Serra, la Certosa e i suoi visitatori illustri

L’antico monastero certosino di Serra San Bruno, nel corso dei secoli, ha affascinato una moltitudine di persone ed è stato meta di visitatori illustri. Tra coloro i quali hanno lasciato la testimonianza del loro passaggio nell’amenità dell’eremo certosino, ce n’è uno che avrebbe desiderato trovarci riparo e a causa di alcune vicissitudini non ha potuto farlo. Si tratta dell’autore del Decamerone, Giovanni Boccaccio. E’ in una lettera del gennaio 1371, indirizzata da Napoli a Niccolò da Montefalcone, scoperta da Sharo Gambino presso la Biblioteca di Firenze, che appendiamo la notizia di una sua eventuale visita alla Certosa di Serra San Bruno. Niccolò da Montefalcone, suo amico d’infanzia, infatti era diventato Priore del monastero di Santo Stefano del Bosco, in quel tempo cistercense, e lo aveva invitato presso il suo convento. Niccolò gli aveva prospettato «l’amena solitudine dei boschi» che circondava il monastero, «l'abbondanza dei libri, i limpidi fonti, la santità del luogo e le cose confortevoli e l'abbondanza di ogni cosa e la benignità del clima». Tutto ciò aveva indotto in Boccaccio «non solo il desiderio di vedere» quel luogo, ma che il quello di trovarci dimora e rifugiarsi «se la necessità lo avesse richiesto». Tuttavia all’improvviso Niccolò dopo tante affettuosità silenziosamente esce di scena dalla vita di Boccaccio, ed egli profondamente deluso si dice «povero e i poveri non hanno amici».

Ad aprire il registro dei visitatori della Certosa figura il nome di Alcide De Gasperi insieme a quello della moglie Francesca che giunsero a Serra nel marzo del 1953, due anni dopo la disastrosa alluvione avvenuta nel mese di ottobre.

La visita a Serra dell’allora Presidente del Consiglio era stata preceduta da quella del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi che vi giunse accompagnato dalla consorte e dal ministro dei Lavori Pubblici Aldisio.

A Serra Re Ferdinando di Borbone ci giunse due volte, il 23 aprile del 1833 e il 16 ottobre 1852 quando s’inginocchiò innanzi la chiesa Matrice e al busto argenteo di San Bruno.

Il 24 agosto 1923 a visitare la Certosa ci fu il principe ereditario Umberto II di Savoia accompagnato dal Contrammiraglio Bonaldi e dal marchese della Rocchetta. Il Principe dopo aver partecipato alla messa conventuale visitò il monastero per poi ripartire.

Negli anni Settanta a visitare la Certosa fu il famoso poeta e regista italiano Pierpaolo Pasolini. Accompagnato dal vibonese Andrea Frezza che viveva a Roma e che a Vibo Valentia aveva fondato il cineclub.

All’incontro con i certosini, Pasolini fu accompagnato dall’avv. Franco Inzillo e da altre persone che facevano parte del settore turistico. Il regista di film come “Il vangelo secondo Matteo” dopo aver visitato la Certosa e una cella certosina dove il monaco trascorre per la quasi interezza la parabola della propria esistenza, rimase affascinato dalla vita contemplativa e di clausura del monaci bruniani.

Nel 1975, a varcare la porta del millenario monastero fu il celebre scrittore siciliano Leonardo Sciascia che giunse alla Certosa di Serra San Bruno sulla pista dello scienziato Ettore Majorana, scomparso nel 1938 e presumibilmente morto suicida. Sciascia si recò presso il convento, in cerca di conferme alla sua ipotesi che voleva Majorana monaco certosino ma non trovò niente che potesse dare conforto alla sua tesi.

La persona più importante che ha fatto visita negli ultimi decenni alla Certosa di Serra è stata senza dubbio Papa Giovanni Paolo II che il 5 ottobre l984, dopo essersi brevemente intrattenuto con la popolazione, ha visitato la comunità certosina e ha firmato il registro del monastero. Importanti furono i discorsi che il Santo Padre tenne a Santa Maria del Bosco, luogo presso il quale San Bruno era solito pregare nel laghetto ancora esistente e dove sono state successivamente trovate le sue ossa e quelle dei suoi compagni. In quella circostanza, il Papa, richiamò il particolare carisma del monaci certosini la cui presenza spirituale costituisce «il cuore di questa Regione». A Serra Giovanni Paolo II ebbe una gradita sorpresa: gli abitanti di Spadola, per riconciliarsi con l’autorità pontificia, gli restituirono simbolicamente, con una pergamena, una pantofola che i loro antenati avrebbero sottratto a Callisto II il 1121 durante la sua visita in Certosa, mentre passava dal loro paesino.

Negli anni Novanta due furono i visitatori illustri, l’ex procuratore della Repubblica di Palmi e successivamente di Napoli Agostino Cordova che passò alla storia per una importante indagine sulla massoneria e quello che sarebbe diventato il primo leader post comunista a diventare presidente del Consiglio Massimo D’Alema che fece tappa a Serra San Bruno e chiese di visitare la Certosa.

La visita in Calabria, di Bartolomeo I Patriarca ecumenico di Costantinopoli ebbe inizio il 19 marzo 2001, e si concluse il 23. Il 21 marzo fu caratterizzato dalla storica visita alla Certosa, alla presenza di autorità ecclesiastiche. In quella occasione Bartolomeo I tenne un toccante discorso, a cui fece seguito un caloroso saluto del Priore Dom Jacques Dupont, che volle così accogliere l’illustre ospite. Al termine dell’evento il Patriarca di Costantinopoli fece dono alla comunità monastica certosina di una preziosa lampada votiva conservata gelosamente dai monaci serresi nella Cappella delle reliquie.

La penultima visita degna di nota è stata quella delle Regina del Belgio Paola Ruffo di Calabria per la quale, vista l’assoluta clausura maschile, è valso l’antico privilegio di consentire alle regnanti di varcare la soglia della clausura e visitare il monastero.

Il 9 ottobre 2011, a varcare la soglia del “popolo giusto”, è stato Papa Benedetto XVI che ha partecipato alla celebrazione dei Vespri nella chiesa conventuale della Certosa serrese. In quell’occasione, Papa Ratzinger definì il monastero bruniano come «la cittadella dello spirito», per poi essere circondato dal silenzio e lasciare il millenario monastero nell’abbraccio dell’oscurità.

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