Processo ex Montedison: le richieste del pubblico ministero

Francesco Carluccio, rappresentante della pubblica accusa nel dibattimento processuale avviato in relazione alle accuse nei confronti di soggetti un tempo al vertice dell'impianto, ormai inattivo, della Montedison a Crotone, ha richiesto che cinque imputati siano condannati e tre assolti. A nessuno di essi è stato addebitato il reato di disastro colposo. In particolare, a carico di Giuseppe Agliata e Maurilio Aguggia è stata avanzata una istanza di pena a due anni e sei mesi di carcere in relazione ai decessi  di Tommaso Quaranta e Giuliano Ussia, che lavoravano nello stabilimento in qualità di operai. Due anni e dieci mesi, invece, sono stati chiesti per Ottorino Sapere, Giancarlo Savorelli e Giulio Verri. Secondo il pubblico ministero, Maurilio Aguggia merita di essere assolto in riferimento alla scomparsa di Giuseppe Benevento; lo stesso Aguggia e Savorelli dovrebbero essere, sempre sulla scorta della requisitoria del sostituto procuratore, scagionati per la morte di Mariantonia Macrì. Nei confronti di Dario Capozzi e Luigi Ferretti è stata postulata l'assoluzione per i decessi Francesco Lentini, Tommaso Quaranta e Giuliano Ussia. Infine, alcun addebito penale è ascrivibile, a parere del pm, per Alfonso Pezziniti 

'Ndrangheta, 5 ergastoli nell'Appello del processo "Cosa Mia"

Sono cinque gli ergastoli inflitti al termine del processo "Cosa Mia" celebrato presso la Corte d'Assise d'Appello di Reggio Calabria. L'inchiesta aveva smantellato i clan della 'ndrangheta Gallico, con sede a Palmi,  e Bruzzise,  della frazione Barritteri di Seminara. I due gruppi criminali in conflitto tra loro diedero vita, nel periodo  compreso fra il 1980 ed il 1988, ad una spaventosa guerra che lasciò sul "campo di battaglia" 52 vittime.  Sul banco degli imputati 43 persone ai quali sono stati comminati complessivamente oltre tre secoli di carcere.  Alle quattro condanne all'ergastolo decise all'epilogo del processo di primo grado svoltosi a Palmi, se ne è aggiunto un altro deciso dal Collegio d'Appello. L'indagine aveva permesso di appurare gli interessi della cosca Gallico in relazione alle opere di ammodernamento dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. Alle aziende che si erano aggiudicate le gare d'appalto su una porzione dell'infrastruttura era stato imposto di pagare una quota pari al 3% dell'importo incassato.  

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