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La meraviglia dei funghi delle Serre: posti chiave per la ricerca, divieti e prevenzione

Tutto quello che c’è da sapere (da vedere e da gustare) sui funghi delle Serre. Il convegno, accompagnato da una spettacolare mostra, promosso dal gruppo micologico “Abete bianco” ha offerto gli strumenti necessari per dotarsi di una vasta cultura sui funghi: un argomento decisamente interessante per chi ama la montagna ed i suoi innumerevoli segreti. “Dal punto di vista micologico l’altopiano delle Serre è un ambiente ottimale per lo sviluppo e la raccolta dei miceti. Le fasce arboree distribuite lungo il percorso montano permettono una ampia e varia ricerca dei funghi. In questo territorio si trovano essenze arboree in parte spontanee ed in parte d’impianto forestale”. Questo passaggio chiave della relazione del presidente del gruppo micologico Maurizio Siviglia è sufficiente per rendersi conto del perché dell’attenzione riservata a questo fazzoletto di terra di Calabria. “Per capire il mondo dei funghi – ha spiegato l’esperto – è necessario conoscere la vegetazione che indica, grosso modo, le specie fungine che si sviluppano in quel dato ambiente”. Nello specifico, “nell’abetina troviamo sicuramente russole, lactari, porcini, albatrelli e igrofori, mentre in presenza di latifoglie (faggi, querce, castagni) possiamo riscontrare porcini, chiodini, amanite e ovuli. Ambienti quali pianure, bordi di boschi, conche, rive di ruscelli, vallate, rupi e soprattutto boscaglie fitte sono i luoghi più adatti per la crescita dei funghi”. La manifestazione - introdotta dal dottor Vincenzo Barillari che ha sottolineato il legame tra il nome di Serra San Bruno ed i funghi e lodato l’organizzazione annuale di un evento atto alla promozione - ha visto la partecipazione del sindaco Luigi Tassone che ha ritenuto “positivo” il coinvolgimento delle scuole, in quanto “è importante conoscere le peculiarità del territorio”, e “giusta” la sinergia scuola-istituzioni-aziende private, ma ha anche invitato a frenare “le polemiche che non fanno bene all’immagine del nostro paese”. Il medico micologico Francesco Faragò si è soffermato sul “ruolo dell’ispettorato micologico nella prevenzione dell’intossicazione da funghi” analizzando gli aspetti normativi e ribadendo la rilevanza di “educazione, sensibilizzazione, attività di formazione e rilascio degli attestati di idoneità alla vendita, alla preparazione e somministrazione”. Lo stesso direttore del Sian dell’Asp di Catanzaro ha poi indicato le cause più frequenti di intossicazione: “assenza o insufficiente conoscenza sui funghi raccolti, il non sottoporre a controllo i funghi raccolti, l’insufficienza di centri di controllo micologico e la non adeguata cottura”. “Il 25% dei casi che arrivano in Pronto soccorso – ha aggiunto ancora Faragò – non sono intossicazioni vere e proprie (altre patologie, intolleranza individuale ai funghi, consumo eccessivo), mentre il 95% dei casi appartengono alle sindromi gastro-intestinali”. Quindi uno sguardo ai funghi che più frequentemente sono alla base delle intossicazioni: Omphatolotus olearius (fungo dell’ulivo), Ramaria formosa o pallida, clitocybe nebularis e suillus granulatus. Dopo l’invito all’aggregazione del presidente del Comitato “Mastro Bruno” Giacinto Damiani, l’ispettore del Corpo forestale Domenico Minichini ha illustrato i divieti, a fini preventivi, di raccolta dei funghi e quelli legati alle dimensioni degli stessi. “La raccolta – ha puntualizzato – è consentita nei boschi e nei terreni non coltivati e solo nelle ore diurne, ai maggiori di 14 anni abilitati (o a ragazzi con meno di 14 anni accompagnati da persone abilitate). La raccolta dei funghi velenosi può invece essere effettuata solo per scopi scientifici. Non è permesso l’uso di rastrelli o uncini – ha rilevato – e occorre essere muniti di cestini rigidi e forati e mai di buste. È sempre vietata la distruzione dei corpi fruttiferi. Con tessera amatoriale possono essere raccolti al massino 3 kg giornalieri, ma nelle aree montane i residenti possono raccogliere fino a 5 kg giornalieri (10 kg con tessera professionale; esistono poi la tessera per raccolta a fini scientifici ed il permesso micologico-turistico per i visitatori extraregionali). È vietata – ha concluso – la raccolta in aree e parchi urbani; il proprietario di un bosco può raccogliere quantitativi praticamente illimitati a meno che non scelga di destinarli alla vendita”. Quest’ultima può avvenire in punti fissi e rispettando le prescrizioni di legge e non può mai essere itinerante. Al termine dell’iniziativa il professore Siviglia ha svelato le modalità per una corretta preparazione dei funghi sott’olio.

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