L’Italia uscita dal 1943-5 non fu quella della resistenza

 Nel 1978 presidente della Repubblica venne eletto Sandro Pertini, che era stato tra gli esponenti del Comitato di Liberazione. La cosa fu presentata come un fatto resistenziale, ma era la rotazione delle cariche tra partiti, e prima di lui c’erano stati democristiani come Leone che non aveva resistito a niente, e paciosi liberali come Einaudi; anzi, il primo, quello provvisorio, De Nicola, era pure monarchico; Napolitano non partecipò a nessun atto bellico; l’avventura di Ciampi fu insignificante. Insomma, nel 1978 toccava ai socialisti, e scelsero Pertini: tutto qui.

 Subito dopo il 1945, la cifra ufficiale dei partigiani era di 80.000; probabilmente già gonfiata, ma prendiamola per buona; i milioni, vennero dopo. Che fine fecero, questi 80.000 partigiani effettivi?  

 L’Italia uscita dal 1943-5 non fu quella della resistenza, ma la riesumazione dei partiti del 1922, con qualche ammodernamento; e sotto il controllo dell’intesa dei vincitori USA e URSS, con l’aggiunta, in Italia, del Vaticano. C’era poco spazio per i partigiani.

  Quando, negli ultimissimi giorni di aprile, le truppe tedesche o si ritirarono o si arresero agli Angloamericani, diversa e varia fu la sorte dei fascisti della Repubblica Sociale, e ne parleremo in altra occasione. Il territorio del Nord venne occupato dalle truppe alleate, ma in alcune zone e città avvenne un movimento politico e militare qualche giorno prima. Il CLN tentò di capitalizzare l’occasione, nominando dei prefetti partigiani; all’arrivo dei carabinieri, questi furono destituiti, e s’insediarono prefetti veri.

 Le bande consegnarono le armi, anche se molti pensarono bene di costituirsi dei depositi segreti, che o vennero scoperti negli anni seguenti, o, dimenticati, finirono mucchi di ruggine.

 La resistenza venne assunta dai socialcomunisti come propria, ma erano i tempi della scomunica e della lotta anticomunista, perciò a ricordare i partigiani furono quasi solo PCI e PSI.

 Una mitopoiesi resistenziale comunque nacque tardi, verso gli anni 1970-80, per dare veste ideologica al “compromesso storico” che fece sopravvivere alcuni anni la cachettica e correttissima Prima repubblica (la Seconda non è migliore, anzi!); si parlò di “arco costituzionale” che comprendeva tutti i partiti tranne quello neofascista del MSI. In mancanza di battaglie e vittorie, s’iniziarono a piangere i morti e i massacri.

 I partigiani combattenti, intanto, invecchiavano o scordati o ridotti ad elementi decorativi di qualche manifestazione: come i garibaldini del secondo Ottocento.

 Scarsa fu la letteratura ispirata ai partigiani; rarissimo qualche film; e libri e film di tono malinconico, come di un’intima delusione.

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