25 anni fa il riconoscimento di Arciconfraternita all'Assunta di Terravecchia

Tempo di commemorazioni per l’Arciconfraternita dell’Assunta di Terravecchia. Ricorre, infatti, in questo periodo dell’anno, il 25° anniversario di due eventi cruciali per la storia del pio sodalizio. Era il 26 aprile 1990, memoria liturgica della Madre del Buon Consiglio, quando dalla Curia arcivescovile di Catanzaro-Squillace S.E. rev.ma Antonio Cantisani innalzava al rango di Arciconfraternita la congrega che dal 1694 opera instancabilmente nella promozione del culto alla Vergine Assunta. L’ambito riconoscimento faceva seguito alla richiesta del Seggio Priorale, allora guidato da Salvatore Carchidi; richiesta caldeggiata da monsignor Vincenzo Samà, parroco e padre spirituale della confraternita, portavoce di tutti i confratelli che vedevano dunque riconosciuto il giusto titolo per una congrega che, nella storia della cittadina, è decisiva quasi quanto la venuta del Santo Bruno di Colonia. Come si evince dal Decreto vescovile, fu anche il vicario foraneo del tempo, don Giuseppe Scopacasa, a esporre all’Arcivescovo “i motivi soprattutto spirituali” che incoraggiavano la richiesta del Seggio. Il gesto, “esterno ma significativo”, come ebbe a dire lo stesso Cantisani, legittimava il culto reso a Serra da secoli alla Vergine Maria Assunta, il cui dogma veniva sancito il 1° novembre 1950 dal pontefice Pio XII. Con il riconoscimento in perpetuo del titolo di Arciconfraternita, gli associati di ieri e di oggi sono invitati a “modellare sempre di più la propria vita su Maria, figlia di Adamo e sorella degli uomini che non solo fa onore al popolo di Dio, ma nobilita tutto il genere umano” con la sua Assunzione al cielo in corpo e anima. L’8 maggio dello stesso anno, nella festa della Beata Vergine del Rosario di Pompei, lo stesso prelato si recava a Serra per sancire ulteriormente il suo riconoscimento, incoronando con diadema in oro lo splendido simulacro ligneo della Vergine, tra la folla esultante e i confratelli in abito osannanti. A ricordo di questi due eventi straordinari, due lapidi marmoree sono poste nell’ingresso dell’edificio ecclesiastico. Ma non solo nel marmo rimangono incise queste date: restano impresse nella memoria dei confratelli che hanno più a cuore la storia, le tradizioni e la spiritualità di questa Arciconfraternita.  

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