Inquinamento elettromagnetico, i comuni tutelino la salute dei cittadini

Il decreto Gasparri D.L. 259/2003 ha di fatto liberalizzato il mercato delle telecomunicazioni consentendo cosi a tutti i gestori di telefonia mobile d’installare le proprie antenne previa presentazione del progetto al Comune di riferimento.

Pertanto, in quasi in tutte le città italiane e non solo, le antenne SRB (stazioni radio base) per telefonia mobile e quelle per le trasmissioni radiotelevisive vengono installate ovunque e soprattutto sui tetti dei nostri condomini con grande disappunto degli stessi condomini e di quelli dei palazzi vicini.

Le antenne direttive SRB, infatti, oltre ad avere un impatto ambientale negativo, svalutano il valore degli immobili e raggiungono valori di campo elevati fino a 70 metri dal punto d’installazione.

I valori minimi delle emissioni delle onde elettromagnetiche per un determinato range di frequenza entro i quali un soggetto sano può essere esposto senza conseguenze sono fissati dal decreto interministeriale n°381 del 10 settembre 1998 (campo elettrico pari a 6 V/m; campo magnetico 0,2 A/m; potenza pari a 0,1 W/m2,).

E’ ormai prevalente la convinzione se non la certezza, supportata anche un’ampia bibliografia, che il superamento di tali valori minimi comporti gravi danni alla salute dell’uomo con disturbi quali cefalee, astenia, insonnia,tumori.

In definitiva è evidente la correlazione tra le emissioni di onde elettromagnetiche e la salute delle persone. Non è un caso che a Vibo Valentia ,soprattutto nella zona di viale Accademie, dove notoriamente sono installati le antenne delle principali emittenti radiotelevisive nazionali e quelle per telefonia mobile (SRB), si registrino numerosi decessi (circa 18 in alcuni condomini del quartiere) per malattie tumorali.

Anche negli altri comuni della Provincia si registrano numerosi e frequenti casi di decesso per tumori dovuti anche alle emissioni elettromagnetiche.

In virtù di questi dati allarmanti, penso sia giunto il momento che si applichino tutte le procedure previste dalle normative nazionali e regionali .

La legge approvata dalla Regione Calabria sulle emissioni elettromagnetiche non ha inteso adottare in via cautelativa valori minimi di emissione diversi di quelli previsti dalle leggi nazionali ed ha demandato ai comuni ed alle Province compiti di vigilanza e controllo dell’installazione delle antenne.

Il Comune di Vibo e tutti i comuni della Provincia, dunque, adottino criteri di esposizione cautelativi, pianifichino le installazioni redigendo un proprio piano o regolamento in contradditorio con i gestori ed i comitati dei cittadini che preveda il divieto di un eccessivo proliferare di antenne nello stesso quartiere come succede attualmente nel quartiere di viale Accademie Vibonesi, nominino una commissione di esperti con il compito di eseguire un controllo puntuale sui progetti presentati a corredo delle domande di nuove installazioni.

Predispongano prontamente controlli periodici delle emissioni delle installazioni esistenti e delle nuove installazioni per evitare , come spesso accade, che le potenze di esercizio siano superiori a quelle normalmente dichiarate dai gestori.

I cittadini sono stanchi dell’inerzia delle Istituzioni. Non si possono e non si devono anteporre gli interessi dei gestori alla salute dei cittadini che va tutelata e garantita sempre e comunque.

Un’analisi approfondita di tutti i rischi esistenti, anche in virtù della legge 81/2008, consente di adottare tutti gli opportuni atti e sistemi di prevenzione e protezione.

 

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