Vibo, referendum costituzionale: le ragioni del "No" all'incontro organizzato da Fratelli d'Italia

Si svolgerà alle 17 di oggi (mercoledì 30 Novembre), presso il sistema bibliotecario Vibonese, un dibattito sulle ragioni del "No" al referendum costituzionale in programma per domenica prossima.

All'iniziativa, organizzato da Anthony Lo Bianco e Fausto De angelis, rispettivamente coordinatore cittadino e coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, prenderanno parte:

Giuseppe Collia, Fausto De Angelis, Ernesto Rapani - coordinatore Regionale Fratelli d'Italia, Marco Martino - coordinatore Nazionale giovani UDC, Oliver Russo- Coordinatore Provinciale dipartimento Legalità Forza italia, Antonio Piserà -  Coordinatore Provinciale Noi Con Salvini, Loredana Pilegi - consigliere Comunale Partito democrativo di Vibo Valentia, Franco Stinà- coordinatore Regionale Riva Destra, Pietro Naso - dirigente  Provinciale Sinistra italiana, Francesco Antonio Fusca - coordinatore Provinciale il coraggio di cambiare l'Italia, Pasquale La Gamba - socio fondatore Azione nazionale, Maria Luana Ferraro- coordinatrice NCD- Vibo Marina.

L'incontro sarà moderato dal responsabile cittadino di Fratelli d'Italia, Antony Lo Bianco.

 

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La mobilitazione di Forza nuova per il "No" al referendum del 4 dicembre

Riceviamo e Pubblichiamo

"Noi di Forza Nuova ci impegneremo affinché il 4 Dicembre vinca il No contro questa pessima Riforma Costituzionale. Per far ciò, lo scorso fine settimana, il movimento si è mobilitato a livello regionale, con affissioni, gazebo e volantinaggi, nelle cinque province calabresi.

Tuttavia è necessaria una importante premessa: Forza Nuova non ha alcun interesse a difendere questa "Costituzione nata dalla Resistenza", anzi ne propone una radicale riscrittura nella direzione della difesa prioritaria degli interessi nazionali. Questa riforma Costituzionale, invece, non farà altro che tagliare di netto ogni residua Sovranità Nazionale, inserendo stringenti vincoli all'attività legislativa, amministrativa e regolamentare; attività che dovranno seguire pedissequamente (pena l’incostituzionalità) ogni ordine che l'UE impartisce all'Italialietta a guida Renzi​\Boschi​.
Questa riforma, ancora una volta, vieterà la possibilità di effettuare Referendum consultivi sui Trattati Internazionali e la conseguente possibilità, per il Popolo Italiano, di scegliere o meno se restare nell’Unione Europea dominata dalle banche, così com'è avvenuto con la Brexit in Regno Unito. La Italexit fa paura a questo Sistema di corrotti e politicanti venduti.
Noi di Forza Nuova, inoltre, riteniamo di importanza fondamentale le istituzioni locali: Province, comunità montane o simili aggregazioni di Comuni che rappresentano il territorio e ne tutelano interessi e peculiarità storico-culturali. Proprio queste realtà vengono condannate dall'attuale governo a vantaggio dei carrozzoni regionali, quelli sì da abolire e che, invece, restano al loro posto a vampirizzare i medesimi territori.
Per tutte queste motivazioni Forza Nuova è pronta a contestare duramente il premier Matteo Renzi nel suo imminente tour propagandistico calabrese, che avverrà da qui a pochi giorni.

Forza nuova Calabria

 

Referendum costituzionale, se ne parlerà domani a On the news

A pochi giorni dal voto per il referendum costituzionale, l’Italia è ancora alle prese con una lunga ed ininterrotta maratona elettorale. L’opinione pubblica sembra spaccata in due ed in molti casi piuttosto indecisa. Complice di questa confusione, una campagna d’informazione più interessata a parlare delle conseguenze politiche dell’eventuale vittoria del “” o del “No”, che ad esaminare serenamente il contenuto delle riforme oggetto del referendum.

Ad amplificare la confusione la presenza di autorevoli costituzionalisti apertamente schierati a sostegno delle ragioni del “Sì” e di altri, egualmente autorevoli, posizionati sul fronte del “No”.  Per i primi la vittoria del “Sì” rappresenta un forte segnale di cambiamento, mentre per i secondi, la sconfitta del “no” potrebbe rappresentare l’anticamera di una deriva autoritaria.

Gli ultimi sondaggi evidenziano un elettorato disorientato ed ancora indeciso. Tuttavia, a far ipotizzare un’alta partecipazione al voto è l’assenza del quorum. Diversamente dai referendum abrogativi, quello costituzionale per essere valido non necessita della partecipazione del 50 per cento più uno degli aventi diritto. In linea di principio, quindi, il referendum, potrebbe essere deciso anche da un ristretto numero di elettori. Per scongiurare tale possibilità è, dunque, plausibile una grande mobilitazione da parte dei sostenitori del fronte del "NO".

Per discutere dei temi più importanti che stanno appassionando i protagonisti degli opposti schieramenti, domani mattina “nel salotto di On the news, ai microfoni di Antonio Zaffino” si confronteranno a distanza “per le ‘ragioni del Sì’, Paolo Reitano, segretario cittadino del Partito democratico e per le ‘ragioni del No’, Francesco De Caria, presidente del Comitato ‘Riformisti per il No – Noi della Grande Riforma – Serre calabre’”.

La trasmissione potrà essere seguita in streaming all’indirizzo www.rs98.it, ed in diretta video su www.portaledelleserre.it . I radioascoltatori potranno portare il loro contributo telefonando allo 0963.71669 o inviando sms al 324833188

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Referendum: successo per la manifestazione "Io voto No" organizzata da Fratelli d'Italia a Reggio Calabria

Grandissima partecipazione, alla conferenza organizzata a Reggio Calabria, da Fratelli d'Italia per ribadire tutte le ragioni del "NO" al referendum. Partecipazione quantomeno singolare da registrare in questi tempi, in un'epoca d'abulia sociale e politica per molti versi giustificata, ma assolutamente controproducente. Forse, la misura della pazienza ha superato il colmo per più di cinquecento cittadini, che si sono riversati nel pomeriggio di ieri nella sala di Palazzo Alvaro, accogliendo l'invito dei militanti del Movimento di Giorgia Meloni.

Gli onori di casa sono stati fatti dal portavoce cittadino Andrea Guarna,  subito dopo a relazionare sugli aspetti tecnici della riforma è stato il giovane avvocato Francesco Meduri seguito da Pasquale Oronzio segretario provinciale di Gioventù nazionale. Poi è stata la volta di Franco Quattrone, storico avvocato della destra reggina che ha rievocato la battaglia dei reggini per difendere Reggio capoluogo.

 Il fervente patriottismo del portavoce provinciale Nello Scuderi ha acceso la sala ricordando i valori della patria e degli italiani che hanno combattuto e tuttora combattono per servirla.  Mentre  Ernesto Rapani portavoce regionale, ha ricordato i fallimenti di un governo regionale che ha paralizzato ogni azione di sviluppo della nostra terra.

Particolarmente apprezzato l'intervento di Massimo Ripepi per il quale “ Mai come oggi la nostra Italia subisce i diktat di un sistema sovranazionale che vuole ridurne al minimo la sovranità. Di tale fattura è questo tentativo di riforma distorta, proposta dal Pinocchio di Firenze  Matteo Renzi bugiardo fin dai suoi esordi agli scout ed oggi operatore politico  al servizio dei potenti di questo mondo il quale - ha aggiunge Ripepi - non si è fatto scrupoli a consegnare alla  Merkel ed ai poteri forti un'Italia ridotta a zerbino."

E secondo Riepi, questo tentativo di modifica della costituzione, camuffata con false proposte di risparmio e semplificazione, mina invece la democrazia sostituendo ad essa un'oligarchia sempre più ristretta serrata nelle stanze del potere. "Diciamo NO al totale controllo delle banche e dei potentati economici sulla nostra Italia, già parzialmente schiava di queste logiche. Logiche di cui l'Europa è diventato il pretesto e un tramite peggiorando la già difficile situazione: fosse per noi usciremmo subito".

Lo stesso scenario nazionale, sarebbe stato ricalcato, secondo il consigliere di FdI, anche a livello della politica locale :"Falcomatà  è a sua volta totalmente sottomesso alle logiche del PD e del suo capo Renzi. Logiche che stanno condannando la città di Reggio a perdere, nel silenzio complice degli Amministratori, le sue risorse principali.  L'Areoporto è prossimo alla chiusura, il porto di Reggio, progettato per diventare prezioso attracco turistico, sta per essere declassato definitivamente a scalo merci in pieno centro, con lo smog che ne consegue. Mentre il porto di Gioia Tauro è in ginocchio" -  Ripepi ha poi caggiunto "ciò a cui punta il nostro sindaco, è ottenere la propria poltrona in Senato, ed in caso di vittoria del SI, verrebbe felicemente catapultato in Parlamento.  Poco importa, a Falcomatà, se il prezzo da pagare per il personale successo, è il sacrificio di Reggio e dei suoi bisogni. Tuttavia -ha concluso - queste premesse non devono indurci a perdere la speranza, ma a lottare innalzando i nostri valori. Essi costituiscono la base ed il propulsore inestinguibile dei nostri programmi d'azione. Con l'aiuto di Dio, nell'inferno generale, scateneremo il paradiso".

Nino Spirli capo dipartimento regionale cultura e identità, ha infine aperto gli interventi di tutti i capi dipartimento provinciali del Movimento che, partendo dalle ragioni del "NO", hanno illustrano le proposte che il Fratelli d'Italia ha elaborato per il rilancio di Reggio Calabria.

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Mangialavori (Fi): "il ministro Boschi non faccia inopportuta propaganda elettorale in Calabria"

"La prossima presenza del ministro Maria Elena Boschi, in terra di Calabria, non scalderà i cuori della popolazione. Tante le promesse non mantenute. Prima di tutte l’inversione della rotta sull’ormai cronica debolezza dell’intervento statale circa la crisi che investe una delle regioni più povere d’Europa. Sanità, strutture e infrastrutture i deficit principali che questo governo non ha risolto".

Questo l'incipit di una nota vergata dal Consigliere regionale Giuseppe Mangialavori.

L'esponente forzista auspcia, inoltre, " che la programmata presenza del ministro presso le scuole pubbliche non sia occasione di inopportuna propaganda elettorale. Le scuole - aggiunge Mangialavori -sono sedi deputate all’istruzione e alla formazione umana. Non certo tribune politiche. Si è certi che la dirigenza scolastica, forte di un’indiscussa professionalità, saprà vigilare al meglio sul corretto svolgimento dell’incontro".

"Certo - prosegue la nota - la coincidenza con l’ormai prossimo appuntamento referendario è quanto meno sospetta. Anche perché innanzi ai molteplici problemi e alle tantissime difficoltà registrate sul territorio, prima di tutte quella occupazionale, il Governo in carica non ha dimostrato significativa presenza e incidenza positiva in termini di risultati".

"Le criticità registrate nel comprensorio - conclude l'inquilino di Palazzo Campanella - sono ben note. Forse, considerato il primario ruolo dell’ospite nell’azione governativa nazionale, sarebbe opportuno offrire qualche riscontro su come e in che termini superarle".

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Il referendum e l'anacronistico voto nel comune di residenza

Non voglio qui entrare nel tema del referendum, ma solo della procedura elettorale. Ho sentito parecchie obiezioni sull’obbligo di votare nel comune e nel seggio di residenza, e l’implicita proposta di poter esprimere il proprio suffragio in qualsiasi luogo del territorio nazionale.

 Capisco che ormai è tardi, ma si può ragionare per l’avvenire:

-          Il quesito referendario non ha alcun carattere territoriale, e riguarda modifiche alle istituzioni, e non questioni locali o elezioni di persone;

-          Questo referendum, in particolare, non è soggetto a quorum;

-          Milioni di Italiani si troveranno, il 2 e 3 dicembre, lontani dal luogo di residenza, e dovranno viaggiare per esercitare il diritto di voto;

-          Non saranno trascurabili i disagi e le spese;

-          Il periodo non è dei migliori per gli spostamenti;

-          Difficile è il problema degli studenti universitari fuori sede, che devono trovarsi il 4 dicembre a casa, e ripartire per altre lezioni o esami: o non ripartiranno?

 È ora di superare residui del passato pretecnologico: si potrebbe anche votare elettronicamente; o almeno, in casi di referendum di carattere generale, permettere di votare dovunque.

 Ora che ci penso, nel 1974, tenendosi il referendum sul divorzio, e trovandomi, da militare, in servizio ai seggi, e ben lontano dalla mia residenza, ho votato in un luogo fino a poco prima a me ignoto. Il quesito era di carattere nazionale, esattamente come quello che ci attende il 4 dicembre.

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Referendum: Debora Serracchiani a Pizzo ha spiegato le ragioni del "Sì"

Una "cassetta degli attrezzi" con dentro le ragioni del "Sì", da portarsi in giro per convincere gli indecisi e chi è disposto a mettere da parte pregiudizi e scelte ideologiche. È questa la metafora che usa Debora Serracchiani, vice segretario nazionale del Partito democratico e presidente della Regione Friuli - Venezia Giulia, che ieri pomeriggio ha partecipato all'incontro organizzato dal circolo cittadino del Pd di Pizzo alla Tonnara.
 
Tra i relatori, il coordinatore del circolo Pd, Raffaele Molè, il sindaco Gianluca Callipo, il segretario regionale del Pd Ernesto Magorno, la parlamentare Stefania Covello e il vice presidente della Regione Calabria Antonio Viscomi. 
 
"Questa riforma, al contrario di quello che spesso si sente in giro, non tocca affatto i principi fondamentali della nostra Carta - ha detto Serracchiani -. Modifica invece la seconda parte della Costituzione, quella che gli stessi Padri costituenti consideravano frutto di un compromesso, fatto per accontentare un po' tutti e per rassicurare gli Stati stranieri che non si fidavano dell'Italia dopo la Seconda guerra mondiale. Il bicameralismo perfetto, che la riforma vuole eliminare, rispondeva proprio a queste esigenze. Oggi, invece, l'esigenza maggiore è quella di snellire l'attività parlamentare e dare più rappresentatività ai territori con il Senato delle autonomie".
 
Serracchiani ha poi fornito una altro "attrezzo" per la metaforica cassetta da portarsi appresso: l'abolizione del Cnel e delle Province. "Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro in 60 anni, cioè da quando è stato istituito, ha prodotto appena 14 proposte di legge, nessuna delle quali approvata, eppure costa agli italiani circa 20 milioni di euro l'anno. Allo stesso modo, senza eliminare le Province dalla Costituzione non sarà possibile completare la riforma di questi Enti, che oggi di fatto restano ancora in piedi".
 
Il vice segretario nazionale del Pd, ha. quindi, snocciolato le ragioni del "Sì" facendo leva, soprattutto, sulla necessità di portare a compimento la riforma costituzionale per dare la possibilità al Paese di cambiare davvero.
"
Non dico che se passa la riforma il Pil improvvisamente schizzerà verso l'alto e la disoccupazione sparirà - ha concluso -, ma senza questa riforma non avremo la possibilità di perseguire concretamente e velocemente questi obbiettivi di crescita. Questo è un Paese dove tanti affermano che si debba cambiare, ma poi, al dunque, si tirano indietro per timore. Alcuni lo fanno in buona fede, ma molti altri lo fanno per tutelare i propri privilegi, perché sanno che nell'incertezza e nell'instabilità i loro vantaggi possono continuare a esistere".
 
Sulla stessa lunghezza d'onda Callipo, che ha rimarcato come questo referendum "non può essere inteso come un sondaggio sul gradimento del governo e del premier. Votare No per votare contro il Governo sarebbe un grande errore - ha detto il primo cittadino di Pizzo  -, perché vorrebbe dire gettare alle ortiche una possibilità unica di cambiamento che attendiamo da decenni. Facciamo questo passo verso il futuro insieme, rendiamo la Stato più efficace e moderno votando "Sì", non perché vogliamo votare contro qualcuno, ma perché vogliamo votare per un'avvenire migliore". 
 
Particolarmente preoccupato dalle conseguenze di un'eventuale vittoria dei "No" è apparso Magorno, che ha evocato la deriva populista che favorì la nascita del fascismo in Italia, agevolato dalle divisioni che anche allora laceravano i partiti di sinistra, che " impegnati a litigare al loro interno, non percepirono il pericolo incombente. "Se il "Sì" non dovesse passare - ha detto il segretario regionale - si andrebbe verso l'ignoto, verso l'esempio di Trump in America".
 
Più tecnico, invece, l'intervento di Viscomi, che ha sottolineato di sostenere il "Sì" non per mera scelta politica, "ma in quanto giurista. Da professore di diritto - ha detto - ho analizzato a fondo il testo della la riforma e non ho trovato un solo motivo che possa giustificare il "No". I principi fondamentali non vengono neppure sfiorati, ma allo stesso tempo si introducono dei meccanismi di efficienza che oggi non ci sono, come una divisione univoca tra le competenze dello Stato e quelle delle Regioni e l'introduzione di un concetto fondamentale, quello di 'interesse nazionale'". 
 
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Referendum, Censore e Minniti "Basta un sì": "rafforzare la sfida riformista"

“Basta un sì” la manifestazione promossa dal Partito democratico per sostenere le ragioni del referendum costituzionale ha fatto tappa a Serra san Bruno dove, in un’affollata sala Chimirri, si sono dati appuntamento i big del partito renziano insieme ai politici locali. A prendere la parola per primo è stato il segretario regionale Ernesto Magorno che ha ringraziato il gruppo dirigente del circolo Pd di Serra per poi elogiare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti Marco Minniti: «Le sue iniziative in favore delle ragioni del “sì” sono un n atto d'amore con cui si sceglie di andare verso il futuro. Bisogna guardare avanti perché le ragioni del “si” sono le ragioni della speranza».

A fare gli onori di casa, Paolo Reitano, segretario del locale circolo democratico che ha ringraziato gli intervenuti. «Noi – ha detto - sosteniamo le ragioni del “sì” in un momentino importante per il nostro Paese. Siamo chiamati ad esprimere un voto che vuole rappresentare un taglio netto tra passato e futuro. L'unico vero partito italiano deve dare risposte ai cittadini e il governo Renzi lo sta facendo con un referendum che ci allineerà agli altri paesi europei. Questa riforma avvicina le istituzioni ai città e i cittadini alle istituzioni».

Il sindaco Luigi Tassone, dal canto suo, ha sostenuto come «con la riforma non verranno modificati i principi fondamentali della costituzione, noi saremo chiamati a scegliere se porre fine al passato con il bicameralismo perfetto, con il taglio dei parlamentari, abolizione delle province ed altri enti inutili con la riduzione delle poltrone. Se il “sì” non vincerà ci sarà instabilità ma soprattutto ci sarà un problema di credibilità. Noi sosteniamo il “sì”, il governo del fare ed il cambiamento». A coordinare i lavori del manifestazione il deputato del Pd, Bruno Censore, che ha lasciato ampio campo ai “giovani” «perché – ha detto – il futuro sono loro e lo stiamo dimostrando con una classe dirigente che ha preso in mano le redini del Comune e lo sta validamente amministrando».

Poi è stata la volta di Marco Minniti che ha elogiato la cittadina bruniana quale «pezzo di storia della sinistra calabrese ed italiana, sempre dalla parte del riformismo e del cambiamento. Con Censore – ha ricordato Minniti - abbiamo passato pezzi importanti della nostra vita politica. Censore ha saputo investire sui giovani per consegnare a Serra un gruppo dirigente capace di costruire, come diceva Gramsci, le condizioni affinché si affermi un nuovo gruppo dirigente».

Poi sul referendum: «In questo momento in Italia c'è una leadership giovane e riformista, Matteo Renzi, e bisogna curarla, non abbiamo bisogno di governi dei tecnici. Tra poco meno di un mese saremo chiamati ad esprimere un voto importante, si tratta di decidere se il nostro paese vuole andare avanti verso il cambiamento senza stravolgere le regole fondamentali della democrazia. Una esigenza che si sente da alcuni decenni rispetto alla quale molte forze politiche, tra cui la sinistra con Nilde Iotti, volevano un cambiamento della seconda parte della costituzione. Poi fu ripresa dall'Ulivo del 1996 col la commissione bicamerale con Massimo D'Alema con capisaldi fondamentali quali la Repubblica presidenziale».

Secondo Minniti «non ci sono più alibi, ora è il momento di guardare all’interesse dell’Italia e pensare ad un paese più moderno, un insieme di obiettivi storici che la sinistra ha sempre voluto raggiungere, mi sembra strano che c’è chi dice “non oggi ma domani”, bisogna rafforzare la sfida riformista e per fare questo bisogna votare “sì”».

 

 

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