'Ndrangheta, in manette due esponenti di spicco di una cosca del vibonese

I carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia, con il supporto di quelli di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, nei confronti di Pasquale Bonavota, di 43 anni e Francesco Salvatore Fortuna di 37 anni.

I due, ritenuti esponenti apicali della famiglia ‘ndranghetista dei “Bonavota”, attiva nei comuni di Sant’Onofrio e Maierato, sono accusati in concorso, a vario titolo, dei reati di omicidio, detenzione e porto di armi comuni e da guerra, furto, ricettazione, tutti in concorso ed aggravati dal metodo mafioso.

Gli arresti di oggi costituiscono il prosieguo dei fermi effettuati nel mese di dicembre 2016, quando era stato eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nei confronti di sei persone, ritenute esponenti di spicco della famiglia ‘ndranghetista dei “Bonavota”.

Nel 2016 il fermo di Bonavota non era stato convalidato dal gip di Roma, mentre Fortuna risultava indagato ed in carcere.

Gli arrestati sono ritenuti, unitamente a quelli fermati a dicembre, i mandanti e gli esecutori materiali dell’omicidio di Raffaele Cracolici, avvenuto il 4 maggio 2004 a Pizzo Calabro (VV).

Secondo gli investigatori l’omicidio sarebbe stato commissionato dalla famiglia “Bonavota” per eliminare la vittima, ritenuta di ostacolo all’espansione territoriale sulla zona industriale  di Maierato.

A dicembre, nell’ambito dell’operazione “Conquista” che portò alla disarticolazione della cosca dei “Bonavota” si fece luce anche sul delitto di Domenico Di Leo, commesso il 12 luglio 2004 a Sant’Onofrio, nonché sui colpi d’arma da fuoco esplosi, nel giugno del 2004 all’azienda “Giacinto Callipo Conserve Alimentari S.p.a.” e, più recentemente, nell’aprile del 2016 al complesso residenziale “Popilia Country Resort”.

Operazione “Conquista”, restano in carcere gli esponenti del clan Bonavota di Sant’Onofrio

I carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Gip presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei riguardi di quattro soggetti, esponenti di spicco  della ‘ndrangheta di Sant’Onofrio, già detenuti perché tratti in arresto il 14 dicembre scorso, nell’ambito dell’operazione “Conquista”, in esecuzione del Fermo di Indiziato di Delitto disposto dal Pm della DDA di Catanzaro, Camillo Falvo. 

Il provvedimento è stato successivamente convalidato dal Gip di Vibo Valentia che ha trasmesso gli atti per competenza al Gip di Catanzaro, il quale ha emesso l’ordinanza notificata ieri agli interessati nella casa circondariale di Vibo Valentia.

Restano in carcere, quindi, Domenico Bonavota, Onofrio Barbieri, Giuseppe Lopreiato e Domenico Febbraro.

Il Gip distrettuale, Pietro Carè, dovrà valutare le posizioni degli altri indagati anche alla luce dei nuovi elementi forniti dalla DDA.

Le indagini hanno consentito di individuare mandanti ed esecutori materiali di due omicidi avvenuti nel vibonese nel 2004: omicidio di Raffaele Cracolici e Domenico Di Leo. Inoltre, è stata fatta luce dinamiche criminali, coincidenti con l’ascesa della famiglia dei “Bonavota” negli anni 2002-2004, da cui sono scaturiti i due citati gravi fatti di sangue. Conseguentemente, sono stati individuati mandanti ed esecutori materiali, riconducibili alla famiglia dei “Bonavota”, dei danneggiamenti mediante esplosione di colpi di arma da fuoco avvenuti  a Maierato nel 2004 all’azienda “Giacinto Callipo Conserve Alimentari S.p.a.” e più recentemente nel 2016 al complesso residenziale “Popilia Country Resort”.

'Ndrangheta, operazione Conquista: ritorna in libertà il presunto boss del clan Bonavota di Sant'Onofrio

Dopo l'operazione Conquista nel corso della quale, nei giorni scorsi, i carabinieri hanno fermato cinque persone ritenute appartenenti al sodalizio mafioso dei Bonavota di Sant'Onofrio, in provincia di Vibo Valentia, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma he deciso di rimandare in libertà Pasquale Bonavota.

Ritenuto dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro capo dell’omonimo clan, l'uomo lascia, quindi, il carcere di Regina Coeli, dove era detenuto con l’accusa di omicidio, detenzione di armi, tentata estorsione, danneggiamento. Oltre a non convalidare il fermo, il magistrato romano non ha emesso nessun altro provvedimento ritenendo, pertanto, non necessaria l'applicazione di alcuna misura cautelare.

Esito diverso, invece, per gli altri fermati. Il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, ha, infatti, convalidato il provvedimento disposto dalla Direzione distrettuale antimafia ed ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del fratello del presunto boss, Domenico considerato il capo dell’ala militare del clan; di Giuseppe Lopreiato e di Onofrio Barbieri.

Fermo non convalidato, infine, nei confronti di Domenico Febbraro, l’altro indagato nell’inchiesta Conquista. L'uomo rimane, comunque, in galera perché raggiunto da ordinanza del gip di Vibo

Resta ancora attivamente ricercato Nicola Bonavota, l'unico componente del gruppo ad essere è riuscito a sfuggire al blitz dei carabinieri.

Legami con una cosca di 'ndrangheta: chiuso un bar nel Vibonese

A causa dei presunti legami del proprietario con la cosca Bonavota, un bar è stato chiuso con effetto immediato dall'Amministrazione Comunale di Sant'Onofrio che ha accolto l'istanza in tal senso inoltrata dalla Prefettura di Vibo Valentia. Contestualmente, al commerciante è stata revocata la licenza. Secondo la Prefettura "l'esercizio dell'attività commerciale contrasta con le esigenze di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica". Il provvedimento è stato inviato alle forze dell'ordine affinché lo eseguano materialmente. 

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