Il Museo Diocesano e del Codex di Rossano ospita la mostra "Connected open heritage"

Dal 3 al 22 ottobre 2017, Il Museo Diocesano e del Codex e l’Oratorio della Panaghia di Rossano ospiteranno le immagini del progetto “Connected open heritage”.

Si tratta di una iniziativa di Wikimedia Italia, realizzata in collaborazione con Wikipedia Svezia e con l’Unesco, promossa al fine di salvaguardare il patrimonio culturale a rischio in varie parti del mondo. Scopo principale del progetto è quello di sensibilizzare alla conoscenza del patrimonio culturale mondiale in pericolo a causa di guerre, disastri naturali, incuria umana, per preservarlo e renderlo liberamente disponibile online attraverso la digitalizzazione. Le immagini sono state realizzate dagli utenti, con l’obiettivo di raccontare la storia e le evoluzioni nel tempo di uno specifico bene culturale in pericolo, così che possa essere ricordato e diventare patrimonio di tutti.

La mostra è stata ospitata in varie città d'Italia, d'Europa e del mondo, per raccontare le "storie" dei beni culturali mondiali a rischio, e Rossano è stata scelta da Wikimedia come una delle mete di questo affascinate viaggio.

L’associazione “Insieme per Camminare”, ente gestore del Museo Diocesano e del Codex ha deciso di accogliere la mostra in concomitanza con l’attuazione del corso “Chiese aperte”, un corso di formazione per volontari per la tutela e la valorizzazione degli edifici di culto, con particolare riferimento ai beni poco fruibili. Per tale motivo si è pensato di dislocare le opere in due luoghi significativi: l’aula polifunzionale del Museo, all’interno della quale si tiene il corso di formazione per la sensibilizzazione alla salvaguarda del nostro patrimonio, e l’oratorio bizantino della Panaghia, uno dei tanti luoghi ricchi di storia che necessità di una maggiore valorizzazione.

Il fulcro centrale delle opere è accolto nell’oratorio della Panaghia con un allestimento semplice, ma di forte impatto, che occupa integralmente lo spazio, quasi disturbando il visitatore, per spronarlo alla riflessione sui temi della conoscenza e della salvaguardia di un patrimonio che appartiene a ciascuno di noi.

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Le Valli Cupe a Londra e New York grazie agli scatti di Guido Taroni

Su un totale di quattordici foto dell’intera mostra di gioielli che nel prossimo autunno sarà allestita a Londra, New York e Milano, due avranno come sfondo i paesaggi delle “Valli Cupe”, l’area della Presila catanzarese da poco diventata Riserva Naturale.

A realizzare gli scatti è stato GuidoTaroni, figlio di Giorgio, gallerista e collezionista d’arte, nonché nipote del regista Luchino Visconti e di Giovanni Gastel, uno dei più grandi fotografi di moda su scala internazionale.

Per due giorni, Guido Taroni, con la sua troupe e cinque modelle, ha visionato gli habitat più suggestivi dell’area “affascinato dalla purezza della luce e dai contrasti di panorami mediterranei risparmiati da processi di modificazione antropica”. Taroni ha effettuato la “missione al Sud” su suggerimento di Giampiero Bodino, maestro dell'Haute Joaillerie italiana e direttore artistico di Richemont, colosso internazionale del lusso che annovera tra i suoi marchi Cartier e Montblanc.

In passato Taroni è stato protagonista per Sky Arte HD, di un viaggio nei luoghi incantati del Belpaese. La sua prima mostra, “Sogni Sospesi”, è legata alla scoperta di un baule chiuso da più di ottant’anni, riposto in una soffitta dell’antica villa di famiglia a Cernobbio, dentro il quale erano conservati eleganti abiti di haute couture appartenuti alla bisnonna, Carla Erba Visconti di Modrone.

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