L'Arsac di Serra ha concluso l'indagine sulla multifunzionalità dei castaneti

Il Centro ARSAC (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese) di Serra San Bruno, nell’ambito di un Progetto di Ricerca coordinato dal Ministero delle Politiche Agricole-Alimentari-Forestali, ha svolto un’indagine campionaria nel comprensorio delle Serre vibonesi, riguardante i servizi ecosistemici forniti dai castaneti,  nelle diverse forme di gestione. Lo studio, che  interessa tutto il territorio nazionale (e finanche la Svizzera italiana), vede la partecipazione di importanti istituzioni tecnico-scientifiche;  in particolare: la Libera Università di Bolzano, il WSL di Caldonazzo (TN), la Fondazione E.Mach di San Michele all’Adige (TN), l’Università degli Studi di Bologna,  l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli Studi di Torino, l’Università degli Studi della Tuscia, l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli,  il Centro di Ricerca per la Selvicoltura di Arezzo ed, appunto, l’ARSAC in Calabria. L’indagine è stata realizzata attraverso la somministrazione di un questionario,  elaborato  in modo tale da evidenziare l’importanza attribuita, dalle varie categorie di soggetti interessati (istituzioni, amministrazioni locali ed operatori a vario titolo del comparto),  alle diverse funzioni che il castaneto svolge/potrebbe svolgere nei diversi ambienti. Lo scopo è quello di ottenere dei dati sufficientemente rappresentativi  in merito al valore  attribuito alle diverse funzioni svolte  ed ai servizi fruibili, rispetto al benessere economico e sociale delle comunità interessate. Nello specifico, sono messe a confronto e valutate le varie tipologie di prodotti e sottoprodotti traibili dal castaneto, nonché  le diverse funzioni che lo stesso svolge ed i servizi forniti nell’ambito del territorio (protezione  idrogeologica,  stoccaggio di carbonio, caratteri del paesaggio, attività turistiche/ricreative) In questo comprensorio, sono stati contattati una cinquantina di soggetti, tra "pubblici" e "privati", ricevendo un riscontro al questionario da una trentina.  La maggiore attenzione, verso questo sondaggio, si è rilevata tra gli operatori del comparto boschivo,  mentre, si legge in una nota, "dispiace sottolineare lo scarso interesse da parte dei rappresentanti delle istituzioni locali". Da un primo esame delle risposte ricevute, emerge, come era prevedibile, il valore preponderante delle produzioni  legnose ed, inoltre,  la particolare importanza attribuita ai prodotti "derivati" (primo fra tutti, il miele); soprattutto nelle aree più interne del comprensorio,  risulta degno di nota  il significato "culturale" conferito a questa specie. 

 

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