Wanda Ferro (FdI) contro cessione acque territoriali alla Francia

 “L’operazione con cui il governo Gentiloni sta tentando di regalare alla Francia una parte delle nostre acque territoriali al largo della Sardegna, e con queste dei ricchi giacimenti di petrolio, rappresenta l’ultimo atto di tradimento di un centrosinistra che risponde ad interessi del tutto antitetici rispetto a quelli dei cittadini italiani”.

È quanto afferma l'on. Wanda Ferro, eletta alla Camera con Fratelli d'Italia.

“Un governo ormai del tutto delegittimato dal voto degli italiani - prosegue Wanda Ferro - che hanno voluto travolgere il Partito democratico con uno tsunami di dissenso, deve avere il pudore di non dare seguito ad un accordo, quello previsto dal trattato di Caen che entrerà in vigore il 25 marzo, i cui contorni ed interessi sono tutti da chiarire. Fratelli d’Italia, che ha già contestato con determinazione la firma del trattato sottoscritto da Gentiloni nelle sue vesti di ministro degli esteri del governo Renzi, difenderà in ogni sede gli interessi nazionali che Gentiloni sta tentando di svendere”.

Sulle elezioni spira il vento dell'inciucio

Stanno per essere sciolte le camere, però pare che Gentiloni non si dimetta, e quindi il governo resti non “per gli affari correnti”, ma nella pienezza dei suoi poteri; e ciò sarebbe negli intenti di Mattarella. Se io avessi la benché minima stima della costituzione del 1948, griderei che è anticostituzionale; ma è una costituzione dichiaratamente partitocratica, quindi decidono i partiti nel chiuso di qualche stanza.

 Berlusconi, che dice di essere il capo dell’opposizione di centro(destra), non solamente non si oppone, ma aggiunge del suo: se, andando a votare, non esce una maggioranza assoluta, Gentiloni resta al governo fino ad altre elezioni, ovverosia in autunno 2018: salvo neve, o andiamo al ’19. Alla faccia dell’opposizione!

 Sì, sento profumino d’inciucio, larghe intese, solidarietà nazionale e altre diavolerie; più, magari, la ciliegina sulla torta di “ce lo chiede l’Europa”. Fantasia? No, memoria: sono tutte cose già viste almeno dal 1978.

 A questo punto, che andiamo a votare, se Mattarella, Gentiloni, Berlusconi, Renzi eccetera, hanno già deciso? Perché io dovrei perdere un minuto del mio tempo a votare contro Gentiloni che poi deve restare al governo per grazia ricevuta? O perché mai uno di sinistra deve votare contro Berlusconi che ha già deciso di sostenere il governo di (si fa per dire) sinistra?

 Faremmo meglio a risparmiare i soldi delle urne.

 E gli altri? Che fanno, gli altri? I pentastellati chiedono la maggioranza assoluta, sapendo benissimo che non l’avranno mai. Le frange di sinistra dura e pura (ridete!) si assicurano qualche deputato e un presidente del senato. I postpostpostfascisti sono disposti, ovviamente per amore della Patria, a qualsiasi compromesso. La Lega… la Lega dovrebbe tirarsi fuori dal mercimonio; ma la legge elettorale…

 Intanto fioriscono come cardi le sigle e le coalizioni.

 Alternativa seria e credibile? Nessuna. Nessuna non perché manchino politicanti e liste; ma perché manca ciò che degnamente compone un fenomeno politico: una visione della vita e del mondo, da cui discenda una filosofia, da cui un’idea, da cui un’ideologia, da cui un’organizzazione. Ora, guardateli in faccia tutti, e ditemi che uno di loro può avere una visione della vita e del mondo, da cui discenda una filosofia, da cui un’idea, da cui un’ideologia. Neanche un’organizzazione: sono partiti finti, senza sedi e senza tessere; stanno solo nelle tv compiacenti.

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Libia: la Francia si prende il petrolio, l'Italia gli immigrati

 Natura abhorret a vacuo, e anche in politica, soprattutto in politica estera, i vuoti si riempiono. L’italietta blatera, supplica, accoglie, paga; e Macron prende in mano la situazione, convocando a Parigi i due principali contendenti della situazione libica, per metterli d’accordo a forza, e così stroncare il traffico dei cosiddetti “migranti”. “Migranti”, solo per gli Italiani; la Francia li considera clandestini, e li respinge a mano armata.

 Insomma, Macron fa in Libia quello che dovrebbe fare l’Italia, e che l’Italia non ha il fegato di fare: imporre l’ordine, e risolvere alla radice il problema. L’Italia di Gentiloni e Alfano colleziona un altro pezzo pregiato delle figure di non dico che è abituata a mettere in bella mostra: gli altri agiscono da maschi, e noi piangiamo da buonisti patetici. Gli altri si piglieranno l’influenza politica sulla Libia e il petrolio, e noi staremo a guardare.

 Come minimo, il governo italiano dovrebbe fare dell’ironia internazionale: Macron sta, infatti, riparando i guai creati dal suo predecessore Sarkozy assieme ad altri due arruffoni, Obama e Cameron, i quali, con la passiva assistenza di Berlusconi, abbatterono e assassinarono Gheddafi, precipitando nel caos la Libia e l’intera Africa. Un governo italiano serio dovrebbe dirlo a bocca piena; per poi protestare…

 Protestare? Macron risponderebbe che “Natura abhorret a vacuo”, e che lui sta riempiendo il vuoto lasciato da chi doveva riempirlo: l’Italia. E avrebbe ragione.

 In politica estera, due sono i fattori più negativi: l’indecisione e il buonismo; bisogna sempre mostrare una faccia dura, in qualsiasi circostanza; sempre pretendere di più per poi far finta di cedere; e sempre essere pronti a far seguire alle parole i fatti. E subito, senza tentennamenti; o delle nostre paure e remore e sottili dispute ideologiche approfitta al volo qualcun altro più deciso di noi.

 Ma chi volete che agisca così? Alfano? Mancano a lui e ad altri l’aspetto e il tono della voce!

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