Le mani della 'ndrangheta sui canili, eseguite 11 misure cautelari

Nel corso di una vasta operazione condotta a partire dalle prime luci dell'alba, la Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha eseguito 11 provvedimenti di custodia cautelare (3 in carcere, 4 agli arresti domiciliari, 3 di sottoposizione all’obbligo di dimora e presentazione alla Pg e 1 di sottoposizione all’obbligo di dimora), nei confronti di altrettante persone ritenuti responsabili, a vario titolo, di tentata estorsione e illecita concorrenza con minaccia e violenza, commesse con l’aggravante del ricorso al metodo mafioso, ovvero al fine di agevolare la ‘ndrangheta; turbata libertà degli incanti; intestazione fittizia di beni e truffa aggravata.

Durante l'operazione denominata "Happy dog", che ha portato anche al sequestro di alcune aziende, sono state effettuate numerose perquisizioni in provincia di Reggio Calabria, in altre provincia calabresi e in quella di Milano.

L’inchiesta, condotta dal 2014 al 2016 dalla Squadra Mobile reggina e dal Commissariato di Bovalino (RC), ha consentito d'accertare l’infiltrazione nel settore canino degli interessi di soggetti vicini alla cosca Zagari-Fazzolari-Viola di Taurianova (RC), con conseguente condizionamento degli appalti indetti per l’assegnazione dei servizi di custodia e assistenza di cani randagi presso strutture private (canili); di documentare condotte intimidatorie ed estorsive poste in essere dagli stessi nei confronti di un imprenditore operante nella Locride nello stesso settore, vessato anche da soggetti vicini alle cosche operanti nel territorio di Platì (RC) e Sant’Ilario sullo Ionio (RC); di portare alla luce condotte di concorrenza sleale finalizzate ad ostacolare e screditare l’operato del titolare del canile della Locride che si era aggiudicato l’appalto di Taurianova, anche attraverso campagne mediatiche e denigratorie, con il coinvolgimento di trasmissioni televisive locali e nazionali, realizzate con il concorso di funzionari pubblici infedeli, che avrebbero posto in essere comportamenti ostruzionistici nell’esercizio delle loro funzioni in danno della vittima, ed esponenti locali di associazioni animaliste; nonché infine di accertare alcuni delitti di intestazione fittizia di beni poste in essere al fine di partecipare ad alcune gare di appalto nel settore canino, nel tentativo di superare gli impedimenti derivanti dalle interdittive antimafia disposte dalla Prefettura di Reggio Calabria, con conseguente truffa aggravata ai danni di Enti comunali.

Tra i destinatari dei provvedimenti, figurano: i fratelli Francesco ed Antonio Fava, imprenditori di Taurianova ritenuti vicini alla cosca Viola-Zagari-Fazzolari operanti nel settore canino e titolari/gestori di un canile nella cittadina pianigiana, per i quali il gip ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere; Domenico Marando, nipote del boss di Platì Domenico Papalia (attualmente detenuto), per il quale è stata disposta la misura cautelare in carcere; Luigi Bartolo, titolare di un canile a Melissa (KR) (arresti domiciliari).

Arresti domiciliari anche per il direttore del servizio veterinario dell’Asp di Reggio Calabria Antonino Ammendola, per il dirigente del servizio veterinario di Locri, Vincenzo Brizzi e per Maria Antonia Catania, rappresentante locale di un’associazione animalista.

Disposto l’obbligo di dimora e della presentazione alla Pg nei confronti di rappresentanti e commercianti di prodotti per animali.

Nel corso dell’operazione, in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip su richiesta della Dda sono state sequestrate le imprese “Happy Dog s.rl.” e “Rifugio Canino il Parco s.r.l.” con sede a Taurianova e “Mister Dog s.r.l.” con sede a Rocca di Neto (KR), operanti nel settore della custodia e assistenza di cani randagi.

 

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