Operazione "Metaurus", sequestrata azienda riconducibile ad imprenditore vibonese

I carabinieri del Comando provinciale e del Nucleo operativo ecologico di Reggio Calabria, hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Dda, nei confronti della società Fargil s.r.l. con sede legale a Roma.

Si tratta di un’ulteriore sviluppo dell’indagine che, lo scorso ottobre, nell’ambito dell’operazione “Metauros”, aveva già condotto al fermo di 7 persone, indagate a vario titolo per associazione mafiosa, concorso esterno, estorsione ed intestazione fittizia di beni, con l’aggravante delle modalità mafiose; nonché all’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo d’urgenza di società operanti nel settore della depurazione e trattamento delle acque, trasporto e compostaggio dei rifiuti speciali non pericolosi.

Il provvedimento odierno vede indagato l’imprenditore vibonese Michelino Roberto lico, attuale Presidente della Camera di commercio di Vibo Valentia, ritenuto responsabile d'intestazione fittizia di beni poiché, al fine di eludere le disposizioni in materia antimafia, avrebbe attribuito fittiziamente al figlio Santo, la maggioranza assoluta delle azioni della I.A.M. S.p.A. di Gioia Tauro, società che gestisce da oltre un ventennio la depurazione delle acque reflue di numerosi comuni della Piana.

Le indagini avrebbero permesso di ricostruire dettagliatamente le vicissitudini imprenditoriali di Lico, fino al 2015 a capo della I.A.M. S.p.a. attraverso la società Ligeam S.r.l..

Nel 2015, infatti, un’altra società riconducibile alla famiglia Lico, la Elmecont S.r.l. di Maierato (VV), ha ricevuto un’interdittiva antimafia emanata dalla Prefettura di Vibo Valentia, provvedimento che menzionava anche la Ligeam S.r.l..

Pertanto, al fine di evitare che anche quest’ultima potesse essere raggiunta da analoghe preclusioni di pubbliche commesse, con inevitabili ricadute sulla I.A.M., l’imprenditore vibonese avrebbe trasferito la maggioranza azionaria di quest’ultima (89,5% del totale) al figlio Santo, 28enne, costituendo ad hoc la Fargil S.r.l., destinataria dell’odierno provvedimento.

Il valore complessivo dei conti correnti e dei beni riconducibili alla società sequestrata ammontano a circa 1.500.000 di euro.

 

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