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Serra, Franzè e la maggioranza sull’orlo del divorzio

È arrivata mercoledì la diffida della prefettura che intima l’approvazione del conto consuntivo al consiglio comunale entro 20 giorni dalla ricezione della stessa. Un adempimento che la maggioranza è pronta ad assolvere, presumibilmente intorno al 20 di questo mese. È uno degli appuntamenti principali della vita amministrativa, durante il quale le opposte fazioni si confrontano sulla gestione dell’Ente. Ma la squadra guidata da Bruno Rosi si trova a dover affrontare una “grana” interna ovvero la situazione relativa ai rapporti con Carmine Franzè, estromesso dalla carica di assessore con il rimpasto di giunta e assente all’ultimo civico consesso. La strategia di un graduale allontanamento dell’esponente che fa riferimento al consigliere regionale Giuseppe Mangialavori sembra arrivata al suo culmine, quello della rottura definitiva: secondo indiscrezioni la prossima seduta di consiglio è l’occasione giusta per ufficializzare la presa di distanza, togliersi qualche sassolino dalla scarpa e intraprendere un cammino diverso rispetto a quello dei colleghi di Forza Italia.  Si tratta di un’azione politica di “riposizionamento” da inquadrare nel più complesso scenario che si va definendo in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno. La tensione fra Franzè ed il resto dell’amministrazione comunale, d’altronde, da latente  è diventata sempre più palese. Il giovane azzurro non fa mistero di non aver gradito la “mancanza di risposte” sulla sua esclusione dall’esecutivo, ricollegando questa operazione unicamente alle scelte concernenti il candidato da appoggiare alle elezioni regionali. Interpretazione che ha un fondamento di verità, ma che omette altri passaggi fondamentali. Per esempio quello dello scorso mese di agosto (quindi antecedente rispetto alle elezioni regionali di novembre) quando, in seguito alle dimissioni di Rosi, la maggioranza invitò, attraverso un documento, il primo cittadino a tornare sui suoi passi, ma Franzè – che era assessore, quindi depositario della fiducia del sindaco - si dissociò pubblicamente (senza peraltro compiere atti conseguenti) affermando sulla stampa di “non aver sottoscritto nè tantomeno aderito ad iniziative volte a sollecitare il sindaco nella revoca delle dimissioni non avendo interesse alcuno alla prosecuzione o all’interruzione di questo percorso amministrativo”. Dichiarazioni che non passarono inosservate e, anzi, stupì la conferma di Franzè in giunta al momento del ritorno in sella di Rosi. I tanti nodi aggrovigliatisi nel corso del tempo vengono ora al pettine tutti insieme generando una frattura che potrebbe riservare nuove sorprese.

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