Tarsia, Corbelli ed il cimitero dei migranti rinviato

 Franco Corbelli non è molto dotato di senso dell’ironia, e figuratevi dell’autoironia; tanto meno lo sono i giornalisti che gli danno retta. E già, o qualcuno almeno un poco di sano sarcasmo lo farebbe, su questa idea funerea, e soprattutto sui continui rinvii corbelleschi di “imminenti” lavori, quando poi le cronache suggeriscono che non c’è ancora un mattone sopra un mattone.

 Oggi, che è il 19 novembre 2016, il Corbelli informa che i lavori “dovrebbero” iniziare il 30 di questo mese. Poi, ascoltando bene, si apprende che non è stato deciso un bel nulla, e che, tutto per tutto, il Corbelli ha chiesto al sindaco di Tarsia di mettere mano alla funebre zolla.

 Attenzione qui, amici lettori. È vero che la Regione Calabria, nella persona di Oliverio in persona, ha più o meno assicurato uno “stanziamento” di soldi per il simpatico edificio; ma è altrettanto, anzi più vero, che nel linguaggio della Regione, stanziamento e soldi non sono affatto sinonimi, e che tra lo stanziamento a parole e i soldi effettivi possono passare mesi e mesi, più spesso anni. Escludo quindi che i soldi per i cipressi e cedri ci siano, e siano disponibili in contanti.

 E allora, con quali monete il sindaco di Tarsia dovrebbe accontentare Corbelli? Anticipando con i fondi del Comune, cioè con le tasche dei cittadini? È così abbondante, il bilancio di Tarsia? E perché dovrebbe? E non ci sono priorità a Tarsia? Non buche, non acqua carente? Non ci sono bisognosi, a Tarsia? E che ne dice il Consiglio comunale? E non c’è un’opposizione consiliare, a Tarsia?

 Attenzione ancora. Se il sindaco di Tarsia spende soldi comunali oggi con la speranza del finanziamento regionale domani, anzi dopodomani, qui secondo me si configura un bel danno erariale. Io, al posto del sindaco, mi consulterei con un avvocato.

 Infine, esiste un impegno di spesa regionale, o il sindaco di Tarsia ha come unica pezza d’appoggio la parola onoratissima ma verbale di Franco Corbelli?

 Ma, alla fine, quale sarebbe la logica che degli stranieri decaduti, per esempio, a Sciacca o al Pantelleria, vengano sepolti in Calabria, e, tra tutti i luoghi calabri, a Tarsia? E a spese di chi?

 Insomma, ci sono fondati motivi perché un sindaco serio inviti Corbelli a ripassare quando porterà i soldi in contanti della Regione. Nel frattempo, Oliverio o cade o scade, e magari la Calabria si evita la realizzazione di questa sepolcrale idea balzana. Speriamo.

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Tarsia ed il cimitero dei migranti

Se io andassi alla Regione Calabria a chiedere un finanziamento per qualche iniziativa culturale, storica, letteraria eccetera, mi risponderebbero che è una bellissima pensata, anzi che solo a me poteva venire a mente una così bella, “però, in questo particolare momento, non ci sono soldi”. Nel caso migliore, mi diranno di ripassare quando scatteranno i PUS, PIS, PAS, PON, PON PON, POF, PUF e PUFFI… Tipo, per capirci, il Comitato pro Sirleto istituito da Caligiuri con finanziamento zero, cioè a spese dei comitanti, tra cui chi scrive. Posso sapere da Oliverio, o dalla sua Giunta di Alto Profilo, o da chi capita, come mai la Regione senza soldi trova quattro (04) milioni di euro, pari, per i nostalgici, a lire 7 miliardi e 745 milioni, e li trova senza battere ciglio per un cimitero? Eh, questo si chiama prendere alla lettera le Dodici Tavole: Deorum Manium iura sancta sunto. A questo prezzo… Il cimitero è quello dei migranti, e deve sorgere a Tarsia. È un’ideona intelligentissima di Franco Corbelli, ragazzi: tanto nomini nullum par elogium! Ecco alcune mie considerazioni: La parola “migranti” è giuridicamente ambigua, ma su questo argomento qui sorvolo. I “migranti” che arrivano in Calabria sono, grazie a Dio, pochi; sbarcano dalle nostre navi da guerra, e, grazie a Dio, sono vivi. Non riesco a ricordare un morto per sbarco. I forestieri che arrivano in Calabria non vedono l’ora di andarsene di corsa in posti migliori, e, grazie a Dio, molto spesso ci riescono. Non c’è perciò alcuna esigenza, grazie a Dio, di seppellire morti che sono vivi, e spero per loro tali rimangano. A parte che non credo quei poveracci paghino fior di soldi agli scafisti e alla mafia per avere la gioia di essere sepolti a Tarsia. Sappiamo che molti “migranti” sono morti per naufragio o altre cause, e ciò è avvenuto in mare o sta avvenendo nelle isole greche e nei Balcani. Secondo Corbelli e la Regione Calabria, se uno muore nell’Egeo o in Serbia dobbiamo andare a prenderlo per seppellirlo noi a Tarsia? A tale proposito, sono stati presi accordi internazionali per il trasporto delle salme da là a Tarsia? La Regione Calabria è facoltata a prendere accordi internazionali con Stati dell’Unione Europea come la Grecia, o fuori come la Turchia e la Serbia eccetera? Si è almeno rivolta, per la bisogna, al Ministero degli Esteri? Ho visto in tv il progetto del cimitero, e, così di primo acchito, mi è parso un cimitero comunale di Tarsia con una sezioncina riservata ad eventuali stranieri: al costo di milioni quattro. Se ho visto male, informatemi meglio. Che c’entra Tarsia con i “migranti”, che non è manco sul mare? Ah, perché settant’anni fa c’era un campo di concentramento per militari nemici prigionieri e per apolidi: tutto qui. La maggioranza consiliare di PD e altri ha deciso tale sperpero di milioni quattro. Che ne dice l’opposizione? Che ne dice la Santelli? Che ne dice Tallini? Che ne dice il gruppo di Forza Italia? Niente, non dicono niente. Già, siamo in Calabria, e “a mejjiu parola è chirha chi non nescia”. Mi risponderanno mai Oliverio, gli Alto Profilo, la Santelli, Tallini eccetera, Corbelli e il sindaco di Tarsia? Mai: “a mejjiu parola è chirha chi non nescia”.

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