‘Ndrangheta, operazione “Handover pecunia olet”: decine di arresti

E’scattata all’alba di oggi un’operazione, denominata “Handover pecunia olet”, durante la quale gli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo della polizia di Stato, del Ros dei Carabinieri (supportato dal Comando provinciale di Reggio Calabria) del Gico della Guardia di finanza di Reggio Calabria e dello Scico, hanno eseguito 53 ordinanze di misura cautelare, di cui 44 in carcere e 9 ai domiciliari, nei confronti di altrettante persone indagate, a vario titolo, per associazione mafiosa, detenzione, porto illegale e ricettazione di armi, estorsioni, favoreggiamento personale, aggravati dalla circostanza del metodo e dell’agevolazione mafiosa, nonché per traffico e cessione di sostanze stupefacenti.

In particolare, la Squadra mobile e il Servizio centrale operativo della polizia di Stato hanno eseguito 49 misure cautelari, il Ros e il Gico 4 misure cautelari e il sequestro di una cooperativa agricola, con annessi capannoni industriali e terreni e un’impresa individuale, per un valore stimato di oltre 8,5 milioni di euro.

L’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, scaturisce dalla convergenza investigativa di due indaginie - quella condotta dalla Squadra mobile denominata “Handover” e quella svolta dal Ros e dal Gico di Reggio Calabria denominata “Pecunia Olet” - nei confronti della cosca Pesce, ramificata sul territorio di Rosarno e in altri comuni della Piana di Gioia Tauro, con interessi estesi in ambito nazionale e all’estero.

I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 10.30 presso la Sala degli Stemmi della Prefettura di Reggio Calabria, alla presenza del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e del Procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci, del Questore di Reggio Calabria Bruno Megale, del Comandante provinciale dei Carabinieri Colonnello Marco Guerrini, del Comandante provinciale della Guardia di finanza, Colonnello Maurizio Cintura,­­ nonché dei rappresentanti degli Uffici e Reparti investigativi di Reggio Calabria che hanno condotto le indagini.

Arresto Antonino Pesce: i dettagli dell'operazione ed il video dell'arresto

Come già anticipato nel lancio di questa mattina, qui l'articolo, alle prime ore della mattinata odierna, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato hanno catturato il latitante della ‘ndrangheta calabrese Antonino Pesce, nato a Cinquefrondi (RC) il 14 aprile 1992, ricercato dal 4 aprile del 2017, allorquando si sottrasse all’esecuzione del Decreto di Fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Recherche” ed alla successiva Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 14.04.2017 dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di elementi di vertice, affiliati e prestanomi della potente "cosca PESCE" di Rosarno (RC), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale nei confronti del boss latitante Marcello Pesce, arrestato l’1 dicembre 2016 - aggravati dalla circostanza di aver agevolato un’organizzazione criminale aderente alla ‘ndrangheta - nonché di traffico e cessione di sostanze stupefacenti:

Il latitante Pesce Antonino, figlio del noto boss Pesce Vincenzo classe 1959, è stato scovato, sulla base di minuziose indagini, in un appartamento sito al primo piano del rione condominiale popolare “Oreste Marinelli” di Rosarno. Al momento dell’intervento da parte dei poliziotti, il ricercato non era armato e non ha apposto alcuna resistenza.

Ad Antonino Pesce viene contestato il ruolo di direzione e capo del ramo della "cosca PESCE" che si riconosce nella figura del padre Vincenzo, alias “U pacciu” (attualmente detenuto), con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni da compiere, degli obiettivi da perseguire, delle attività economiche da avviare ed attraverso cui riciclare il denaro e le altre utilità provento delle dette azioni delittuose.

Assieme al fratello Savino classe 1989, impartiva ordini e direttive alla cosca, facendo leva proprio sullo spessore criminale del padre, riconosciuto dagli altri esponenti di vertice della cosca quali Marcello ed Antonino( cl. '82) Pesce, con i quali trattava la ripartizione delle zone d’influenza e dei proventi del mercato del trasporto merci su gomma per conto terzi.

Infatti, Vincenzo Pesce è stato condannato, in via definitiva, a 16 anni di reclusione nell’ambito del processo "All Inside", quale esponente apicale dell’omonima cosca, nonché a cinque anni di reclusione, in primo grado, nell’ambito dell’operazione Reale 6 per il reato di scambio elettorale politico-mafioso.

L’indagine “Recherche” ha messo in evidenza l’attualità del potere criminale assunto dai fratelli Savino (attualmente detenuto) e Antonino cl. 1992, il cui carisma e potere intimidatorio induceva alcuni trasportatori della zona di Rosarno a cedere a soggetti di loro fiducia alcuni servizi di trasporto di merci su gomma (prodotti agrumicoli, kiwi ed altro), facendo prevalere il criterio dell’influenza sulla parte del territorio in cui avevano sede le aziende di settore, ricadenti sotto il loro controllo criminale già esercitato dal padre Vincenzo.

Complessivamente, l’indagine “Recherche” ha fatto luce sul monopolio della cosca PESCE nell’esercizio del trasporto delle merci su gomma nel territorio di Rosarno e zone limitrofe.

'Ndrangheta: deve scontare 11 anni di reclusione, arrestato

I carabinieri della Tenenza di Rosarno hanno tratto in arresto Giuseppe Filardo, detto "Fifio", 50 anni, disoccupato, condannato per associazione mafiosa.

L'uomo è stato rintracciato e tradotto nel carcere di Reggio Calabria, dove dovrà scontare una pena ad oltre undici anni di reclusione.

Arrestato, insieme ad altre 39 persone, nell'ambito dell'operazione "All Inside", Filardo è stato riconosciuto colpevole di aver svolto funzioni operative nel settore del traffico di sostanze stupefacenti e nella gestione di un'emittente radio abusiva, denominata "Radio Olimpia", riconducibile alla cosca Pesce di Rosarno.

 

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Attacco della Polizia di Stato agli interessi della cosca PESCE, sequestro di beni per 1 milione di euro

La Polizia di Stato, alla fine di una puntigliosa ed attenta attività investigativa di natura patrimoniale coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia - Sezione Misure di Prevenzione di Reggio Calabria, ha messo a segno l’ennesimo attacco agli interessi criminali della ‘ndrangheta, dando esecuzione ad un provvedimento di sequestro, emesso dal locale Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, che ha interessato beni riconducibili a SCORDINO Filippo cl. ‘75, attualmente detenuto, arrestato il 4 aprile scorso nell’ambito dell’operazione "Recherche”.

https://www.ilredattore.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=15036:ndrangheta-vasta-operazione-della-polizia-fermate-11-persone

https://www.ilredattore.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=15040:ndrangheta-operazione-recherche-arrestati-i-fiancheggiatori-del-boss-marcello-pesce

Nella stessa operazione"Recherche” , l'1 dicembre 2016, era stato catturato a Rosarno (RC) PESCE Marcello cl.’64 (qui l'articolo), latitante da oltre sei anni, di cui lo SCORDINO Filippo è ritenuto il braccio destro con il compito di gestire, in suo nome e per suo conto, il settore strategico per la cosca del trasporto merci su gomma.

Le indagini patrimoniali, condotte dal locale Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, hanno dimostrato la sproporzione tra i redditi percepiti dallo SCORDINO e il patrimonio a lui direttamente o indirettamente riconducibile, frutto del reimpiego di capitali illeciti.

Il Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Reggio Calabria, accogliendo le risultanze delle suddette investigazioni, ha disposto il sequestro dei seguenti beni:

- quota del 50% della società “ S.&T. Logistic s.r.l.”, con sede in Rosarno (RC), avente ad oggetto il trasporto merci su gomma;

- n.2 trattori stradali;

- conti correnti intestati a SCORDINO Filippo e ai familiari conviventi.

Il valore dei beni sequestrati ammonta complessivamente a circa 1 milione di euro.

'Ndrangheta: vasta operazione della polizia, fermate 11 persone

E’ iniziata all’alba di oggi una vasta operazione della Polizia di Stato per l’esecuzione di undici provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, nei confronti di elementi di vertice, affiliati e prestanome della cosca Pesce di Rosarno (RC).

I destinatari del provvedimento sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale nei confronti del boss latitante Marcello Pesce, arrestato dalla polizia l’1 dicembre 2016, nonché di traffico e cessione di sostanze stupefacenti.

L'operazione, denominata "Recherche", ha preso l'abbrivio in seguito alle indagini che hanno permesso agli uomini della Squadra mobile del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato di catturare il pericoloso latitante Marcello Pesce. Nel corso delle attività, gli investigatori hanno individuato una rete di persone che, per anni avrebbe favorito la latitanza di Pesce.

Grazie alle coperture, il boss rosarnese avrebbe potuto continuare a giocare un ruolo di primo piano nel panorama 'ndranghetistico della fascia tirrenica delle provincia di Reggio Calabria. Grazie alle indagini è stato, inoltre, possibile ricostruire l’operatività di gran parte del gruppo di soggetti a lui facenti capo e le numerose attività economiche riconducibili al sodalizio.

I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alla Questura di Reggio Calabria alle ore 11.

 

'Ndrangheta. Confiscati beni per 2 milioni di euro ad un imprenditore

Un patrimonio, il cui valore complessivo supera i due milioni di euro, è stato confiscato ad un imprenditore 67enne che gli inquirenti considerano organico al clan Pesce-Bellocco di Rosarno. L'esecuzione del provvedimento, disposto dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, è stata affidata agli agenti del Centro Operativo di Firenze della Direzione investigativa antimafia. Destinatario della misura giudiziaria, attuata a Cosenza, Prato e Reggio Calabria, è Sante Pisani nei confronti del quale è stato ordinato, peraltro, il regime della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza per 3 anni con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza. L'uomo un paio di decenni addietro aveva lasciato la Calabria per trasferirsi, insieme al nucleo familiare, a Poggio a Caiano, in provincia di Prato. Gli investigatori ritengono, tuttavia, che avesse continuato a riciclare il denaro illecitamente guadagnato dalla cosca. Quattro anni fa aveva fatto rientro a Rosarno. L'elenco dei beni oggetto della confisca comprende, tra l'altro, lo studio legale Pisani, appartenente al figlio di Sante, l'avvocato Vittorio, da sempre consulente legale del clan Bellocco. Il professionista fu tratto in arresto nel 2014. Poco tempo dopo iniziò a collaborare con i magistrati nel contesto delle indagini sul decesso di Maria Concetta Cacciola, testimone di giustizia morta il 20 agosto del 2011 successivamente all'ingestione di acido muriatico. 

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