La spiritualità certosina nel verde delle Serre attraverso le opere di Antonio Callà

“Il Beato Lanuino è l’alter ego di San Bruno”. La celebre definizione di Dom Maurice Laporte che nel 1960 ha paragonato di due certosini fondatori dell’Eremo serrese è stata oggetto di dibattito durate un convegno che si è tenuto a Mongiana presso la sala conferenze di Villa Vittoria che ha avuto come tema  “La spiritualità certosina nel verde delle Serre attraverso le opere di Antonio Callà”. A trattare l’argomento sono stati lo storico, lo storico Antonino Ceravolo e il direttore del museo della Certosa, Fabio Tassone i quali, grazie alle pertinenti domande del giornalista Romano Pitaro che ha moderato l’incontro, hanno chiarito alcuni punti tuttora oscuri e controversi della storia certosina. Presenti all’incontro il sindaco di Mongiana, Bruno Iorfida, e il presidente del consiglio comunale di Serra San Bruno, Maria Rosaria  Franzé, in rappresentanza delle due amministrazioni comunali che hanno promosso e organizzato l’iniziativa insieme alle rispettive Pro Loco, rappresentate da Francesco Aloi e  Franco Giancotti.  All’evento ha presenziato anche l’artista Antonio Callà, pittore dei certosini, le cui opere hanno fatto da cornice alla sala del convegno, impreziosita da una esposizione artistica ricca di temi mistici riguardanti la vita spirituale e le consuetudini dei monaci di San Bruno.  Antonio Callà è considerato il “pittore dei certosini” non soltanto perché molti dei suoi quadri raffigurano i momenti di preghiera dei monaci dall’abito bianco nell’ascesi certosina ma anche perché tale lo ha decretato l’Analecta Chartusiana di Strasburgo, la pubblicazione internazionale che nei fatti è l’organo ufficiale che tratta del mondo certosino e del modo, dei monaci, di “fare palestra” nell’attesa dell’incontro con Dio. Antonio Callà ha maturato numerose tecniche tra le quali ricordiamo la scultura, la lavorazione della creta, lo sbalzo su lastra metallica e naturalmente la pittura che gli ha valso non poche mostre internazionali. I suoi quadri, infatti hanno presenziato in Spagna e in Austria, solo per citare alcuni paesi, ma anche quando i suoi quadri sono fuori la loro anima rimane in Certosa. Ma chi era il Beato Lanuino? Le notizie sui primi anni di vita di Lanuino sono scarse. Eccetto al fatto che nacque in Normandia nel sec. XI da un nobile famiglia, è dato conoscere veramente poco se non che dopo un viaggio a Roma sviluppò la sua vocazione monastica, che lo portò ad entrare nel 1087 alla Grande Chartreuse fondata da Bruno di Colonia dove giunse attratto dalla fama di Bruno, con il quale da subito entrò in sintonia. Nel 1089 quando Urbano II, ex discepolo di Bruno, chiamò il Fondatore dei certosini a Roma, egli volle portare con sé Lanuino, apprezzato per le sue qualità. Da questo momento in poi Bruno ed il fedele discepolo Lanuino non si separeranno mai, fino a diventare quest’ultimo quasi l’alter ego di Bruno.  “Ritengo – ha spiegato Ceravolo – che considerare Lanuino come l’alter ego di San Bruno sia cosa oltremodo riduttiva perché dopo la morte di Bruno egli è andato oltre e al di là del suo predecessore”. Lanuino è stato un ‘innovatore’ che ha consolidato e affermato in termini di fattibilità un ordine religioso destinato ad andare avanti per secoli e che, ancora oggi, è portatore di una funzione confermata dalla chiesa cattolica in tutta la sua portata e validità spirituale” Dal canto suo il direttore del Museo della Certosa, Fabio Tassone, ha spiegato il senso della due giorni di studi in onore di Lanuino e Bruno che non furono divisi in vita e, visto che le loro reliquie riposano insieme, nemmeno nella morte.

 

 

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