Volley, la Tonno Callipo conferma Davide Marra

Negli ultimi giorni il suo nome circolava insistentemente sulle frequenze di radio mercato.

D’altronde, dopo una stagione straordinaria, era prevedibile che Davide Marra potesse essere appetibile sui tavoli del volley mercato.

La Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia ha però messo fine a tutte le voci ed ha confermato il libero di Praia a Mare, vero e proprio pilastro in campo dei giallorossi.

E’ stato lo stesso Presidente Pippo Callipo ad ufficializzarlo ieri pomeriggio durante la conferenza stampa svoltasi al Palavalentia.

Una conferma importantissima per la società giallorossa che si tiene stretto uno dei migliori interpreti del ruolo.

Così Davide Marra sulla sua conferma in giallorosso (terza stagione consecutiva con la casacca giallorossa): “Ci tengo a ringraziare profondamente il presidente Pippo Callipo per la fiducia che ha nei miei confronti. Essere stato il primo rinnovo per la Tonno Callipo è un segnale molto bello, voglio ringraziare tutti, i dirigenti e anche la fossa giallorossa e i tifosi che in questi giorni mi hanno inondato di messaggi d’affetto. Sono veramente molto felice di giocare ancora a Vibo, di indossare questa maglia e di rappresentare la Calabria. E’ motivo di vero orgoglio e sono pronto a dare tutto per questi colori. Conosco mister Tubertini con il quale abbiamo lavorato a Piacenza e non vedo l’ora di poter iniziare a lavorare con lui e con i miei futuri compagni di squadra”.

Operazione “U Patri Nostru” sequestrato patrimonio del valore di 28 milioni di euro (VIDEO)

Sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio CalabriaDirezione Distrettuale Antimafia, le Fiamme Gialle del locale Comando Provinciale, del Nucleo Speciale Polizia Valutaria e del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata hanno eseguito, nelle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Roma, un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria con il quale è stata disposta, nei confronti dell’imprenditore edile vibonese RESTUCCIA Angelo, l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dell’intero patrimonio aziendale di n. 4 imprese commerciali, delle rispettive quote societarie, di n. 27 immobili (appartamenti, locali commerciali, terreni), di svariati rapporti finanziari e assicurativi, il tutto per un valore stimato pari a circa 28 milioni di euro.

Tale provvedimento si fonda sulle risultanze delle attività investigative poste in essere dalla Guardia di Finanza, da cui è emerso che l’imprenditore – sebbene abbia riportato solamente condanne per fatti di modesta entità (violazioni fiscali e alla normativa sul lavoro), peraltro risalenti – è da tempo colluso con la ‘ndrangheta, avendo avviato ed accresciuto le proprie attività grazie agli appoggi delle cosche “Piromalli” e “Mancuso” operanti rispettivamente nei territori di Gioia Tauro (RC) e Limbadi (VV) e legate da accordi e cointeressenze economiche, così come si ricava dalle evidenze giudiziarie del processo cd. “Tirreno” e, da ultimo, del processo cd. “Mediterraneo”. Tale rapporto sinallagmatico, risalente ai primi anni Ottanta, ha consentito all’imprenditore di prosperare e, nel contempo, ha favorito gli interessi dei sodalizi mafiosi, rafforzandone le capacità operative e di controllo del territorio.

La figura di RESTUCCIA Angelo è inizialmente emersa nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Bucefalo”, condotta dai predetti Reparti delle Fiamme Gialle e conclusasi con l’esecuzione, nel corso del 2015, di provvedimenti cautelari personali e patrimoniali nei confronti di n. 11 soggetti, tra cui il noto imprenditore ANNUZIATA Alfonso cl. 43. In quel contesto era emerso lo storico legame tra quest’ultimo ed i componenti di vertice della cosca “Piromalli” – da Don Peppino cl. 21 fino a Pino PIROMALLI cl. 45 – e come lo stesso si fosse prestato “(…) da oltre venti anni, volontariamente e consapevolmente, al perseguimento degli scopi imprenditoriali ed economici della predetta cosca, così creando e sviluppando, nel tempo, solide cointeressenze economiche, accompagnate da ingenti investimenti commerciali nel territorio di Gioia Tauro (un esempio per tutti la realizzazione del parco commerciale ANNUNZIATA). ANNUNZIATA, in definitiva, è da ritenere partecipe della cosca PIROMALLI, rappresentandone (…) il «cuore imprenditoriale»”. Attraverso le indagini svolte era stato possibile accertare che nella realizzazione del “Parco Commerciale Annunziata” di Gioia Tauro (RC) erano state impiegate diverse imprese legate, direttamente o indirettamente, a cosche di ‘ndrangheta. L’assegnazione 2 dei lavori, infatti, era una prerogativa esclusiva della cosca “Piromalli”, tanto da rappresentare uno dei motivi scatenanti la storica rottura dei rapporti tra la citata famiglia e la cosca “Molè”, le più potenti della piana di Gioia Tauro, storicamente legate da vincoli economici e di sangue.

In questo contesto, la RESTUCCIA COSTRUZIONI S.p.a. – gestita ed interamente riconducibile a RESTUCCIA Angelo – ha realizzato una consistente parte dei lavori edili, ovvero la struttura prefabbricata adibita a nuova sede dell’“ANNUNZIATA S.r.l.”, oltre a due capannoni ed un fabbricato che insistono all’interno del parco commerciale. Le investigazioni svolte, corroborate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno inoltre consentito di appurare come “…don Angelo Restuccia…” non solo conoscesse da tempo i vertici della cosca “Mancuso”, ma li frequentasse e si rapportasse con loro, attraverso un rapporto duraturo e sinallagmatico tale da produrre reciproca collaborazione e reciproci vantaggi, aventi ad oggetto il comune interesse alla realizzazione di opere edili - sia pubbliche che private - nel territorio calabrese. RESTUCCIA Angelo è quindi un esempio emblematico di “imprenditore mafioso”, che ha instaurato con la 'ndrangheta, tanto reggina quanto vibonese, un rapporto interattivo fondato su legami personali di fedeltà e orientato ad un vantaggio economico, avendo certamente tratto dall'attiguità agli ambienti criminali un beneficio per la propria attività imprenditoriale. Una volta delineato il profilo di pericolosità sociale qualificata del proposto, l’attività investigativa si è concentrata, poi, sulla ricostruzione del complesso dei beni di cui RESTUCCIA Angelo e il suo nucleo familiare sono risultati poter disporre, direttamente o indirettamente, nell’arco temporale intercorrente dal 1985 al 2017, accertando, non solo la sproporzione esistente tra il profilo reddituale e quello patrimoniale, ma, soprattutto, il ruolo di imprenditore “mafioso” che lo stesso ha rivestito nel tempo, tanto da poter sostenere che il patrimonio accumulato altro non sia che il frutto o il reimpiego dei proventi di attività illecite e, nella specie, dell’attività delittuosa di cui all’art. 416-bis c.p.. Si è appurato infatti, che la "corporate governance" sistematicamente illecita abbia alterato nel tempo le attività economiche riconducibili alla famiglia RESTUCCIA, snaturandone la loro ipotetica origine lecita, e trasformandole quindi - quale "frutto di attività illecita" - in altre entità economiche distinte dalle precedenti.

Alla luce di tali risultanze, su richiesta della stessa Direzione Distrettuale Antimafia, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto, con l’odierno provvedimento, il sequestro di prevenzione sui seguenti beni riconducibili a RESTUCCIA Angelo:

Vibo capitale della cultura

"L'iniziativa di candidare Vibo Valentia a capitale della cultura è alquanto ambiziosa”, così si esprime il segretario della Confail, Domenico Russo, in merito all’idea lanciata da alcune associazione per sostenere la candidatura della città a capitale della cultura. Tuttavia, a giudizio di Russo, si tratta di un “progetto che va sostenuto, poiché eventuale scelta, porterebbe a Vibo altre un milione di euro di finanziamenti; si riverserebbe sul territorio una entità economica non indifferente, un prestigio per la città e l'economia, considerato il gran movimento di risorse economiche ed umane che si riverserebbe sul capoluogo di provincia”.

Secondo Russo, quindi, “per poter partecipare alla candidatura occorre elaborare un corposo dossier, secondo quelle che sono le indicazioni previste dal bando emanato dal Ministero dei beni culturali”. Un dossier in cui inserire, tra le altre cose, “il miglioramento e il potenziamento dei servizi”. Detto ciò il segretario della Confail pone alcuni quesiti: “Questa città è in grado di attrezzarsi alle esigenze e alle richieste del bando?”. A tal proposito non manca di evidenziare come “i servizi più elementari lasciano a desiderare, la città è nel degrado più assoluto e profondo. La sanità è nel caos; le vie di comunicazione sono una groviera; i trasporti locali non esistono”. A giudizio di Russo, inoltre, “in questa città non esiste l'accoglienza e l'ascolto per i cittadini, figuriamoci per i turisti, per i quali dovrebbe essere attivato un servizio di informazione, a prescindere dalla candidatura”.

Altri quesiti, che il sindacalista pone ai soggetti coinvolti: “Vincerà Vibo rispetto ad altre città candidate? Me lo auguro. Lungi da me pensare - aggiunge - che sia solo un tentativo di vittoria al solo scopo di ripartizione dei contributi tra gli addetti ai lavori. Come tutti sanno, la giuria, che dovrà esaminare eventuali progetti sarà composta da sette esperti di dichiarata fama nel settore della cultura, delle arti della valorizzazione territoriale e turistica, per cui Vibo li ha queste caratteristiche?”. La conclusione del sindacalista è per dire che la “candidatura e la vittoria di Vibo Valentia a capitale della cultura italiana, se ben preparata, sarà senz'altro un’opportunità per stimolare risorse, intelligenza e progettualità diverse, convergendo nella direzione di una visione strategica di condivisioni”.

 

 

 

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Tonno Callipo, presentato il nuovo allenatore Lorenzo Tubertini

Nel corso di una conferenza stampa la Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia ha presentato il nuovo allenatore Lorenzo Tubertini. L’occasione ha permesso, inoltre, al presidente Pippo Callipo di offrire importanti dettagli in merito alla questione relativa all’impianto di gioco.

In un Pala Valentia che ha accolto la presenza numerosa di tifosi e dei media locali, la società giallorossa ha presentato il suo nuovo condottiero, Lorenzo Tubertini. Insieme al neo coach, il presidente Pippo Callipo, il supervisore generale Michele Ferraro e il direttore sportivo Chico Prestinenzi.

La conferenza stampa si è aperta con i saluti di Michele Ferraro e Pippo Callipo. E’ stata poi la volta di Lorenzo Tubertini che alla domanda sul perché abbia sposato il progetto della società calabrese, ha risposto: “Perché Vibo ha creduto in me e fin dalla prima chiamata non ho avuto dubbi. Sapevo di venire in un club importante che vuole migliorare e che punta a far bene in un campionato importante e per me è una grandissima opportunità iniziare questo percorso e cercare di costruire una squadra che possa essere protagonista. Stiamo cercando, stiamo valutando e aspettando alcune proposte, vorremmo costruire una squadra ambiziosa, con giocatori di un certo livello che possano sviluppare un lavoro tecnico di crescita durante l’anno. E poi qualche giocatore esperto che possa dare equilibrio. Possiamo partire da una buona base già valida. Non ci sono obiettivi fissi, l’ottavo posto è un punto di partenza, non sarà semplice entrare tra le prime otto. Vorrei cercare di creare un gruppo ambizioso che possa arrivare il più in alto possibile”.

Un boato di gioia ha, poi, in seguito l’annuncio fatto dal patron giallorosso: “Insieme a noi ci sarà ancora Davide Marra – ha sottolineato il Presidente Pippo Callipo – il secondo allenatore Antonio Valentini e il preparatore atletico Pasquale Piraino”. Dunque, il libero di Praia a Mare sarà ancora il pilastro della seconda linea giallorossa per la terza stagione consecutiva e ritroverà mister Tubertini che, nel ruolo di secondo allenatore, ha avuto già modo di conoscere ed apprezzare nelle stagioni trascorse a Piacenza. E il tecnico di Castelfranco Emilia ha poi ricevuto l’affetto e il calore dei tifosi del Volley Club “G. Callipo” con l’abbraccio del presidente Elia Serrao al nuovo condottiero giallorosso.

E poi ancora, la questione relativa alla capienza dell’impianto di gioco (capienza minima 3000 spettatori a sedere dalla stagione 2016-17 per come scritto all’Art.6.2 c) del regolamento organico dei campionati di pallavolo di Serie A maschile). Una questione sulla quale si sono soffermati con fermezza e completezza d’analisi il presidente Pippo Callipo e il diretto sportivo Chico Prestinenzi. Sul punto, il presidente Pippo Callipo ha sottolineato:

“Essere Super non vuol dire avere 3000 posti a sedere in un palazzetto. Essere Super vuol dire essere corretti, rispettare le regole, pagare i giocatori e tutto il resto. Non è una regola stabilita e sono tutti coalizzati, eccetto la società di Modena. Tutto il Sud, da Perugia in giù rimarrà fuori. Noi, Latina, Molfetta, Sora e anche Castellana Grotte se dovesse essere promossa. La pallavolo finirà a Perugia. Al Nord, la Lega Pallavolo e le nove società favorevoli sono peggio della Lega Nord. Vogliono fare la loro Lega, si vogliono spostare con l’autobus a poche ore una dall’altra, farsi il loro campionato e divertirsi. Quello che percepisco è che del movimento pallavolistico, di sviluppare questo sport in Italia non gliene importa niente. Loro guardano solamente il loro problema, vorrebbero un campionato a dieci squadre del Nord da Perugia in su. Abbiamo un presidente di Lega che credo sia abbastanza vigile, non si può dividere l’Italia in due. Sono il primo a dire: rispettiamo le regole e sono il primo a rispettarle. Ieri, insieme alle altre società del Mezzogiorno, abbiamo mandato una lettera al presidente della Federazione Cattaneo perché affronti la cosa con serenità e attenzione. Noi non chiediamo nessuna raccomandazione, non ne abbiamo bisogno, però abbiamo bisogno di rispetto”.

In merito alla questione dell’impianto di gioco, Chico Prestinenzi ha dichiarato: “La presunta regola dei 3000 posti non è altro che un richiamo per un accordo programmatico futuro. E in più l’Art. 1.2 del Regolamento Organico dei Campionati di Pallavolo di Serie A Maschile è chiarissimo ove viene sottolineato che si tratta di un regolamento che viene redatto, mandato in Federazione e poi approvato di anno in anno. Di conseguenza non abbiamo usufruito di nessuna deroga e vorrei ricordare che, per non usufruire di deroghe, al nostro primo anno di A2 ci hanno costretto ad emigrare a Lamezia e al primo anno di A1 a Catanzaro. Abbiamo sempre rispettato la legge. Noi abbiamo richiesto che la nuova presunta regola dei 3000 posti non venga applicata anche perché il problema del pubblico è per tutti, ad eccezione di Modena. Durante la regular season tutte le società hanno grossi problemi. In questo momento che senso ha perdere realtà come Latina, Sora, Molfetta, Vibo Valentia? Che priorità è quella di passare da 2000 a 3000 posti? Anziché andare a guardare le priorità di società che, dopo anni di deroghe, hanno abbandonato la propria città e il costo è stato amarissimo perché hanno abbandonato uno dei settori giovanili più importanti d’Italia per trasferirsi in un altro impianto?”.

Inquinamento ambientale, Pasqua: "Condivido l’ordinanza emessa dal prefetto di Vibo Valentia"

“Condivido lo spirito e la sostanza dell’ordinanza emessa dal prefetto di Vibo Valentia, dottor. Guido Longo, con cui si dettano regole chiare in relazione alla prevenzione dell’inquinamento ambientale, in particolare di quello marino”.

E’ quanto afferma in una dichiarazione il consigliere regionale Vincenzo Pasqua, membro della quarta Commissione consiliare ‘Ambiente’.

“La determinazione del Prefetto Longo di contribuire con il proprio atto, e in maniera efficace, ad impedire lo scarico selvaggio di liquami fognari ad opera di auto spurgo imponendo il rispetto rigoroso di orari compresi tra la prima serata e le sei del mattino – prosegue Pasqua – rappresenta un tassello di riferimento anche per le amministrazioni locali e la politica che devono innalzare i loro sistemi di prevenzione e di controllo, altrimenti, anche per la prossima stagione estiva, continueremo a riempire pagine di cronaca con assoluto senso di impotenza  e per pura polemica fine a se stessa. Lo sversamento di liquami fognari nei greti dei torrenti o nelle condotte riservate alla raccolta delle acque meteoriche – dice ancora Vincenzo Pasqua -  con il limitato funzionamento degli impianti di depurazione, è una tra le più intollerabili emergenze che hanno segnato lo sviluppo turistico della fascia costiera tirrenica, senza soluzione di continuità. Da parte mia, avevo suggerito durante una delle sedute della Commissione ‘Ambiente’ – continua Pasqua – una forte iniziativa politico-istituzionale per affiancare l’attività di controllo e repressione  esercitata dagli apparati dello Stato. L’ordinanza del prefetto, dottor Guido Longo, che decorre dal 10 maggio al 30 settembre, non può essere lasciato come unico strumento di iniziativa pubblica e come unica misura di prevenzione, seppure utilissimo, ma diventare elemento di stimolo per la politica e le istituzioni locali per affrontare ‘di petto’ un tema che certamente, qualora non risolto, continuerà a pesare sull’immagine della nostra regione inficiando negativamente le prospettive turistiche e l’attività delle imprese del settore che proprio nei periodo estivo trovano ossigenazione e energia per andare avanti. Problemi certamente antichi – afferma Pasqua – che non possono essere risolti in poche settimane, ma siamo ormai giunti al punto di non ritorno, se è vero come è vero, che l’Europa ci condannerà molto presto a pagare salatissime multe poiché nel mare Mediterraneo i Paesi comunitari come il nostro continuano a sversare liquami fognari marcando ritardi decennali nel controllo del ciclo delle acque e della loro depurazione. Non vorrei – continua Vincenzo Pasqua – che da qui a qualche settimana dovessimo riprendere nuovamente la conta delle ‘macchie galleggianti’ a ridosso delle nostre battigie che inquietano residenti e turisti, collocando la nostra regione tra le più problematiche dal punto di vista della salvaguardia della salute e della natura. Auspico pertanto – termina Vincenzo Pasqua – che anche gli altri Prefetti della regione, ove non fossero già state assunte simili iniziative, possano assumere provvedimenti mirati a tutela dell’ambiente per come deciso dal prefetto di Vibo Valentia”.

l direttivo della Cgil si riunisce a Rombiolo

Riceviamo e pubblichiamo

"Il Direttivo Confederale della Cgil, previsto per venerdì 12 maggio, dalle ore 10 alle 13, e che avrebbe dovuto riunirsi in seduta ordinaria nella sede della CGIL di Vibo Valentia, è stato spostato presso la sala del Consiglio Comunale di Rombiolo, alla presenza anche del segretario regionale della Cgil Calabria Angelo Sposato.

La scelta di questa particolare sede per svolgere la massima assise della Cgil di Vibo Valentia non è un fatto casuale: Rombiolo è un luogo simbolico di una realtà tra le più colpite dalla crisi occupazionale, dove si sono persi centinaia di posti di lavoro, ma anche teatro, in particolare negli ultimi tempi, di episodi pervasivi di criminalità nei confronti di aziende e di lavoratori del posto. Cosa, questa, che rischia di mettere ancora più in ginocchio un già fortemente provato tessuto produttivo ed economico del luogo e di tutto il territorio vibonese. Ne sono ancora struggenti le storie, come quella della Gam & Oil o la Restuccia Costruzioni, che per diverse ragioni sono state abbandonate al loro infausto destino, annientando uno dei più avanzati tessuti industriali e professionali del vibonese nel settore della metalmeccanica e delle grandi costruzioni. 

Oggi, però siamo anche chiamati ad una più fattiva e fisica dimostrazione della dichiarata lotta ad ogni fenomeno che lede i principi di legalità e democrazia, e che mina fortemente la crescita del lavoro e dello sviluppo più generale. I reiterati atti di intimidazione ai danni della Cooper Poro sono la plastica dimostrazione di quanto rimane difficile e compromesso il generoso sforzo di fare impresa e di accrescere la partecipazione del lavoro. Riunirci a Rombiolo, dunque, crediamo sia un segnale importante e tangibile di solidarietà e vicinanza nei confronti dei lavoratori e della comunità tutta. La nostra è una presa di posizione netta contro ogni forma di criminalità, ed insieme la speranza che istituzioni e politica possano essere strumento di prevenzione, prima ancora che repressivo, per ridare a questa realtà e complessivamente a tutto il vibonese, la centralità del valore lavoro e del riscatto di un territorio che ha tutte le potenzialità di rimettersi in corsa con grande dignità".

CGIL Vibo Valentia

 

Il Giro d'Italia Passa da Vibo

Giovedì 11 maggio la carovana ciclistica del 100° Giro d’Italia, proveniente dal reggino, attraverserà l’intero tracciato della SS.18 della provincia di Vibo Valentia, interessando i territori dei comuni di San Calogero, Mileto, Ionadi, Vibo Valentia, Pizzo e Francavilla Angitola.

Secondo la cronotabella predisposta dall’organizzazione, il transito dei ciclisti avverrà in un orario compreso tra le 13.45 e le 14.32.

L’enorme popolarità della manifestazione sportiva richiamerà una grandissima affluenza di pubblico, soprattutto nei centri urbani di Mileto, Vibo Valentia e Pizzo, che saranno attraversati per tutta la loro lunghezza dalla carovana.

Per esigenze di sicurezza, il traffico veicolare nel senso contrario alla direzione di marcia dei ciclisti sarà interrotto due ore prima; un’ora prima, invece, l’accesso al tracciato sarà del tutto precluso.

Al fine di limitare disagi al gran numero di studenti, soprattutto ai pendolari, che al consueto orario di uscita troverebbero le strade interdette al passaggio dei mezzi pubblici e privati utilizzati per il ritorno a casa, il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria ha invitato tutti i Dirigenti scolastici dei comuni interessati ad anticipare, nella giornata dell’11 maggio, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado

 

Vibo: ancora irrisolto il problema alla rete idrica di Triparni, la denuncia di Gioventù nazionale

"Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. E questa vicenda, che si protrae ormai da mesi, sembra non esser affatto ben accetta, dall'intera popolazione, oramai allo stremo delle forze, per vie delle battaglia quotidiane per lo stato a dir poco penoso della frazione. Inutili le diverse segnalazioni al Comune di Vibo Valentia e le denunce fatte nei giorni scorsi dal coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia, Anthony Lo Bianco".

È quanto si legge in una nota  del direttivo provinciale di Gioventù nazionale.

"Arrivati a questo punto proseguono gli esponenti del movimento giovanile di Fratelli d'Italia -  bisogna proprio dirlo: Triparni è ormai un centro abbandonato a se stesso, completamente lasciato al proprio destino. Per le due perdite alla rete idrica, infatti, non è stato adottato nessun tipo di provvedimento; da ciò ne consegue un enorme spreco di un bene tanto prezioso qual è l'acqua. Il problema è aggravato dal dissesto idrogeologico che interessa la zona e da un'eventuale presenza (mai chiarita a pieno) di fonti inquinanti, le quali conferirebbero all'acqua un elevato rischio tumorale. Gli abitanti - conclude la nota  gradirebbero particolarmente un semplice segno di vita da parte dell'amministrazione comunale. In fin dei conti, basterebbe un po' di impegno e buona volontà: non si tratta certo di un problema irrisolvibile". 

 

 

 

 

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