulizia del paese. Serra sembra, infatti, abbandonata a se stessa. L'amministrazione è – rimarca Tassone - come se non ci sia”. A queste affermazioni fa seguito una mesta descrizione: “le strade sono sporche ed il  centro storico, in alcuni punti, nonostante la nuova versione della raccolta differenziata, assomiglia ad una discarica. I cumuli di rifiuti nei quali turisti e residenti s'imbattono percorrendo le stradine dei vecchi quartieri non minano solo il decoro, ma mettono a repentaglio la salute dei cittadini”. “Con la stagione estiva, ormai, alle porte – sottolinea Tassone - la situazione rischia di precipitare definitivamente. Non sfugge a nessuno, infatti, che l'incremento della popolazione, nei mesi di luglio ed agosto, avrà come ovvia conseguenza l'aumento della produzione dei rifiuti. A ciò si aggiunga che alcuni operai addetti al servizio, verosimilmente, andranno in ferie. Il rischio, quindi, è che il paese finisca sommerso dalla spazzatura”. Le previsioni per l’immediato futuro non sono ottimistiche perchè “i rifiuti ed i loro nauseabondi miasmi diventeranno il regno incontrastato di topi, animali randagi ed insetti. Il pericolo per la salute dei cittadini è facilmente immaginabile. Per evitare che ciò accada – avverte Tassone - il sindaco e la sua maggioranza si sveglino finchè sono in tempo ed attivino una task force per prevenire un'emergenza che rischia di travolgere l'intera cittadina”.

Chiusura ufficio postale, Tassone: “Il Comune istituisca un servizio navetta”

"Cosa dovranno fare i cittadini che, nei prossimi quindici giorni, avranno bisogno dei servizi erogati dall’ufficio postale di Serra? Andare altrove, recarsi nei paesi limitrofi”. Interrogativo e mesta risposta sono del consigliere di minoranza Mirko Tassone, che analizza “una serie incalcolabile di difficoltà”. Partendo dalla constatazione che “le Serre non possiedono una rete di trasporto pubblico tale da consentire ai cittadini di spostarsi liberamente senza dover ricorrere ad un mezzo privato”, il rappresentante di ‘Al lavoro per il cambiamento’ riflette su diversi aspetti e sottolinea che “la chiusura temporanea dell’ufficio postale avrà effetti penalizzanti sulla fascia di popolazione più debole”. Tassone esplicita queste difficoltà attraverso una serie di domande: “Come faranno le persone anziane, coloro i quali non possiedo un’auto propria a raggiungere i centri limitrofi? Dovranno forse pagare qualcuno per farsi accompagnare? Ma con quali soldi, con quelli delle misere pensioni con le quali non si arriva a fine mese?”. A ciò, ad avviso dell’esponente dell’opposizione, “dovrebbero rispondere i vertici di Poste, ma non solo”. Al danno pare inoltre aggiungersi la beffa perché “la chiusura è stata programmata per giugno, ovvero il mese in cui i cittadini sono chiamati ad assolvere una serie di adempimenti ed al pagamento di numerose tasse, non da ultimo quelle comunali. Pertanto – rileva Tassone - i contribuenti non solo dovranno farsi carico di versare quanto richiesto, ma per ottemperare nei tempi previsti, saranno costretti ad inventarsi una soluzione per raggiungere l’ufficio postale più vicino”. Qui, secondo il componente dell’opposizione, dovrebbe entrare in gioco la responsabilità dell’amministrazione comunale, il cui ruolo però “sembra essere puramente coreografico. Sarebbe interessante sapere – sostiene al proposito Tassone - quali passi siano stati compiuti, presso la direzione delle Poste, dal sindaco o da qualche assessore per individuare una soluzione indolore. Tempo fa, qualche componente della maggioranza aveva parlato della necessità di allestire una postazione mobile. Se l’amministrazione è stata consequenziale ed ha avanzato una richiesta ufficiale a Poste, informi i cittadini sulla risposta. Diversamente, se nessuna iniziativa è stata intrapresa il sindaco ed i suoi ornamentali assessori si attivino immediatamente per andare incontro alle necessità dei cittadini. A questo punto – conclude Tassone - l’amministrazione comunale faccia il proprio dovere ed istituisca un servizio navetta con il quale accompagnare chi ne ha bisogno nei centri limitrofi”.

 

Mirko Tassone: "Il degrado del 'Monumento' è l'emblema dell'abbandono di Serra"

“A distanza di quattro anni dal suo insediamento nessuno si aspetta più niente di buono dall’amministrazione 'Cimabue, che fa una cosa e ne sbaglia due'". Questo l’incipit di una nota nella quale il consigliere comunale Mirko Tassone denuncia lo stato di abbandono in cui versa il monumento ai caduti.  “Più volte – scrive Tassone - abbiamo evidenziato l’ignavia, l’accidia ed il pressapochismo con cui il sindaco e la sua maggioranza hanno devastato il paese”. Per cogliere quanto, a parere del consigliere di minoranza, Serra sia in preda al degrado “è sufficiente percorre Corso Umberto I”. E’ proprio sulla “principale strada serrese” che  si avrebbe “la misura di quanto il paese sia ormai alla deriva”. “In ogni angolo – aggiunge Tassone - a farla da padrone è il caos e l’abbandono. La dimensione di quanto la situazione sia giunta ad un punto di non ritorno la si ha osservando alcuni luoghi”. In particolare, “l’esempio lampante dell’assenza dell’amministrazione comunale” lo offrirebbe “lo stato in cui versa il monumento ai caduti”. A giudizio del rappresentante dell’opposizione “le vistose chiazze di ruggine che deturpano l’opera rappresentano l’emblema dell’incapacità del sindaco e della sua maggioranza”. Tanto più che “sarebbe bastato poco a restituire al suo splendore il “Monumento””. A ciò si aggiunga che “l’opera di pulizia andrebbe compiuta sempre, ma sarebbe stata ancor più opportuna nell’anno in cui si celebrano l’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra, l’ottantesimo anniversario della guerra d’Etiopia ed il settantesimo dalla conclusione del secondo conflitto mondiale. Neppure nei giorni in cui l’istituto comprensivo ha onorato la memoria dell’eroe serrese, Azaria Tedeschi e le scuole superiori hanno ricordato i protagonisti delle due guerre mondiali con una mostra, l’amministrazione comunale, ha trovato il tempo e la volontà per mettere in campo un semplice intervento di pulizia. Un comportamento a dir poco sconcertante che offre la dimensione dell’indifferenza del sindaco e della sua maggioranza. Un’indifferenza che non può non suscitare rabbia e indignazione, perché colpisce il bene più prezioso di una comunità, la memoria”. Infine, Tassone sottolinea come “al valore simbolico, il monumento ai caduti coniuga un indubbio valore artistico che avrebbe dovuto indurre l’amministrazione a mettere in campo qualunque inizitiva necessaria a preservarlo ed a presentarlo nel suo reale splendore”. “Perché ciò accadesse - è la conclusione al vetriolo - Serra avrebbe avuto bisogno di avere un’amministrazione sensibile. Serra, però, non ha neppure un’amministrazione”.

Serra, Mirko Tassone: "Rosi dà i numeri... falsi"

Arriva a stretto giro di posta la replica di Mirko Tassone rispetto alle affermazioni di Bruno Rosi nel consiglio comunale odierno. Ad avviso dell’esponente della minoranza, “il sindaco parla della minoranza pensando a se stesso ed alla sua maggioranza” nel momento in cui sostiene che “la minoranza non sa quello che fa poiché l’amministrazione comunale opera con oculatezza, trasparenza, onestà e nell’interesse dei cittadini. La legge e i fatti smentiscono le loro affermazioni”, in quanto tali frasi “rappresentano  solo un goffo tentativo per cercare di nascondere la verità. Del resto, come al solito – aggiunge Tassone - le asserzioni del sindaco sono smentite dai fatti. Parla di trasparenza ed oculatezza, solo perché, con tutta probabilità, non ha letto la relazione redatta dal revisore dei conti, il quale a pagina 35 evidenzia una gravissima irregolarità, ovvero la ‘mancata trasmissione alla competente Procura della Sezione Regionale  della Corte dei Conti ai sensi dell’art. 23 Legge 289/2002, c. 5, dei debiti fuori bilancio per euro 105.540,80’. E’ forse per trasparenza che l’amministrazione ha omesso di adempiere ad un obbligo di Legge? La verità è un’altra, la minoranza non ha preso parte alla seduta di consiglio perché non voleva avallare l’ennesima farsa fatta di dati farlocchi e di numeri inattendibili”. Accuse di un certo peso quelle del rappresentante di “Al lavoro per il cambiamento” che chiarisce la sua posizione specificando che “in fase di approvazione del bilancio di previsione avevamo denunciato una serie di irregolarità, inviando una dettagliata relazione al prefetto ed al revisore dei Conti. In quell’occasione Rosi e la sua maggioranza si sottrassero alla discussione omettendo di rispondere ai quesiti avanzati dalla minoranza. Con fare sprezzante e irrispettoso delle più elementari regoli democratiche si limitarono a ripetere come un mantra sciocco: ‘il bilancio si commenta da solo’. Nella relazione inviata al prefetto ed al revisore dei conti, tra le altre cose, avevamo evidenziato – spiega Tassone - la presenza di debiti fuori bilancio non dichiarati e l’impossibilità d’incamerare i 340 mila euro derivanti dal taglio dei lotti boschivi. Fatti che con tutta evidenza rendevano il bilancio di previsione non attendibile ed evidentemente falsato. E’ forse per ‘onestà e trasparenza’ che dopo aver negato l’esistenza di debiti fuori bilancio – assesta ancora i colpi Tassone -  l’amministrazione del sindaco Rosi ha provveduto al riconoscimento di 105 mila di debito fuori bilancio, facendoli valere sul bilancio del 2015 con l’evidente risultato di falsare il consuntivo? Qualora fossero stati riconosciuti ed inseriti nel bilancio 2014, infatti, il conto consuntivo si sarebbe chiuso con un evidente disavanzo. Un maldestro tentativo con il quale si è pensato di rinviare il problema”. Ma l’elemento principale dell’attacco è quello relativo “all’impossibilità per il comune d’incamerare i 340 mila euro inseriti in bilancio come provento derivante dal taglio dei lotti boschivi” perchè “sul punto Rosi, invece, di avventurarsi in ridicole quanto sconclusionate dissertazioni dovrebbe chiedere scusa ai cittadini ed ai consiglieri di minoranza. Ma forse omette di affrontare il problema perché il taglio dei lotti boschivi non ha prodotto alcuna entrata così come era stato segnalato dal sottoscritto e dal consigliere Lo Iacono in fase di approvazione del bilancio di previsione. Pertanto, il risultato del consuntivo è falsato perché viziato ab origine da una bilancio di previsione del tutto inattendibile. Rosi – conclude Tassone - la smetta di mettere la polvere sotto al tappeto perché sa benissimo o dovrebbe sapere che i numeri veri sono altri, numeri drammatici che condurranno il comune al dissesto”.

Serra, Tassone attacca la maggioranza: “Burlesque su deleghe e presidenza del consiglio”

Punge ancora gli inquilini del palazzo municipale di piazza Carmelo Tucci, perché “più che al teatro, il sindaco Rosi e la sua squinternata maggioranza sembrano ispirarsi al burlesque”. Mirko Tassone mette nel mirino quella che definisce “la peggiore amministrazione che Serra abbia mai conosciuto” ritenendola protagonista di una giornaliera “grottesca pantomima”. In particolare, per l’esponente dell’opposizione, “l’ultimo, inglorioso, spettacolo messo in cartellone dalla Rosi&co è stato rappresentato ieri mattina con il consiglio comunale svoltosi nel vuoto salone di palazzo Chimirri. A distanza di quattro anni dal suo insediamento – afferma - la maggioranza ha dimostrato, ancora una volta, di avere scarsa dimestichezza con la formulazione dell’ordine del giorno. Trattandosi del primo consiglio successivo al varo della nuova giunta, l’ordine del giorno avrebbe dovuto contemplare le ‘comunicazioni del sindaco’. Un passaggio obbligato, previsto dalla normativa, al fine di rendere ufficialmente edotti i consiglieri sulla composizione del nuovo esecutivo cittadino. Tuttavia, al di là del vizio di forma, non il primo e neppure l’ultimo,  ciò che suscita più sconcerto è la motivazione principale per cui è stata convocata l’assise cittadina, ovvero, l’elezione del presidente del consiglio”. Su questo aspetto, il rappresentante di “Al lavoro per il cambiamento”, opera un confronto con il lustro precedente specificando che “nel corso della passata consiliatura, quando la figura del presidente del consiglio venne introdotta, chi oggi la difende e la usa per moltiplicare le poltrone da spartire, la bollò come ‘un’inutile spreco’ ” ed evidenzia che “il nuovo presidente è anche il vecchio”. L’elezione di Giuseppe De Raffele è infatti sarcasticamente vista da  Tassone come emblema della “lucidità e della lungimiranza di chi dovrebbe guidare le sorti della nostra comunità” dato che “l’attuale presidente dopo essersi polemicamente dimesso è rientrato mestamente all’ovile. Sarebbe interessante – sostiene con malizia Tassone - conoscere le motivazioni che lo hanno indotto a ritornare sui propri passi. Forse, svanita l’ambizione di entrare in giunta, avrà pensato che la poltrona di presidente è sempre meglio dello sgabello di semplice consigliere”. Da queste considerazioni nascono alcuni interrogativi: “possibile che con tutti i problemi che attanagliano Serra la preoccupazione dell’amministrazione comunale sia quella di eleggere un inutile presidente del consiglio? Possibile che, dopo la lunga gestazione, una volta partorita la nuova giunta, il sindaco non abbia ancora individuato le figure cui assegnare le deleghe?”. A questo punto il consigliere di minoranza affronta il tema dell’attribuzione delle responsabilità ai componente dell’esecutivo e rileva che “senza un campo d’azione ben definito e circoscritto, la figura dell’assessore più che inutile rischia di essere dannosa. Occupandosi tutti di tutto finisce, inevitabilmente, che nessuno si occupi di niente ed i risultati lo dimostrano. Alla luce dello stato in cui versa Serra, alla luce dei problemi, molti dei quali, potranno essere risolti solamente nel corso degli anni – ammonisce Tassone - sarebbe necessario avere una giunta dinamica, composta da persone qualificate, in grado di approcciare ed aggredire le questioni più spinose. Solo in seguito all’attribuzione delle deleghe, il sindaco può valutare compiutamente l’azione e l’efficacia delle misure messe in atto da ciascun assessore. Una valutazione che permetterebbe di non brancolare nel buio e di conoscere in tempo reale lo stato di attuazione dei programmi affidati ai singoli assessori. Certo – è l’ennesimo biasimo - non v’è dubbio che per poter valutare i programmi bisognerebbe prima averli!”. Tassone affronta quindi la questione della produttività dell’esecutivo volgendo lo sguardo ai “componenti della giunta che hanno combattuto con il coltello tra i denti pur di rimanere o di entrare nella stanza dei bottoni. Ebbene – rimarca - la smania dell’assessorato avrebbe dovuto portarli a battere vigorosamente i pugni sul tavolo del sindaco pur di costringerlo ad assegnargli le deleghe. Ma, con tutta evidenza, non essendo lo stipendio vincolato al lavoro svolto, gli assessori preferiscono rimanere nel loro favoloso torpore. La scelta di non attribuire le deleghe, potrebbe, eventualmente, trovare parziale giustificazione in presenza di un sindaco decisionista, dinamico, capace di dare impulso all’azione amministrativa, di farsi carico dei problemi e di sopperire alle eventuali carenze dei suoi compagni di viaggio. Un sindaco – conclude Tassone - che dovrebbe essere, quindi, l’esatto opposto di quello che amministra Serra”.

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