Salvare e tramandare la lingua madre è un dovere imprescindibile

Per tutelare ogni lingua madre del mondo l'UNESCO nel 1999 ha istituito  la giornata internazionale  da svolgere ogni anno il 21 febbraio,  per promuovere la diversità linguistica culturale e il multilinguismo, riconosciuta anche dall' ONU nel 2008. Non a caso proprio quel giorno, che ricorda il 21 febbraio 1952 , quando molti giovani bengalesi dell'Università di  Dacca vennero uccisi da poliziotti del Pakistan mentre protestavano per il riconoscimento ufficiale della loro lingua .

Nel corso degli anni sono state realizzate normative nazionali e regionali, per  arginare  il fenomeno di una dispersione incredibilmente diffusa. Ma le leggi -  è ovvio - che se non vengono abilmente attuate, rimangono sogni nel cassetto, anche se vengono ritualmente celebrati nei giorni prefissati.

La Calabria ricca di eccellenti varietà linguistiche ( dal grecanico , all'arbresh e all' occitano ) che hanno sempre stimolato eccellenti studiosi , nel 2003 in attuazione della legge n.483 del 15 dicembre 1999 ha inserito l'insegnamento del dialetto nelle Scuole di alcuni distretti regionali. 

Salvare e tramandare la lingua madre è un imprescindibile dovere che ci coinvolge tutti, senza dimenticare che ciò vale indubbiamente innanzitutto per l'italiano, come ha richiamato l'appello di 600 professori universitari, testimoni quotidiani delle gravi imperfezioni linguistiche ( spesso ahimè divulgate anche dal servizio televisivo pubblico e privato dove non mancano proclami come "donne incinta[ per incinte] " o " le monache [=monadi!] di Leibniz" , oppure " il Devid [ David] di Michelangelo".

Pertanto ok le giornate per la promozione della diversità , ma esse devono servire a porre sul campo concrete iniziative a partire dagli asili per giungere alle Università con progetti mirati e puntali verifiche dei loro risultati, perché non succeda - come spesso avviene - che passato la "festa" , sia gabbato "lo santo" nella fattispecie la lingua madre italiano/ e dialetto.

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