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I 5 Stelle eletti in Calabria hanno restituito 250 mila euro. Paolo Parentela il più “generoso"

Ci eravamo occupati, nei giorni scorsi, di quanto hanno guadagnato nel 2013 i parlamentari calabresi. Avevamo evidenziato che pur svolgendo la medesima funzione, non tutti sono uguali. Molti, infatti, allo stipendio da parlamentare, cumulano gl’introiti derivanti dall’attività professionale. Ma non tutti sono uguali, anche per un’altra ragione. Da una parte, infatti, c’è chi utilizza, legittimamente, come meglio crede lo stipendio percepito in qualità di parlamentare, dall’altra c’è invece chi, ogni mese, restituisce parte di ciò che riceve. A dire la verità, non sono tanti. Eccezion fatta per i deputati ed i senatori eletti nelle fila del Movimento 5 Stelle non si hanno altre notizie di gesti di prodigalità. Dove siano finiti i soldi restituiti dalla deputazione pentastellata è presto detto. I parlamentari grillini hanno devoluto, infatti, 10 milioni di euro al fondo per il “Microcredito alle imprese” istituito dal Ministero per lo sviluppo economico. Le risorse, che aiuteranno i giovani ad avviare una piccola attività, arriveranno, quindi, anche dalla restituzione di parte degli stipendi dei parlamentari 5 Stelle. Per sapere chi sono i “benefattori” ed a quanto hanno rinunciato è sufficiente seguire il link: https://www.beppegrillo.it/tirendiconto.it/trasparenza/. In particolare, per quanto riguarda la Calabria, hanno contribuito all’istituzione del fondo, 3 deputati ed un senatore. I rappresentanti pentastellati a Montecitorio che hanno mensilmente rimborsato con bonifico (causale “Versamento a favore della microimprenditorialità (art. 1 c. ter, Dl 69/13 Capitolo n. 3693 Capo 18 bilancio dello stato)) una parte del loro stipendio sono, Federica Dieni, Dalila Nesci e Paolo Parentela. Nicola Morra è invece, l’unico senatore eletto in Calabria che ha partecipato all’istituzione del fondo. Complessivamente, i 4 esponenti del M5S, nel periodo compreso tra marzo 2013 e novembre 2014, hanno restituito 249.386,56 euro. Ma andiamo a vedere in che misura ciascun parlamentare ha contribuito. A rimborsare la cifra più alta, è stato il catanzarese Paolo Parentela che, ha rinunciato a 83.009,51 euro. Il bonifico più pesante, pari ad 11.229,35, lo ha fatto ad aprile 2014, il meno esoso, 637,39 euro, a settembre 2014. Sul secondo gradino del podio della “generosità” c’è, invece, la deputata Dalila Nesci che ha rinunciato a 59.235,73. In questo caso, il bonifico più corposo, 7.749,58 euro, la parlamentare di Tropea, lo ha effettuato a gennaio 2014; quello meno consistente, 330,91 euro, ad ottobre 2014. Alle spalle dei due deputati, troviamo il senatore Nicola Morra che, al fondo per il Microcredito, ha contribuito con 57.022 euro. Molto più regolare l’entità dei suoi versamenti, dei quali, il più alto, 2.500 euro, risale a marzo-aprile 2013; quello più modesto, 1.537,03, a settembre 2014. Si fermano a 50.119,13 euro i rimborsi effettuati dalla deputata reggina Federica Dieni che, ad aprile 2014, ha versato in un’unica soluzione 6.140,74 euro. Il bonifico meno corposo, 1.739,55, lo ha fatto, invece, a novembre 2014. Le evidenti differenze di contribuzione, vanno ascritte all’ammontare delle spese sostenute dai singoli parlamentari. Il “Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento” prescrive, infatti, che “L’indennità parlamentare percepita dovrà essere di 5 mila euro lordi mensili, il residuo dovrà essere restituito allo Stato insieme all’assegno di solidarietà (detto anche di fine mandato). I parlamentari avranno comunque diritto a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo”. In conclusione, al netto dei rimborsi effettuati, il reddito 2013 dei parlamentari 5 Stelle eletti in Calabria si aggira intorno ai 50 mila euro. A portare a casa l’assegno più consistente, è stata Federica Dieni, con oltre 57 mila euro. Poco sopra i 53 mila, invece, Nicola Morra e Paolo Parentela. Non va oltre i 45 mila Dalila Nesci.

Commissario alla sanità, Nesci (M5S): "La mancata nomina sarebbe un disonore per utto il Governo"

" Al ministro Lorenzin, con la quale mi sono intrattenuta oggi alla Camera dei Deputati, ho raccontato della forte indignazione dei calabresi e del profondo degrado della sanità regionale, che al momento non ha un responsabile, con abusi, sprechi e danni diffusi". E' quanto fa sapere la deputata del Movimento 5 stelle Dalila Nesci che al ministro della salute ha "ricordato i suoi discorsi in campagna elettorale, in occasione delle regionali. Lorenzin - continua la parlamentare - mi ha risposto che la mancata nomina del commissario dipende da una frattura tutta interna al Pd, aggiungendo che da parte sua non vi sono ostacoli all’investitura di un tecnico. Stando alla stampa - conclude la deputata - un’aspra divergenza ci sarebbe tra i sottosegretari Delrio e Lotti. In ogni caso, ho messo in guardia il ministro Lorenzin rispetto al disonore che tutto il governo avrebbe dall’ulteriore rinvio della nomina nel Cdm di domani, che costringerebbe il Movimento cinque stelle ad andare dal capo dello Stato, già ben informato.

 

Metalli pesanti nelle acque, il caso Legnochimica arriva a Bruxelles

Da Rende a Bruxelles il passo diventa breve. Per merito di Laura Ferrara che ha presentato un’interrogazione a risposta scritta alla Commissione sul caso Legnochimica. “Due – spiega la portavoce del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo - le tematiche messe in evidenza: i danni ambientali che ha subito l’area dove operava la società oggi in liquidazione e i danni alla salute causati alla popolazione residente. In entrambi i casi si prefigurerebbe una violazione della normativa europea. Ed è su questo punto che si interroga la Commissione, per sapere quali iniziative intende intraprendere affinché siano rese realmente efficaci le norme europee in materia ambientale, con particolare riferimento alle direttive 2004/35/CE, 2000/60/CE e 2008/98/CE. Il caso della ex Legnochimica parte da lontano. Sin dal 1969 – chiarisce la Ferrara coadiuvata dal portavoce grillino al Comune di Rende Domenico Miceli - nell’area persistono enormi bacini, privi di impermeabilizzazione, dove inizialmente venivano sversati i residui di lavorazione. Questi bacini, i cosiddetti ‘laghetti’ sono ancora là in attesa della necessaria bonifica. Nel luglio 2011 la Procura della Repubblica ha disposto la redazione di una consulenza tecnica sull’area. La consulenza evidenzia che «la falda acquifera sotto ed in prossimità dei bacini artificiali, risulta gravemente contaminata, anche in profondità e che detta contaminazione si è estesa ai pozzi esistenti in zona» ed evidenzia l’inquinamento da metalli pesanti: alluminio, ferro, manganese, arsenico, berillo, cromo, nickel, mercurio, benzene e tricloroetilene, con concentrazioni fino a centomila volte superiori al valore consentito. Tali sostanze sono classificate dalla IARC come rischio oncogeno documentato. I rilievi effettuati dall’Arpacal sulle acque sotterranee confermano la contaminazione da sostanze cancerogene: diclorometano, tricloroetano, bromoclorometano, dibromoclorometano, Toluene e P-Isopropiltoluene. I molteplici interventi di tutte le autorità competenti sono sempre risultati vani, pertanto emerge palese la violazione attuale e continuativa della normativa europea in materia. Ad oggi si attende ancora l’avvio della bonifica dell’area in questione. Come Movimento 5 Stelle – concludono i due esponenti - siamo ancora in attesa di risposte concrete da parte dell’azienda in liquidazione che deve ancora presentare un piano di bonifica che possa essere oggetto di valutazione da parte della conferenza dei servizi”.

Alaco, il M5S chiede una convocazione in prefettura

I parlamentari del Movimento 5 Dalila Nesci, Federica Dieni e Paolo Parentela Stelle chiedono  “l’immediata convocazione presso la prefettura di Catanzaro di un tavolo istituzionale sulla potabilità delle acque dell’Alaco”. Gli stessi esponenti grillini hanno al riguardo inviato una nota ai prefetti di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria, una volta appresi gli sviluppi dell’inchiesta ‘Acqua sporca 2’ sulla rete idrica dell’Alaco. “Dall’indagine – sostengono i pentastellati – emergerebbe che l’acqua dell’invaso non sarebbe idonea al consumo umano. È necessario che anche il governatore Mario Oliverio, al quale per opportuna conoscenza abbiamo indirizzato la missiva, partecipi al tavolo istituzionale da noi proposto, che speriamo i prefetti vogliano fissare al più presto. Il Movimento 5 Stelle – concludono - denunciò da subito le irregolarità sull’Alaco e i rischi per la salute e l’ambiente, anche tramite interrogazioni parlamentari e altre richieste alle prefetture. Adesso le istituzioni devono risposte certe alla popolazione, senza perdere un solo minuto”.

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Chiusura uffici postali, Parentela invoca l’intervento del Governo

Il deputato Paolo Parentela chiede l’intervento del Governo per “scongiurare la chiusura di 22 uffici postali e la razionalizzazione del servizio per ulteriori 41 in Calabria” poiché “la nostra regione ha necessità che vengano garantiti i servizi essenziali per i cittadini dei centri periferici”. L’esponente del Movimento 5 Stelle ha presentato su questo argomento un’interrogazione parlamentare al ministro dell'Economia e delle Finanze e al ministro dello Sviluppo economico. “Le chiusure di uffici postali periferici in corso in tutta Italia da parte di Poste italiane – sostiene Parentela -  comportano una notevole limitazione dei diritti dei cittadini di alcune aree del Paese ad avere un servizio efficace ed efficiente e non garantiscono la capacità di mantenere degli standard minimi di qualità per il servizio universale, in evidente contrasto con il contratto di programma sottoscritto da Poste italiane con lo Stato. La chiusura di questi centri, inoltre, comporterà inequivocabilmente una perdita di posti di lavoro nonché di importanti pubblici servizi per i cittadini delle periferie. Invece di investire per migliorare il servizio per i cittadini - aggiunge Parentela - si creano difficoltà, in particolare per gli anziani e per gli abitanti dei piccoli comuni che si vedranno tolto l'ufficio postale o lo avranno a disposizione soltanto a giorni alterni. Già il Tar del Lazio si era espresso contrariamente alla chiusura degli uffici postali in alcuni comuni calabresi, specificando nella sentenza come gli interessi sociali non possono essere sottomessi alla forsennata ricerca dell'utile. Ho chiesto al Governo – spiega ancora Parentela - di intervenire affinché non venga a mancare uno dei pochi servizi pubblici presenti sul territorio, mancanza che non potrà essere risolta con l'implementazione di servizi digitali via internet, soprattutto in considerazione delle note carenze nello sviluppo delle infrastrutture internet e della banda larga e del digital divide in Calabria. Sarà importante – conclude il rappresentante del movimento grillino - in queste settimane, da parte dell’opinione pubblica e tutte le forze, fare pressione per salvaguardare i nostri servizi. I cittadini in primis dovrebbero indignarsi di questi tagli che il Movimento 5 Stelle non approva e che già denuncia da tempo in Parlamento”.

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