Ancinale, un "Contratto di fiume" per dare impulso all'economia delle Serre

Ancora a proposito dell’Ancinale del quale si può leggere una mia nota apparsa su il redattore.it il 19 febbraio del 2015. Negli anni ’90 il Wwf ne aveva proposto il progetto di un parco fluviale compreso da tutti i centri abitati interessati dal passaggio delle acque del fiume. Insomma, nelle intenzioni del progettista e dell’Associazione naturalistica voleva essere una sorta di museo naturale all’aperto, luogo di studio e di ricerca ed occasione di svago come la pesca della trota. Già, la trota come volano di sviluppo economico anche attraverso la creazione di vasche di allevamento come avviene in Sila, favorendo così la ripresa dell’ecosistema fluviale. E nel 2011 il divulgatore scientifico Luciano Pisani aveva proposto un progetto inteso a trasformare l’Ancinale in un’oasi ecologica capace di soddisfare bisogni sociali, oltre che la salvaguardia dello stesso corso d’acqua; un progetto di arredamento urbano, di parco attrezzato, uno spazio ludico, piacevoli soste di osservazione ecc. Il lavoro del Pisani pare sia piaciuto anche agli ambientalisti del Wwwf e agli amministratori del Parco delle Serre. Non se fece nulla; occasione mancata come tante altre. E dire che il letto dell’Ancinale appare continuamente e pericolosamente imbrigliato da vegetazione selvaggia e rifiuti di ogni sorta. Ad ogni minima caduta di acqua piovana il pericolo di allagamenti si rende reale. Ma si è dimenticata la disastrosa e letale alluvione del 21 novembre del 1935? E si sono facilmente dimenticati anche gli allagamenti recenti degli anni scorsi?Orbene forse è arrivato il momento di porre rimedio. La Regione Calabria sta avviando una nuova forma di governance partecipativa, di pianificazione multidisciplinare e di prevenzione  denominata “Contratto di fiume”. Si tratta di un progetto che ha per obiettivo la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali assieme, ovviamente, alla salvaguardia dal rischio idrogeologico. Interessati a questa nuova iniziativa sono tutti i Comuni attraversati da un corso d’acqua i quali con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa possono dare avvio al percorso “Contratto di fiume”. Pertanto Serra San Bruno, in quanto capofila, Spadola, Brognaturo, Simbario, Cardinale, Chiaravalle Centrale e Satriano sono avvisati. Che anche questa non sia un’occasione mancata!

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Prevenzione ed emergenza, partono i "Contratti di Fiume"

L'assessore regionale alla "Pianificazione del Territorio ed Urbanistica" Franco Rossi ha presieduto un incontro sui "Contratti di Fiume". La Regione, infatti, ha avviato, così, una nuova forma di "governance" partecipativa, di copianificazione multidisciplinare, di prevenzione e di superamento di una cultura dell'emergenza. Dopo l'approvazione della delibera del luglio scorso, che definisce gli indirizzi operativi di attuazione dello strumento, presente anche il dirigente regionale Antonio De Marco, si è svolto, quindi, il primo incontro con i rappresentanti istituzionali di un territorio, quello del bacino del Neto, per avviare il percorso di formalizzazione del "Contratto di Fiume". All'incontro sono intervenuti il sindaco del Comune di Belvedere Rosario Macrì, il vicesindaco del Comune di Rocca di Neto Salvatore Claudio Cosimo, il sindaco del Comune di Santa Severina Salvatore Giordano, il sindaco del Comune di Scandale Iginio Pingitore, il presidente del Consorzio di Bonifica Ionio crotonese Roberto Torchia, il presidente del "Gal Kroton" Natale Carvello con la delega anche del Comune di Cotronei. Tutti i partecipanti hanno espresso la volontà di procedere, entro breve termine, alla sottoscrizione del Protocollo d'intesa attraverso cui formalizzare l'avvio del percorso "Contratto di Fiume", che sono strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata, condivisi tra soggetti pubblici e privati che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico. Il "Contratto di Fiume" partecipa, inoltre, alla protezione ed al ripristino della biodiversità e dei suoli, promuovendo, tra l'altro, i servizi ecosistemici, migliorando la tutela e la fruizione del patrimonio ambientale e culturale del territorio. 

Regione, dalla IV Commissione via libera al "Contratto Fiume"

Via libera al “Contratto di Fiume”, ulteriore strumento di attuazione del Piano di tutela delle acque e di governance finalizzato alla riqualificazione dei territori fluviali. E’ la novità rilevante introdotta dalla proposta di legge d’iniziativa del consigliere Nicola Irto (n.16/10), che ha modificato ed integrato la legge urbanistica della Calabria, introducendo un nuovo articolo con la finalità di dare un quadro ordinamentale a strumenti come “la pianificazione, la tutela ed il recupero del territorio regionale, nonché l’esercizio delle competenze delle funzioni amministrative ad esso attinenti”. La proposta è stata approvata all’unanimità dalla quarta Commissione consiliare “Assetto ed utilizzazione del territorio- Protezione dell’Ambiente”, presieduta dallo stesso Irto nel corso dei lavori odierni ai quali hanno preso parte i consiglieri Giovanni Arruzzolo, Arturo Bova, Giovanni Nucera e Domenico Tallini. Nel corso della seduta, proprio in merito all’introduzione del Contratto di Fiume, sono stati auditi per l’Autorità di bacino della Regione Calabria il segretario generale, ing. Salvatore Siviglia e per il Dipartimento Ambiente e Territorio l’architetto Paolo Galletta. Della legge, che consta di due articoli e non comporta oneri finanziari, il presidente Irto sottolinea i passaggi significativi: “Il Contratto di Fiume realizza un momento qualitativamente importante nel quadro di grave condizione di dissesto idrogeologico che caratterizza il territorio calabrese, dove il progressivo abbandono delle zone montane e l’urbanizzazione di aree in prossimità dei corsi d’acqua o di zone in frana, richiedono una maggiore attenzione verso il problema. Ma il cambio di rotta culturale- aggiunge Nicola Irto- non può essere limitato ad interventi di prevenzione e allenamento, per quanto importanti, bensì deve comprendere la messa a punto di strategie integrate di governance fluviale per centrare l’obiettivo di uno sviluppo socio-economico equilibrato e sostenibile delle comunità interessate”. In questo senso, il Contratto di Fiume si presenta quale nuova opportunità per affrontare con maggiore efficacia la sfida del governo dei territori fluviali, attraverso l’azione sinergica e concertata che deve instaurarsi fra tutti i soggetti coinvolti: gestori della risorsa e del territorio, rappresentanti delle categorie e i singoli cittadini. “Per far crescere le politiche in materia di acque nella nostra Regione, è necessario che ci sia un coinvolgimento più diretto ed un diverso livello di responsabilizzazione di tutti gli attori. Ed è quello che abbiamo cercato di fare con questa legge”, conclude Irto.

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