Incendia un autocompattatore, arrestato

I carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di A. C., 38enne, di Condofuri, accusato di danneggiamento e tentata estorsione, aggravati dalle modalità mafiose.

Il provvedimento scaturisce da una meticolosa attività investigativa svolta, sotto le direttive della Direzione distrettuale antimafia reggina, dai militari della Stazione Carabinieri di Condofuri San Carlo, che ha consentito di raccogliere chiarissimi ed univoci elementi di colpevolezza a carico del 38enne, riconosciuto quale responsabile, in concorso con altre persone allo stato ignote, dell’incendio di un autocompattatore di proprietà della A.V.R. Spa, ditta al tempo incaricata del servizio di nettezza urbana nel Comune.

In particolare, all’incirca alla mezzanotte di domenica 18 maggio 2014, all’interno delle pertinenze dell’ex plesso scolastico “Bachelet” di Condofuri Marina, è stato dato alle fiamme un autocompattatore del valore di oltre 150mila euro, appartenente alla ditta A.V.R.. Le fiamme, poi, hanno interessato, danneggiandoli irreparabilmente, anche altri due mezzi d’opera appartenenti all’amministrazione comunale.

Sin dalle prime battute d’indagine, l’episodio è stato inquadrato nel chiaro intento della locale cosca di ‘ndrangheta “Rodà-Casile” di affermare il proprio “controllo” del territorio.

In particolare, l’episodio è stato qualificato come ritorsione contro la società A.V.R., per non aver autorizzato l’assunzione di alcune persone ritenute contigue alla cosca, tra i quali l’odierno arrestato.

Già nell’immediatezza dei fatti i carabinieri hanno raccolto importanti elementi indiziari a carico di A. C., suffragati dalle dichiarazioni di alcuni testimoni che lo avevano notato nei presi dell’ex edificio scolastico, in orari compatibili con il danneggiamento.

Pochi mesi dopo l’accaduto peraltro, i sospetti sullo spessore criminale del 38enne hanno trovato conferma durante una perquisizione domiciliare nel corso della quale, a casa dell'uomo, i militari hanno rinvenuto una pistola con matricola abrasa.

Al termine delle formalità di rito, A.C. è stato tradotto presso la casa circondariale di Reggio Calabria-Arghillà.

 

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