Al via “Sciabaca 2017” a Soveria Mannelli viaggio nell’arte e nella letteratura, pieno il coinvolgimento del territorio

Soveria Mannelli – È appena iniziato “Sciabaca, viaggi e culture mediterranee”, festival letterario di Rubbettino editore. In un clima festoso, tutto il territorio di Soveria Mannelli è stato coinvolto per la tre giorni che apre oggi e chiude domenica 24 settembre, tra un target di pubblico variegato. Al confine tra Calabria Ultra e Calabria Citra, luogo di sosta per quanti da Catanzaro si recavano a Cosenza e da qui verso il Nord del Paese, Soveria è attraversata dalla storica Statale 19 “Delle Calabrie”. 

Ad aprire la giornata, l’incontro dal titolo “Le parole in fondo al pozzo. Lingue rare e preziose di Calabria”, presso l’Officina della Cultura e della Creatività, nei dintorni di Piazza Bonino. Oltre ai saluti dell’editore Florindo Rubbettino e del Sindaco di Soveria Mannelli Leonardo Sirianni, presenti Francesco Altimari, professore ordinario di lingua e letteratura albanese all’Università della Calabria, Tito Squillaci, medico pediatra, esercita la professione in Calabria e, come volontario, in Malawi, Albania, Uganda e Sierra Leone, infine Hans Peter Kunert, linguista, glottologo, lettore di Tedesco all’Università della Calabria. Nell’aula gremita di giovani, (numerose quest’anno le adesioni dei volontari Sciabaca) si mettono a confronto più culture, insieme a varie influenze linguistiche e culturali, con vari strati, ad esempio la lingua greca, normanna, francese, spagnola ecc. E in un contesto tutto linguistico, dunque fortemente identitario, si inserisce anche la minoranza occitana in Calabria (tra le più piccole delle comunità calabresi).

L'occitano è una lingua che non ha mai avuto un nome – afferma Hans Kunert - i parlanti non hanno mai dato un nome alla lingua”.

Guardia piemontese, nata come comunità valdese, parla l'occitano. Valdese=occitano. I Guardioli si identificano coi valdesi, ma per i valdesi di oggi loro non fanno parte della comunità valdese. L'identità dei guardioli è garantita dalla lingua, i guardioli non sanno cos'è l'occitano. Per i guardioli è la loro lingua, ma non sanno che c'è una comunità che parla occitano fuori da guardia piemontese. Occitano è una lingua romanza, si parlava nel sud della Francia e valli del Piemonte. Seguendo alcuni spunti di letteratura classica, il guardiolo arriva in Calabria nel 1300. Poi si differenzia dall'occitano. Il guardiolo è ancora vivo, anche se si sta via via perdendo, viene insegnato nelle scuole ma manca l’interesse dei bambini.  Come afferma ancora Tito Squillaci

La comunità più antica è quella grecanica, qui la Calabria viene vista quale crocevia e luogo ideale di scambi. Il grecanico viene dalla dominazione bizantina o c'è continuità dalla magna Grecia? Durante l'impero romano si scopre che si continuava a parlare greco. “La Calabria è Greca da 2800 anni, poi latinizzata...”

Sciabaca prosegue, come da programma, alle 17.00 presso Stazione Ferrovie della Calabria con l’incontro “Di viaggi, di Calabria, di Mediterraneo” con Annarosa Macrì Scrittrice e giornalista, in servizio alla Rai dal 1978, alle 17.30, stesso posto, seguirà invece “Per un’antropologia dell’erranza meridionale” con Vito Teti, professore ordinario di Antropologia Culturale presso l’Università della Calabria, dove ha fondato e dirige il Centro di iniziative e ricerche Antropologie e Letterature del Mediterraneo. Alle 19.00 spazio all’arte, presso Ex industrie Rubbettino saranno, infatti, inaugurate le mostre “Visioni di Calabria” con Nik Spatari, Hiske Mass, Bruno Tripodi. Si conclude alle 21.00, dando largo ai giovani, con “Malura”, concerto di Cataldo Perri e lo Squintetto.

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