Gagliato, inaugurato il centro sociale “Domenico Aspro”

Gagliato, piccolo centro della provincia di Catanzaro, ha celebrato con grande partecipazione l'inaugurazione del centro sociale e ricreativo “Domenico Aspro”, dedicato all'ex vicesindaco prematuramente scomparso nel mese di giugno del 2017 all'età di soli 50 anni.

In una atmosfera densa di commozione, il sindaco, Salvatore Sinopoli, ha reso omaggio alla memoria di Domenico Aspro, ricordandone il “meraviglioso esempio di impegno e dedizione al bene comune”. Al suo fianco, la moglie di Domenico, la sindacalista Caterina Vaiti, insieme ai figli Nicolò e Vitaliano, agli amici più cari ed ai parenti.

La cerimonia si è aperta con la lettura di un messaggio di saluto del sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita. Successivamente, il prof. Ulderico Nisticò ha reso la sua testimonianza, ricordando Domenico come un uomo di “entusiasmo e concretezza” che ha lasciato un vuoto difficile da colmare.

“Domenico Aspro ha speso la sua vita a servizio dell’intera comunità gagliatese e del comprensorio - ha sottolineato il sindaco Sinopoli - la sua mancanza si avverte ogni giorno, ma la sua eredità vive in ogni iniziativa tesa a migliorare la vita dei concittadini”

Questo sentimento è stato unanimemente condiviso da tutti i presenti, che hanno espresso profonda gratitudine per l'impegno costante che Aspro aveva mostrato nei confronti della comunità.

La cerimonia si è conclusa con il taglio del nastro, segnando l'apertura ufficiale del centro sociale e ricreativo. La nuova struttura è un luogo di incontro e di crescita culturale che porterà avanti l'eredità di Domenico Aspro, rimanendo un simbolo tangibile del suo impegno.

Con l'inaugurazione di questo centro, la comunità di Gagliato onora la memoria di un cittadino esemplare, facendo sì che il suo spirito di servizio continui a vivere e ad ispirare le future generazioni.

La sinistra non va mai al potere, se ci va non dura

I fatti novembrini della Leopolda, con agitazioni contro Bersani eccetera, mentre gli energumeni dei centri sociali, tra le mie risate, difendono con le spranghe la costituzione, inducono a qualche simpatica riflessione.

La sinistra non va mai al potere, e se ci va, non dura. Ci va, qualche volta, sotto forma di centrosinistra, cioè di un centro più vaghe opinioni ugualitarie. C’è stata in Russia, ma come dittatura della burocrazia. Il solo esempio di sinistra sinistra andato al potere in Europa Occidentale fu il Fronte Popolare di Blum, che nel 1936 vinse le elezioni in Francia. Nel 1938 venne abbattuto… e voi pensate da una congiura di aristocratici dell’ancien régime? Da biechi fascisti? Ma no, da un’ondata di scioperi operai!

 Fin dalle origini, negli ultimi decenni del XVIII secolo, la sinistra ha mostrato due evidenti caratteristiche, la seconda conseguenza della prima: alto livello di ideologizzazione, e altissima conflittualità. Marx ha passato più tempo a dir male di Mazzini e Proudhon che dei capitalisti; e viceversa.

 I socialisti italiani si divisero subito in correnti, che, alla grossa, erano due: riformisti e massimalisti; siccome nel 1919 avevano vinto le elezioni ma non sapevano che fare, subito una bella scissione, ed ecco il Partito Comunista d’Italia. Ogni socialista che si rispetti odia i comunisti, e ogni comunista disprezza i socialisti: vi ricordate di Craxi?

 I comunisti, giunti al potere con la forza in Russia poi Unione Sovietica, non per questo trovarono pace; anzi, Trotskij, che se ne stava micio micio e inoffensivo in Messico, venne raggiunto da una picconata speditagli da Stalin in persona: prevenire è meglio che curare, pensava Baffone. Gli anarchici spagnoli non dovettero attendere di essere eliminati dai franchisti, perché ci pensò alla grande il medesimo Stalin attraverso i suoi agenti, tra cui il famigerato Vittorio Vidali, che avrà a che vedere con l’assassino del detto Trotskij, e sarà deputato del PCI. 

 Per dirla con la Traviata, “qui son più miti i cuori”; e non è più tempo di omicidi politici. Renzi chiama rottamazione le sue operazioni di eliminazione politica dei vari D’Alema, Bersani eccetera.

 Tutto questo avviene, dal XVIII secolo, nella più ottusa buona fede; e gli odi tra le sinistre non son dovuti a volgari motivi di soldi e potere, ma sempre a nobili ragioni di alti ideali e parole; parole cui l’uomo di sinistra, a furia di ripeterle, crede davvero, e per cui lotta; nel passato neanche troppo lontano, fino a uccidere e morire. Non sto facendo ironia, è davvero così. Per le infinite divisioni sulle parole, la sinistra propriamente detta non andrà mai al potere. Il massimo che può sperare, qualche compromesso storico di breve durata; e che, generalmente, provoca interessi e corruzione. Tranquilli, è successo lo stesso ai miei ex camerati quando sono divenuti Alleanza Nazionale, Dio me ne liberi, a parte che nel 1995 me ne liberai da solo.

 Oggi, meno male, a sinistra si contentano di espulsioni.

  • Published in Diorama
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