La salvezza del Crotone, la disperazione dei complottisti e l'esempio per la Calabria

Il Crotone calcio rimane in A: alleluia! Questa è la notizia, del resto conosciuta da tutti. La fantanotizia è che un mucchio di gente sta piangendo in segreto; e non sono quelli dell’Empoli, sono tutti Calabresi. Eccoli:

  • i complottisti a tutti i conti, che da giorni andavano prevedendo un piano oscuro, e sempre e solo per soldi; e invece il Palermo, pur senza speranze, ha molto lealmente giocato e vinto;
  • i meridionalisti aprilati della domenica, che già grondavano sangue contro i “toscopadani” oppressori del Sud a favore dell’Empoli; e invece il Crotone, squadra del Sud, è in A, e l’Empoli, “tosca”, se ne scende in B;
  • gli antimafia segue cena, che magari avevano organizzato una fiaccolata volta a dimostrare che la mafia non vuole il progresso e tiene la Calabria nell’arretratezza, eccetera; e invece c’è un pezzettino di Calabria che sta andando benissimo, e non glielo sta impedendo nessuno;
  • i piagnoni generici, i quali campano delle disgrazie calabresi, e ora che una cosa va benissimo, sono persino costretti a sorridere: quando mai?

 Però, attenzione a quanto segue:

  • il Crotone è un’ottima squadra di calcio, e basta; anzi, è l’unica squadra di calcio di livello: fine; il Crotone non è la Calabria; ed è il Crotone calcio che va in A, non la Calabria, la quale nel suo complesso resta in serie meno che Zeta;
  • non “inizia finalmente il riscatto della Calabria”, che è l’ultima d’Europa;
  • la città di Crotone, purtroppo, gronda di problemi.

 Teniamo perciò distinte le notizie. Detto questo, sono felicissimo che il Crotone resti in A, e spero che faccia sempre meglio.

 Spero pure che la Calabria ne segua l’esempio. Una squadra di calcio, infatti, non è l’incontro casuale di undici bravi giocatori, ma un organismo, e funziona se tutto funziona: dirigenti, amministratori, allenatori, calciatori, medici, pubblico. Ecco, sarebbe ora di imparare, in Calabria, a fare gioco di squadra.

 Il gioco di squadra è che se uno è portiere non può fare il centravanti. Magari, in Calabria, ognuno stesse al suo posto e sapesse starci bene; in una Calabria in cui tutti sanno fare tutto e pretendono di giudicare tutto e tutto decidere: e il risultato è l’ultimo posto in Europa.

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