Discarica a S.Onofrio, le ragioni del "No" dei cittadini di Filogaso e Stefanaconi

La scelta del sito per la discarica  rischia di essere degradata ad una  querelle tra sindaci  o peggio ancora tra cittadini di comuni vicini  con i quali intercorrono da sempre rapporti di buon vicinato e di stima reciproca pur nella diversità culturale e storica di ciascuno. La scelta ,invece, impone una riflessione sugli aspetti tecnici –scientifici-ambientali  e politici che essa comporta. Nei verbali delle varie riunioni dell’ATO ,tranne in qualche intervento , mancano i criteri generali  prima di quelli tecnici che il sito dovrebbe avere per un insediamento così importante. Tali criteri dovrebbero rientrare in un piano più generale dello sviluppo della provincia, delle sue potenzialità,  delle sue risorse naturali, dei suoi insediamenti produttivi presenti e futuri e dei dati economici. In questo senso non è indifferente scegliere un sito piuttosto che un altro. Nella discussione tra i sindaci sembrano invece prevalere altre considerazioni  basate su preconcetti, sul temuto inquinamento del proprio territorio, su un paventato utilizzo improprio e sconsiderato dell’impianto, sugli appetiti che potrebbe scatenare e  su una sostanziale contrarietà dei propri amministrati.  Non è un caso che sono pochi i sindaci che hanno manifestato la disponibilità di accogliere l’impianto nel proprio paese.  Una scelta così importante avrebbe dovuto coinvolgere invece tutte le categorie sociali della Provincia, i sindacati, le associazioni ambientaliste, i partiti politici nessuno di loro invece ha battuto ciglio. I partiti si sono defilati per l'assenza di un orientamento comune e condiviso  tacendo o esprimendo posizioni diverse da quelle assunte a livello regionale e nazionale. I sindacati hanno completamente ignorato il problema e non si comprende il motivo del loro atteggiamento, la stessa cosa hanno fatto le associazioni ambientaliste .Un problema cosi importante non può essere disgiunto dalla situazione generale della Provincia, dai costi benefici in termini occupazionali , ambientali, turistici,  dal fatto  che la realizzazione della discarica potrebbe rappresentare un'occasione di crescita o addirittura decrescita del territorio. Probabilmente la Regione avrebbe dovuto ,nel determinare gli ambiti territoriali , escludere la nostra provincia proprio in virtù della sua vocazione turistica ed ambientale. Il flusso turistico nella provincia è maggiore che nelle altre province ed incide considerevolmente sul pil della Regione. In questo senso la proposta di alcuni sindaci di consorziarsi con Lamezia in deroga alla legge regionale non è peregrina

I  criteri tecnico-scientifici ed ambientali per la scelta del sito  dai quali non è possibile derogare sono quelli previsti  dalle numerose  leggi e sentenze nazionali e  regionali esistenti  sono così sintetizzabili:

1)             Distanze minime dai centri abitati,

2)             Classificazione zona sismica della zona,

3)             Distanza da embrioni acquiferi,

4)             Parchi o aree protette.

Il sindaco ed i cittadini di Filogaso, il comitato per il no sorto a S. Onofrio che ha raccolto più di mille firme contro la discarica, i cittadini ed il sindaco di Stefanaconi ,nonché presidente della Provincia , nelle numerose riunioni tenutesi hanno sempre sostenuto che il sito scelto in località “ Vajoti” ricadente nel territorio di S.Onofrio, non  rispecchia i requisiti di legge per i seguenti ordini di motivi:

1) L’ubicazione della discarica dista a circa un chilometro e mezzo dal centro abitato di Filogaso,

2) Manca un’indagine geotecnica e geologica che assicuri la stabilità del sito al carico cui verrà sottoposto, ( la zona è altamente sismica tanto che l’epicentro del terremoto del 1659 fu individuato proprio a Filogaso),

3) Il sito ricade in una zona idrogeologica significativa ( a poca distanza scorre il fiume Mesima) ,

4) Il sito è soggetto a forti venti che soffiano in direzione del paese,

5) È a ridosso di un bosco la cui vegetazione ed i prodotti del sottobosco famoso per i funghi verrebbero fortemente compromessi,

6) Il sistema viario non è idoneo a sostenere l’immancabile aumento del traffico,

7) si compromette lo sviluppo di una zona che presenta diversi insediamenti produttivi.

Il sopralluogo dei tecnici regionali pare abbia confermato l’esistenza di alcune criticità del sito. Il sindaco di S.Onofrio e l’Assemblea dell’Ato, con in testa il sindaco di Vibo,  nonostante le ragionevoli osservazioni ,  non vogliono recedere  da una scelta così  invisa ai cittadini ed hanno scelto quel sito  subordinandolo  agli esiti dello  studio di fattibilità   il cui finanziamento dovrebbe essere a carico della Regione.

L’ordinanza della governatrice Santelli ha fatto  precipitare una situazione  alquanto controversa  acuendo il malcontento di tutti i cittadini pronti ad intraprendere qualsiasi iniziativa per la salvaguardia del loro ambiente ,del loro territorio, della loro salute

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