Ospedale di Serra San Bruno, Slai Cobas: "Da Censore e Tassone solo annunci"

"A cosa è servita la sfarzosa passerella del Serre in Festival, generosamente concessa nell’agosto scorso al direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, Angela Caligiuri? A nulla, se non a gettare ulteriore fumo negli occhi ai cittadini residenti in un territorio in cui la rete sanitaria è ormai ridotta al minimo storico ed in cui l’ospedale San Bruno, struttura che dovrebbe rappresentare il punto di riferimento di quella stessa rete sanitaria, è ormai abbandonato agli ultimi spasmi".

E' quanto scrive in una nota lo Slai Cobas Serre Calabre.

"Tutti gli annunci - prosegue il comunicato - arrivati nell’ambito della kermesse estiva, fortemente voluta dal parlamentare Bruno Censore, nelle settimane a seguire non hanno trovato alcun riscontro concreto, anzi si sono rivelati un vero e proprio bluff, l’ennesimo per un territorio sempre più marginale, in particolar modo rispetto all’organizzazione dei servizi sanitari.

Il Pronto soccorso dell’ospedale di Serra San Bruno continua infatti a non disporre di quel nuovo medico il cui arrivo era stato garantito a più riprese da tutto l’apparato politico istituzionale che governa questo territorio, o meglio continua a non disporre di un nuovo medico esperto, capace di gestire qualsiasi emergenza, dal codice bianco fino a quelli identificati dal sistema del Triage come codice rosso, in cui il paziente ha almeno una delle funzioni vitali compromessa e si trova in immediato pericolo di vita.

Dal primo cittadino di Serra San Bruno, Luigi Tassone, fino ad arrivare al parlamentare Censore numerosi erano stati gli annunci rispetto all’immediata nomina di un medico addizionale capace di garantire la piena funzionalità delle prestazioni che un Pronto soccorso degno di definirsi tale dovrebbe erogare rispetto ai più svariati casi d’emergenza, compresi chiaramente quelli di grave entità.

Altro buco nell’acqua- aggiunge il sindacato - quello inerente all’arrivo di nuovi anestesisti capaci di garantire una turnazione all’unico da anni presente nell’intero presidio. Per un breve lasso di tempo gli anestesisti destinati al San Bruno sono diventati tre (dei quali due destinati specificatamente all’ospedale di Serra ed un terzo aggiuntivo da Vibo). Ma si è trattato di un fuoco fatuo, di una misura solo temporanea, visto che da qualche giorno si è praticamente tornati alla condizione di criticità iniziale con proprio i due anestesisti destinati al San Bruno che sono stati spediti a coprire i turni dello Iazzolino di Vibo. Una decisione, del tutto immotivata, che ha di fatto condannato ancora una volta l’ospedale montano ad una condizione di precarietà, o meglio di inutilità assoluta, tanto che tutti gli interventi programmati in day surgery sono stati annullati per l’unica presenza, saltuaria, di un solo anestesista.

Da ciò si intuisce che la volontà politica di chi dovrebbe tutelare il territorio di Serra e delle Serre è quella di svendere tutti i servizi, in cambio di consensi elettorali da racimolare in previsione delle politiche e della propria rielezione al Parlamento. Inoltre - conclude la nota - le azioni eclatanti annunciate dal sindaco adepto a tutela del San Bruno sono rimaste solo sulle colonne dei giornali, niente di concreto è stato messo in atto, come è avvenuto ad esempio a Chiaravalle dove il primo cittadino Donato ha addirittura condotto uno sciopero della fame e ha occupato i locali della Casa della Salute per tutelare quel minimo di diritto alla sanità rimasto a beneficio della propria comunità".

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