"Faida dei boschi", sette persone fermate nelle Serre

Gli uomini della squadra mobile di Vibo Valentia e del commissariato di Serra San Bruno, con il supporto del Servizio centrale operativo di Roma e del Reparto prevenzione crimine di Vibo Valentia, la scorsa notte, hanno eseguito un decreto di fermo, emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, nei confronti di sette indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi, rubate o a canne mozze e ricettazione; reati aggravati dal metodo mafioso.

L'operazione, denominata "Black windows", rappresenta l'epilogo delle indagini che hanno preso l'abbrivio in seguito al tentato omicidio, il 28 luglio 2017, di due fratelli, uno dei quali minorenne affetto da sindrome di down.

Gli investigatori sono riusciti a fare luce sulle dinamiche criminali che interessano l’entroterra vibonese, sul quale, da decenni, imperversa la ”faida dei boschi”, che vede contrapposte le famiglie Loielo ed Emanuele-Maiolo.

 Le indagini avrebbero fatto luce sui: "complessi equilibri che portarono alla consumazione dell'agguato mafioso", nel quale rimasero gravemente feriti i due fratelli "dipingendo un quadro a tinte fosche fatto di trame ordite, senza soluzione di continuità, dagli Inzillo, contigui agli Emanuele" per arrivare all'eliminazione della controparte, "espressione invece della famiglia Loielo".

Per la polizia, sullo sfondo del progetto criminale ha trovato poi sfogo l'operato delle "donne della famiglia Inzillo: operato che si è contraddistinto per l'inusitata violenza delle affermazioni, per la determinazione evidenziata nei propositi omicidiari, per il costante incentivo all'azione assicurato in favore dei 'maschi buoni' della famiglia (ossia gli uomini capaci di commettere le azioni delittuose) nonché per l'apporto che in prima persona le stesse hanno garantito nella custodia delle armi".

Non hanno infatti esitato "a coinvolgere anche l'anziana madre", che è stata indotta dalle figlie a nascondere una pistola nella propria biancheria intima, al fine di fugare eventuali controlli da parte delle forze dell'ordine.

Maggiori dettagli verranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11 di oggi alla Questura di Vibo Valentia alla presenza del procuratore capo Nicola Gratteri. 

 

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