I miracoli della piccola Lourdes delle Serre

Ha fatto parte del “Consorzio Calabria Giubileo” del 2000 assieme ad altri paesi sede di santuari mariani: Conflenti, Gimigliano, Dipignano, San Sosti, San Luca, Pentone, Serra San Bruno e Vallelonga. Sarà tappa obbligata del prossimo Giubileo straordinario della Misericordia che prenderà avvio l’8 dicembre di quest’anno? Ancora nulla è dato sapere! È Torre di Ruggiero che custodisce da più secoli il santuario della Madonna delle Grazie, ormai divenuto tappa obbligata di spiritualità e turismo religioso con flussi provenienti da tutta Italia ed oltre. È un grazioso paesino (500 mt. s.l.m.) delle Serre catanzaresi, adagiato nella vallata del Bruca a quattro passi da Chiaravalle Centrale e da Serra San Bruno, a cavallo tra la provincia di Catanzaro e quella di Vibo Valentia. Il toponimo ci ricorda le antiche torri litoranee e montane poste a difesa delle popolazioni dalle incursioni saracene. Una di queste esisteva in questo territorio dandogli il nome semplicemente di Torre o Torre della Certosa per via del vicino monastero certosino di Serra. Solo dall’8 maggio 1864 ha preso il toponimo di Torre di Ruggiero ricordando il Gran Conte normanno che volle l’unificazione dei vari casali esistenti attorno alla Torre. Nel centro abitato spicca la chiesa  medievale di Santa Domenica, monumento nazionale, riconosciuta mirabile esempio di architettura. All’interno la volta è a botte lignea lunettata sulla navata centrale con tre dipinti raffiguranti la Cena, l’Assunzione ed il Sacrificio di Abramo. All’ingresso della sacrestia vi è murato un prospetto di ciborio cinquecentesco e l’altare maggiore in marmi policromi dell’artista Pisani di Serra San Bruno. Infine addossato al terzo pilastro di sinistra troviamo il mausoleo di Raveschieri Fieschi, monumento funebre della prima metà del XVIII secolo  in marmi policromi a rilievo ed intarsio. Sicuramente il nostro centro è ricordato nelle cronache e conosciuto in tutto il mondo per il Santuario dedicato alla Madonna delle Grazie, appena in periferia, e adagiato sopra una bella e verdeggiante collinetta circondata da profumate acacie, alti castagni e giovani douglas. Qualche storico suppone che presso questo luogo vi fosse stata una dacia basiliana del X secolo. E ciò può essere confortato dalla probabile presenza dell’antico monastero di san Basilio. Come nacque il santuario di Torre? Era il 17 aprile del 1677 quando a due ragazze del luogo: Antonina de Luca e Isabella Cristallo, di ritorno dalla primitiva chiesetta, divulgarono in paese il desiderio della Madonna, apparsa ad Isabella, di “essere riverita in quel luogo da popoli lontani e vicini”. La notizia si diffuse dappertutto e cominciarono lunghi pellegrinaggi sul luogo dell’apparizione fino al 1783, anno in cui il terribile terremoto distrusse gran parte della Calabria ed anche la chiesetta di Torre. Nel frattempo era aleggiata nella contrada una intensa aria di spiritualità e, come ebbe a scrivere Domenico Cirillo: “grazie e favori celesti si ottenevano in quel luogo benedetto ed ognuno accorreva ad attingere, a ringraziare, a pregare, abbandonando tra i rovi e le macerie un vivo desiderio: il risorgere della chiesa”. Negli anni successivi, 1857 e 1858, si erano verificate altre apparizioni e sogni e financo il miracolo dell’acqua zampillante nel punto dove anticamente c’era la cosiddetta “fontana della Madonna” e così il 28 maggio 1858 dal Canonico Teologo don Salvatore Tolone, inviatovi dall’allora vescovo Monsignor Fra’ Concezio Pasquini, per gli accertamenti del caso, è stato emesso il decreto vescovile che autorizzava la ricostruzione della chiesa. Ne è testimonianza una lapide marmorea posta a sinistra dell’ingresso in santuario, che perpetua l’evento di quell’anno: “Questo mistico tempio dedicato alla B. M. V. delle Grazie, edificato molti secoli fa dalla pietà dei fedeli e interamente distrutto dalla spietata violenza del terremoto del 1783, fu riedificato con finezza di stile, come oggi si vede, con le offerte votive dei cittadini di questa terra e di tutta la Calabria, che qui si raduna ad ottenere grazie da Dio, mediante l’intercessione efficace di questa Madre. Tempio eretto con magnificenza eccezionale e con incredibile celerità, per il particolare impegno di un comitato cittadino a ciò preposto e per la premurosa vigilanza del Cappellano don Vincenzo Martelli, Nobile di questa terra di Torre di Ruggiero. Fu cominciato in seguito al sorprendente zampillare di acqua viva, nella domenica in Albis del 1858, a pie’ del monte, ove ora sorge la Chiesa. Fu condotto a termine con decorazioni di stucco, sculture ed altri ornamenti dall’insigne artista Michele Barillari da Serra [San Bruno]”. All’interno del prezioso tempietto baroccheggiante, sopra l’altare maggiore sovrastato da un marmoreo cappellone, è collocata la bella statua della Madonna delle Grazie, donata dal Re Ferdinando II dei Borbone: è un capolavoro dell’arte napoletana. Per ricordare l’evento del dono borbonico, 150° anniversario dell’arrivo della Statua nel suo santuario (30 giugno 1861), nei giorni scorsi è stato riproposto l’ingresso solenne partendo dalla chiesa matrice di san Nicola di Bari della vicina Cardinale, dove la Madonna era stata accolta, con un corteo storico di cavalieri, dame e sbandieratori. Per molti Torre di Ruggiero ed il suo santuario sono definiti la piccola Lourdes della Calabria. E non solo perché vi si richiama fedeli e turisti da ogni parte d’Italia ma anche perché si è legati al più famoso santuario francese per una coincidenza storica. Scrive ancora Domenico Cirillo (Calabria Letteraria - nn° 1-2 del 1969). “L’anno 1858 si affaccia all’orizzonte cattolico con un intervento celeste ordinato a riconfermare, nell’Europa e nel mondo, quei valori spirituali, tanto combattuti e sconvolti dalla Rivoluzione francese e dalle conseguenti teorie filosofiche. L’undici febbraio, la S. Madre di Dio appare a Bernardette Soubirous, nella grotta di Massabielle a Lourdes. Anche lì un messaggio, anche lì una polla d’acqua…anche lì folle pellegrinanti…un legame misterioso corre tra le due località…Torre è rimasta chiusa nella ristretta cerchia della sua terra, contenta di affermarsi in campo…regionale con qualche riverbero oltre confine ed oltre gli oceani. Lourdes ha saputo dilatarsi nel mondo intero”. Ma il tempo non è passato indifferente al miracolo di Torre, chè, qui anno dopo anno, soprattutto nella grande solennità dell’8 settembre, si radunano attorno a Lei migliaia di fedeli oranti in silenzio, in lacrime ed ancora scalzi e a piedi. La fede si fa sempre più ardente, come dimostra anche la volontà di donare alla Madonna, ancora oggi, oltre alle preghiere, l’aurea corona che la contrassegna per ricchezza e preziosità di spirito. E infatti, nel settembre 2004, una folla oceanica si è radunata in questa radura verdeggiante per incoronare la Madonna con una preziosa opera dell’Orafo  dei Papi il crotonese Michele Affidato.

 

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