Tiziana De Nardo (IdM): "Infrastrutture in Calabria, tanti proclami e pochi fatti"

Riceviamo e pubblichiamo

"Se ci dovessimo soffermare alle annunciazioni e conferenze stampa, ripetute e ripetitive, sembrerebbe quasi che la pandemia abbia fatto scoprire quella parte d’Italia, il Sud, rimasta fuori per decenni dagli investimenti del governo. Ma poi a ben guardare nulla di nuovo e di concreto è ancora tutto in cantiere. Il 27 maggio approda per la prima volta nel porto di Gioia Tauro la nave Msc Sixin, una delle più grandi portacontainer al mondo e la più grande mai attraccata alle banchine dei porti del circuito italiano. L’attenzione che Msc rivolge a Gioia Tauro è alta tanto da inserire il porto calabrese tra gli scali di linea della sua ultra-large che ritornerà con cadenza regolare. La settimana precedente Italo comunica i piani per la ripartenza con la novità di un nuovo collegamento diretto tra Torino e Reggio Calabria a partire dal prossimo 14 giugno e dal prossimo 2 luglio, la compagnia ferroviaria Av privata potrebbe inserire nei suoi collegamenti tra Torino e Reggio Calabria anche le fermate di Scalea e Vibo-Pizzo. Esattamente ventiquattrore dopo Trenitalia annuncia i nuovi collegamenti ad alta velocità fra Torino e Reggio Calabria con un Frecciarossa. E ancora, quasi maggio fosse diventato il mese della redenzione del Sud e delle sue inefficienze strutturali, giorno 19 il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli, presenzia l’inizio dei lavori per il terzo megalotto della strada statale 106 Jonica. L'opera, del valore di circa 980 milioni di euro, commissionata da Anas nell'ambito di un investimento complessivo di circa 1,3 miliardi. Ma tra gli applausi, le passerelle, la commozione di chi ha visto sfrecciare per la volta in Calabria Italo e Frecciarossa, e chi si litiga la fermata in luoghi ritenuti strategici per la mobilità interna, la realtà nuovamente rimuove ogni tipo di miraggio. Italia del Meridione ha posto la questione delle infrastrutture tra le sue battaglie politiche più importanti, sostenendo iniziative su tutto il territorio calabrese, facendosi portavoce di azioni risolutive e immediate e non di ciò che può essere considerato come semplici contentini o peggio giochi politici per continuare a mantenere il Sud sospeso in un limbo tra mancanze e inefficienze da una parte e dall’altra la certezza delle grandi risorse e possibilità che offre. Ed ecco che nuovamente ci troviamo a descrivere e denunciare la reale situazione. Gioia Tauro mostra le sue capacità e potenzialità ma il Piano di sviluppo strategico per la Zes con nucleo proprio nel porto reggino non è mai decollato. Per quanto riguarda la statale 106 Jonica già un ex ministro nel 2017 aveva tagliato quel nastro affermando che si trattava dell’opera infrastrutturale più importante e imponente dall’Unità d’Italia e in tre anni abbiamo assistito soltanto alla posa di una perenne prima pietra. Quello stesso ministro Del Rio che considerava l’obiettivo alta velocità per il Sud e la Calabria in particolare, troppo costosa e affermava che “Entro il 2016, credo potremo completare la velocizzazione dell’asse ferroviario Salerno-Reggio Calabria”. Tre anni dopo è la Regione Calabria a stanziare 1 milione 450mila euro per un test annuale per una coppia di Frecciargento che copre la tratta Sibari-Bolzano. E oggi mentre Italo dimentica nel suo passaggio stazioni e luoghi d’interesse strategico, il Ministero per le Infrastrutture si perde tra le sigle dell’alta velocità (Av) Alta velocità di rete in Italia (Avr) e Alta velocità larg (Avl), come messo in evidenza in diversi interventi, sottolineando anche il persistere di quella disparità ormai cronica nei finanziamenti dove per la progettazione e il potenziamento con caratteristiche di Alta velocità di tete delle linee Salerno-Reggio Calabria l’investimento è di 40 milioni di euro mentre 379,96 milioni di euro sono stati preventivati per il progetto del Nodo di Verona Est. E la grande beffa è lo scoprire che Trenitalia si predispone un investimento di 2,6 miliardi di euro per dotare le linee regionali del Nord e del Centro Italia di convogli che potranno viaggiare ad Alta velocità e che dovranno avere le caratteristiche più moderne di comfort e servizi, cioè tutto quello che in Calabria non c’è mai stato. E le nostre linee regionali continuano a viaggiare come 50 anni fa, carrozze e servizi compresi. Ecco svelato l’inganno ripetuto e inflitto alle regioni del Sud che viene escluso di fatto dalla realizzazione o potenziamento delle infrastrutture viarie, relegandolo nuovamente ad appendici di un sistema Paese che continua ad investire a senso unico ed esclusivamente verso quel nord che anche in piena emergenza pandemia ha distratto fondi al mezzogiorno. E la crescita e lo sviluppo di un’intera regione vengono nuovamente compromessi, comparti come il turismo risentono di quella che è la più grande inefficienza della nostra regione. Ma in fondo che importa, noi siamo la terra della 'nduja, del peperoncino e della tarantella e la nostra politica è nostrana anche nei fatti e nella comunicazione e preferisce investire in pranzi e cene per richiamare i turisti!".

Tiziana De Nardo -Commissario Provinciale IdM Vibo Valentia

Pizzoni, anche l'ARSAC al 15° Festival della Castagna

Nel pomeriggio di sabato 28 ottobre u.s., si è svolto presso la sala consiliare del comune di Pizzoni un convegno dedicato alla “Castanicoltura”, nell’ambito del “15° Festival della Castagna” organizzato dalla Pro-Loco di Pizzoni, con il supporto tecnico dell’ARSAC (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese).

Dopo i saluti della vice-presidente della Pro-Loco, Federica Nesci e del sindaco, Tiziana De Nardo, i lavori sono stati introdotti e, quindi, moderati dal tecnico dell’ARSAC di Serra San Bruno, Domenico Pascali.

Il primo intervento è stato quello di Antonio Scalise (tecnico ARSAC-CSD di Cropani), il quale ha trattato gli aspetti tecnico-agronomici di questa coltura, soffermandosi sulle problematiche insorte nell’ultimo decennio relative alla diffusione del “cinipide” (piccolo insetto di origine asiatica, particolarmente dannoso) e come la lotta praticata con un altro piccolo insetto, il Torymus sinensis, abbia conseguito lusinghieri risultati anche in Calabria.

E’ seguita la relazione di Franco Penna (tecnico ARSAC-Serra San Bruno) che ha riguardato gli aspetti socio-economici della castanicoltura (sia da frutto che da legno) e, quindi, l’importanza di sviluppare le sue molteplici funzioni nel contesto delle aree interne, anche alla luce della nuova Politica Agricola Comunitaria, che ha dato maggior peso alle colture tipiche di queste zone, per uno sviluppo “integrato” e sostenibile.

L’ultimo intervento è stato quello del presidente provinciale dell’UNPLI (Unione delle Pro-loco italiane), Giuseppe Maiuli, il quale ha messo in risalto il ruolo che queste associazioni possono e devono svolgere nello sviluppo dei territori, nella riscoperta e valorizzazione delle tradizioni locali.

E’ seguito un breve dibattito, incentrato sulle caratteristiche nutrizionali delle castagne , sui molteplici usi in gastronomia e sulle prospettive di recupero delle varietà locali da frutto.

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