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Viabilità. Frane, voragini e indifferenza: così il Vibonese è tornato nel Medioevo

A parole è un territorio che oggi, nell’epoca della globalizzazione, può competere con le realtà più avanzate grazie al suo “straordinario patrimonio naturale”. Nei fatti è un’area abbandonata, una plastica rappresentazione degli scenari del “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi. Mentre ai livelli più alti della politica si discute – non senza l’ilarità degli osservatori internazionali – del completamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria o dell’apertura della Trasversale delle Serre, qui, nei piccoli centri del Vibonese si vive una quotidianità intrisa di rassegnazione, carica di sofferenza e di voglia di fuga. Perchè allo sviluppo chi si confronta con un apparato infrastrutturale quasi inesistente non ci crede più. E, d’altronde, come potrebbe un giovane pensare di dare origine ad un’impresa che mira ad aggredire i mercati extraregionali se ha difficoltà a raggiungere con la sua vettura la città capoluogo di provincia o l’autostrada? Sul versante dell’ex SS 110, nel tratto che porta al bivio Angitola si formano periodicamente delle voragini o si registrano dei cedimenti che rendono pericolosa la viabilità, su quello che da Soriano porta a Vibo si susseguono frane con terra, arbusti e massi che vanno a finire sulla carreggiata. Oltre alla gravità del dissesto idrogeologico e ai danni causati dalla mano dell’uomo, stupisce l’assenza di reazione degli Enti preposti alla manutenzione delle arterie stradali: sembra quasi che l’apposizione della segnaletica che indica il rischio basti a pulire la coscienza e che la carenza di risorse finanziarie giustifichi la latitanza di provvedimenti. Così, fra lamentele dei cittadini che restano sulla rete virtuale ma non si riscontrano su quella reale e sostanziale indifferenza di una politica che aggiorna i suoi metodi ma non quelli atti alla formazione di una classe dirigente preparata e non contraddistinta da freddo distacco verso le esigenze dei suoi cittadini, ci restano mulattiere più facilmente percorribili in sella che non alla guida. Con sullo sfondo paesaggi da Medioevo.

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