Filogaso e l'antica fiera di san Nicola

Anche quest’anno si svolge  in paese, in occasione della ricorrenza della festa di San Nicola, una fiera che ha origini antichissime. Il Tango, nel suo libro del 1650  dal titolo “Apprezzo”, cosi descrive lo svolgimento della fiera : “In detta Terra una volta l’anno se fa’ una feria alli 6 di dicembre il dì di Santo Nicola, dove concorrono tutte le terre, e casali convicini à compra e vendere tutte sorti panni, e tele,  Ravagne di creta che si fanno a Soriano, et altre cose .”

La fiera si svolgeva in un ampio piazzale (un antico castrum) nei pressi della chiesa dedicata al Santo, distrutta completamente dal terremoto del 1783 e ubicata, sempre secondo il Tango, tra la porta d’ingresso di Panja e la chiesa di S.Antonio Abate.

 I commercianti in tempi anche recenti, nel rispetto di quella tradizione, vendevano  le stesse mercanzie descritte dal Tango.

C’erano quelli che vendevano generi alimentari, tessuti, vasi di terracotta, oggettistica varia; e quelli che vendevano bestiame (pecore, maiali, vitelli, buoi, ecc ..).

Le persone accorrevano, come allora, dai paesi vicini sia per comprare la merce esposta, sia per venerare il Santo. Un culto molto sentito e diffuso tra gli abitanti del paese, anche se gli studiosi come Gerardo Marchese non sono riusciti a trovare nessun dato circa le origini di tale festa e venerazione per il Santo.

Ancora oggi, a distanza di tanti secoli, i ”filogasesi “ venerano e tramandano la tradizione, anche se, a causa dello spopolamento e delle mutate condizioni socio-economiche, la fiera non ha più l’importanza di un tempo.

Oggi le bancarelle sono poche e vendono solo dolci, tuttavia, la Fiera mantiene intatto lo spirito religioso e l’usanza di un tempo. I cittadini  comprano i torroni ed i mostaccioli tipici di Soriano dalle bancarelle allestite lungo il corso per regalarli ai propri figli.

Noi bambini di allora, al contrario di quelli di adesso, aspettavamo quel giorno con gioia per assaggiare quei dolci tipici “sorianesi “sapendo che per assaggiarne altri bisognava aspettare le feste natalizie.   

 

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