Isis: " Crociato italiano ucciso in Siria". Combatteva con le milizie curde

L'Isis ha pubblicato la fotografia dei documenti di un italiano, Lorenzo Orsetti, fiorentino di 32 anni, dichiarando di averlo ucciso durante una battaglia a Baghuz, in Siria.

La notizia della morte, confermata da fonti di sicurezza italiane, è stata diffusa dall'Isis che ha pubblicato la foto del cadavere di quello che viene descritto come "il crociato italiano Lorenzo Orsetti".

L'immagine, pubblicata sui social network da Aamaq, piattaforma di notizie legata all'Isis, mostra il viso e parte del busto della vittima, a terra.

Orsetti si trovava a Baghuz, dove è in corso la battaglia contro le ultime sacche di resistenza dell'Isis.

 

Vasta operazione antiterrorismo, disarticolata organizzazione internazionale

Hanno preso il via alle prime luci dell’alba di oggi, due distinte operazioni, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, condotte, rispettivamente, dalla Guardia di finanza e dalla Polizia di Stato, che hanno portato all’individuazione di una vasta rete di supporto a gruppi combattenti di matrice integralista islamica operanti in Siria.

In particolare, le indagini condotte dagli uomini dello Scico di Roma e del Comando provinciale della Guardia di finanza di Brescia hanno consentito di disarticolare un’associazione per delinquere, a carattere transnazionale, costituita da 10 siriani e finalizzata al riciclaggio ed all’abusiva attività di erogazione dei servizi di pagamento in diversi Paesi dell’Unione europea (Svezia, Italia e Ungheria) ed extraeuropei (Turchia).

Inoltre, a due componenti dell'organizzazione è stato contestato il reato di finanziamento al terrorismo.

L’indagine è connessa ad un’altra inchiesta coordinata dal Servizio contrasto del terrorismo esterno della Direzione centrale della Polizia di prevenzione della Polizia di Stato che, in Sardegna, ha portato la Digos di Sassari ad individuare 4 militanti di origine siriana e marocchina accusati di far parte di una cellula di supporto dell’organizzazione qaedista Jabhat al Nusra, operante in Siria.

Le accuse sono di associazione con finalità di terrorismo, finanziamento del terrorismo e intermediazione finanziaria abusiva. Sono quindi complessivamente 14 le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dai gip di Brescia e Cagliari su richiesta delle rispettive Procure distrettuali antimafia e antiterrorismo, mentre sono 20 le perquisizioni domiciliari in corso in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Sardegna.

 

L'ira di Mosca: "gli Stati Uniti aiutano l'Isis"

"Gli Stati Uniti e i loro alleati aiutano i terroristi dello Stato Islamico in Siria". Ad affermarlo è stato il ministero della Difesa russo.

La dichiarazione è stata riportata dall'agenzia Tass.

"La coalizione ha tentato di disturbare l'aviazione russa ad Abu Kamal per garantire la fuga degli jihadisti. Gli Usa - è l'accusa di Mosca - proteggono l'Isis per sfruttare i suoi militanti e raggiungere così gli obiettivi prefissati nel Medio Oriente".

Per il ministero russo, "i miliziani dell'Isis sostenuti dagli Usa agiscono travestiti da membri delle Forze democratiche siriane. L'offensiva governativa su Abu Kamal ha interrotto i piani americani che puntano a creare un territorio "pro-Usa" sulla sponda orientale dell'Eufrate".

In particolare, gli Stati uniti si sarebbero rifiutati di bombardare un convoglio Isis in fuga da Abu Kamal, usando come pretesto la convenzione sui prigionieri di guerra.

Del resto, non è la prima volta che gli Stati Uniti offrono "copertura" ai terroristi islamici.

 A settembre dell'anno scorso, gli aerei a stelle e strisce facero strage dei soldati siriniani impegnati, a Deir Ezzor, in una feroce battaglia contro i tagliagole del Califfato.

L'ira di Mosca: "gli Stati Uniti aiutano l'Isis"

"Gli Stati Uniti e i loro alleati aiutano i terroristi dello Stato Islamico in Siria". Ad affermarlo è stato il ministero della Difesa russo.

La dichiarazione è stata riportata dall'agenzia Tass.

"La coalizione ha tentato di disturbare l'aviazione russa ad Abu Kamal per garantire la fuga degli jihadisti. Gli Usa - è l'accusa di Mosca - proteggono l'Isis per sfruttare i suoi militanti e raggiungere così gli obiettivi prefissati nel Medio Oriente".

Per il ministero russo, "i miliziani dell'Isis sostenuti dagli Usa agiscono travestiti da membri delle Forze democratiche siriane. L'offensiva governativa su Abu Kamal ha interrotto i piani americani che puntano a creare un territorio "pro-Usa" sulla sponda orientale dell'Eufrate".

In particolare, gli Stati uniti si sarebbero rifiutati di bombardare un convoglio Isis in fuga da Abu Kamal, usando come pretesto la convenzione sui prigionieri di guerra.

Del resto, non è la prima volta che gli Stati Uniti offrono "copertura" ai terroristi islamici.

 A settembre dell'anno scorso, gli aerei a stelle e strisce facero strage dei soldati siriniani impegnati, a Deir Ezzor, in una feroce battaglia contro i tagliagole del Califfato.

In Calabria la droga usata dai terroristi islamici

La Sezione antiterrorismo della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, in seguito ad indagini svolte dai finanzieri del Comando provinciale reggino, in collaborazione con l’Ufficio antifrode della dogana di Gioia Tauro, ha disposto il sequestro di oltre 24 mila compresse di tramadolo sbarcate al porto gioiese, provenienti dall’India e dirette in Libia.

L’input investigativo è partito dal II Gruppo della guardia di finanza di Genova che, nell’ambito di una operazione dello scorso maggio, aveva proceduto ad un analogo sequestro nel porto del capoluogo ligure.

La vendita al dettaglio del farmaco sequestrato avrebbe fruttato circa 50 milioni di euro, in quanto ciascuna pastiglia, sul mercato nero nord africano e medio orientale, viene venduta a circa 2 Euro.

Il tramadolo è una sostanza oppiacea sintetica, il cui uso è stato ripetutamente accertato negli scenari di guerra mediorientali, tanto da essere soprannominato “droga del combattente”, essendo utilizzato sia come eccitante, sia per aumentare le capacità di resistenza allo sforzo fisico.

Secondo le informazioni condivise con fonti investigative estere, il traffico di tramadolo sarebbe gestito direttamente dall’Is (Daesh), al fine di finanziare le attività terroristiche che l’organizzazione pianifica e realizza in ogni parte del mondo. Parte dei proventi illeciti derivanti dalla vendita della sostanza, sarebbero destinati a sovvenzionare gruppi di eversione e di estremisti operanti in Libia, in Siria ed in Iraq.

L’operazione si è avvalsa, anche, della preziosa collaborazione della Dea americana e della Direzione centrale dei servizi antidroga presso il ministero dell’Interno e del supporto del Comando generale della guardia di finanza.

Terrorismo: il Tribunale di Catanzaro condanna aspirante foreign fighters

Nei giorni scorsi, il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, al termine del procedimento penale speciale del giudizio abbreviato, ha condannato a 4 anni e mesi 6 di reclusione, Mehdi Hamil .

L’uomo è ritenuto un aspirante foreign fighters disponibile a raggiungere i teatri di guerra in Siria e Iraq, per combattere il proprio Jihad a sostegno del sedicente Stato Islamico.

Il magrebino, giunto in Italia nel 2005 per ricongiungersi ai propri familiari residenti nel comune di Luzzi (CS), dove svolgono l’attività di ambulanti, era stato arrestato il 25 gennaio 2016 dalla Digos di Cosenza, in esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che, confermando il quadro accusatorio emerso nel corso delle attività svolte dal personale della Digos, ha ritenuto il marocchino responsabile dei reati contemplati dalla nuova legislazione antiterrorismo.

La vicenda ha preso l’abbrivio dopo una perquisizione presso l’abitazione dell'uomo, successivamente bloccato all’Aereoporto di Fiumicino di ritorno dalla Turchia da dove era stato respinto per motivi di “sicurezza pubblica”.

Nel corso della perquisizione, i familiari di Hamil avevano riferito ai poliziotti che il loro congiunto avrebbe fatto ritorno a casa in serata. Un'affermazione, negata dalla circostanza che nelle stesse ore l'uomo si trovava ad Istanbul.

Ritenendo probabile che il marocchino si fosse recato in Turchia per raggiungere i territori di jihad, gli investigatori hanno attivato una serie di servizi di osservazione e pedinamento.

Nel corso dell'attività, i poliziotti sono riusciti a svelare la “naturale” propensione di Hamil a sposare la causa dell’Isis. In particolare, attraverso l'analisi delle piattaforme di comunicazione, è stato possibile far emergere "l’accanito interesse per immagini, filmati e altri contenuti propagandistici riferiti all’organizzazione terroristica dello Stato Islamico, linkati quotidianamente tramite diversi siti telematici d’area, i cui contenuti rimandano a forme di addestramento e combattimento tra soggetti incappucciati, tutti contrassegnati dall’inconfondibile 'brand' dello Stato Islamico; la volontà di raggiungere la Turchia e successivamente il progetto di trasferirsi in Belgio".

I numerosi elementi raccolti, hanno costituito una solida base sulla quale integrare i diversi profili penali contemplati dalla nuova legislazione antiterrorismo

Siria, Assad: "Occidente tagli i legami con i terroristi"

Nel corso di un discorso tenuto davanti ai diplomatici a Damasco, il presidente siriano Bashar Assad ha rifiutato la riapertura delle ambasciate dei Paesi occidentali che collaborano con i ribelli ed i gruppi di opposizione.

Nel suo intervento, Assad ha lodato la Russia, l'Iran, la Cina e gli Hezbollah libanesi per il supporto alle operazioni militari contro i terroristi.

Infine, ha rimarcato che la Siria guarderà ad est per tutto ciò che riguarderà le future relazioni politiche, economiche e culturali.

La strage in Siria e il silenzio dei benpensanti

Sabato Santo di sangue in Siria. L’ennesima strage compiuta dai terroristi, nell’indifferenza generale, ha provocato oltre cento morti. Le vittime, donne, anziani e bambini innocenti, questa volta, non hanno suscitato la compassione occidentale.

Nessuna cancelleria europea, nessuna suffragetta, nessun opinionista ha sentito il dovere di esprimere il proprio sdegno. Tutti quelli che avevano tirato fuori dalla tasca il fazzoletto per asciugare le lacrime per i civili uccisi dai gas la scorsa settimana, questa volta non si sono fatti sopraffare dall’emozione.

Del resto, a frenare l’emozione ci hanno pensato i resoconti giornalistici con il loro profilo, più che basso, rasoterra.

La carneficina di ieri è stata liquidata con poche righe, pubblicate in quindicesima pagina.

Il modo in cui è stata trattata la notizia ha confermato l’attitudine alla disinformazione della stampa italica.

Un’attitudine distillata nell’ estratto tratto da un pezzo pubblicato da un’ agenzia.

“Una carneficina è stata compiuta nel nord della Siria dove un’autobomba ha ucciso, secondo alcune fonti mediche locali, più di 100 persone tra cui donne e minori nei pressi di Aleppo, dove sostavano migliaia di persone evacuate da località assediate da anni”.

Nessun riferimento alle vittime, tantomeno ai carnefici.

Difficile pensare ad una distrazione o ad una dimenticanza.

Spiegare chiaramente chi erano i morti e chi i responsabili, avrebbe, infatti, ribaltato lo schema propalato in Occidente, che vuole Assad responsabile di ogni misfatto.

I morti di ieri scappavano da Fua e Kafraya, enclave governative della provincia di Idlib, controllata dai terroristi. Facevano parte di un convoglio di 75 autobus che stava trasferendo 5 mila persone in aree governative.

Scrivendolo si sarebbe riconosciuto che in Siria (per continuare la lettura clicca qui)

Articolo pubblicato su mirkotassone.it

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