"Con gli occhi di Nicodemo" di Uldericò Nisticò va in scena a Catanzaro

Giovedì 6 aprile, alle ore 18, nella chiesa del Monte di Catanzaro, si terrà la manifestazione teatrale “Con gli occhi di Nicodemo” sul tema della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo.

Il testo di Uldericò Nisticò, sarà rappresentato attraverso le figure di Nicodemo, Pilato, Bartimeo, la Peccatrice, Annah, Caifa, Giuda, Giuseppe d’Arimatea, Claudia Procula, Maria Santissima, Maria Maddalena. 

La rappresentazione sarà accompagnata dal canto lirico e dalla musica di Daniele Tommaso Mellace, Fernanda Iiritano, Amedeo Lobello.

Unire i Comuni per superare la crisi

 Capisco che siamo in crisi economica mondiale, e figuratevi calabrese, ma non riduciamo tutto ai conti della serva. La conurbazione, cioè fusione tra Comuni, farà certamente risparmiare qualche stipendio di sindaco: se però fosse solo questo, la spesa, con tutti i passi e procedimenti, non varrebbe l’impresa. Lo scopo della conurbazione è consentire l’uso ragionevole della principalissima risorsa di ogni comunità: il territorio. Qualunque cosa vogliate farne – turismo, industria, agricoltura, boschi, pascolo eccetera – il territorio è la risorsa prima, e se male adoperato, il danno è secolare, e i rimedi, quand’anche possibili, sono lunghi e pesanti. Vi porto un solo esempio. Soverato è ancora il centro più popoloso e meglio dotato di servizi del Basso Ionio catanzarese. Ebbene, le circostanze storiche hanno ridotto il suo agro comunale a 7,5 kmq.; e lo vediamo costipato tra una sua piccola zona industriale (Caldarello) e la vasta zona industriale di Satriano (Nigrello - Laganosa), entrambi esempi di spreco di aree che andavano destinate al turismo. Esempi ancora più strambi ce li fornisce Gasperina, con agro sotto Montepaone e sotto Stalettì, e senza mare; o Petrizzi, con una “zona turistica” in alta collina e lontana da una spiaggia, che del resto è di Montepaone o Soverato. In queste e altre non meno complicate situazioni – dimenticavo Satriano nel bel mezzo di Davoli! – come si fa un piano regolatore, o qualsiasi altra seria programmazione? A scanso di interventi di intellettuali della domenica, vi ricordo che quasi tutti i Comuni calabresi non risalgono affatto alla mitica Magna Grecia e ai tempi del re Italo, ma sono stati istituiti, quasi sempre per arte e dolo a vantaggio di quattro possidenti giacobini, da Giuseppe Buonaparte nel 1807 o da Murat nel 1811. Così vi passano le ubbie storiografiche.  Ciò premesso, logica vuole che nascano, per restare nella Valle dell’Ancinale e dintorni, i seguenti nuovi Comuni: Nardodipace, Fabrizia, Mongiana, Serra S. B., Spadola, Brognaturo, Simbario; Torre R., Cardinale, Chiaravalle Centrale, Argusto. Né è detto che i futuri Comuni accorpati debbano risultare dalla sommatoria degli attuali agri, o non sia il caso di riconsiderare anche i confini.  È già nella natura delle cose che siano integrati i paesi di Petrizzi, Gagliato e Satriano con Soverato. Vorrei meglio convincermi se estendere l’ambito anche a Davoli e S. Sostene; o che questi, con S. Andrea, possano farsi Comune. Insomma, questa proposta delle conurbazioni sarebbe un lavoro per competenti, per una commissione seria e fattiva, e con meno profumo di politicanti che si possa; e tenendo alla larga i chiacchieroni generici. Ma dove metteremo le sedi comunali? Boh, al centro di ogni nuovo Comune. E come farà la vecchietta a raggiungere l’ufficio per un certificato? Con una delegazione per quartiere, un ufficio con un piccolo computer e una robusta stampante.

  • Published in Diorama
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