Operazione "Ares", i dettagli ed i nomi delle persone coinvolte

I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 31 persone ritenute appartenenti o contigue alle cosche “Cacciola" e “Grasso”, radicate nella Piana di Gioia Tauro e riconducibili alla società di Rosarno.

I destinatari della misura sono considerati responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, estorsione, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, danneggiamento, minaccia, intestazione fittizia di beni, impiego di denaro beni o utilità di provenienza illecita, violazione degli obblighi della sorveglianza speciale.

Il provvedimento giunge al termine di una complessa indagine, che ha permesso di ricostruire gli assetti e gli equilibri interni ed esterni alla cosca Cacciola.

Durante l’indagine, denominata “Ares”, gli investigatori avrebberoo accertato che l’originaria compattezza della cosca si sarebbe affievolita dopo la scomparsa di Domenico Cacciola, ucciso, nel 2013, dai suoi sodali per lavare l’onta di una relazione extraconiugale intrattenuta con una donna riconducibile ai “Bellocco”.

Gli investigatori hanno, quindi, ricostruito le dinamiche che avrebbero portato la cosca originaria alla scissione in due tronconi: i “Cacciola-Grasso”, da una parte ed i “Cacciola”, dall'altra.

L’indagine ha pemesso di scoprire, inoltre, che i componenti dei due gruppi in conflitto avrebbero iniziato a muoversi armati, pronti per sostenere un eventuale scontro a fuoco, con armi detenute e trasportate attuando diversi escamotage, come quello di occultarle all’interno dei vani di allocazione degli airbag delle autovetture.

Nel corso delle attività investigative, sarebbe stato documentato, anche, il trasferimento di circa 300 chili di cocaina con un elevatissimo grado di purezza (oltre il 95%), importati dai “Cacciola-Grasso” attraverso emissari delle cosche sanlucote in Colombia, nonché rapporti con le organizzazioni criminali della penisola iberica, da dove sarebbero partiti almeno 500 chili di hashish, provenienti dal Marocco, indirizzate alle “piazze di spaccio” del Nord Italia.

Sulla base delle risultanze investigative, la Procura distrettuale reggina ha emesso il provvedimento di fermo d'indiziato di delitto a carico di:

CACCIOLA Francesco, nato a Rosarno il 08.10.1968;CACCIOLA Giovanni Battista, nato a Rosarno il 31.8.1964;CACCIOLA Gregorio, nato a Rosarno il 07.05.1980;CACCIOLA Gregorio, nato a Rosarno il 28.09.1951;CACCIOLA Salvatore, nato a Rosarno il 12.04.1982;CACCIOLA Salvatore, nato a Rosarno il 25.5.1958;CACCIOLA Vincenzo, nato a Rosarno il 25.10.1977;CHIMBRU Serhiy, nato in Ucraina il 23.03.1979;CIURLEO Simone, nato a Polistena il 21.09.1987;CONSIGLIO Salvatore, nato a Taurianova il 25.06.1980;FANTASIA Gianluca, nato a Cosenza il 13.09.1975;GIAMPAOLO Domenico, nato a San Luca il 18.05.1960;GIAMPAOLO Giuseppe, nato a Locri l’8.10.1992;GRASSO Domenico, nato a Rosarno (RC) in data 09.08.1956;GRASSO Giovanni, nato a Gioia Tauro il 08.06.1992;GRASSO Rocco, nato a Gioia Tauro il 21.01.1979;GRASSO Rosario, nato a Cinquefrondi il 25.12.1988;IENI Dario Giuseppe Antonio, nato a Catania (CT) il 20.03.1992;IENI Francesco, nato a Catania (CT) il 25.02.1982;MADULI Giuseppe, nato a Polistena il 28.03.1989;NARDELLI Giuseppe, nato a Rosarno il 04.01.1971;NASSO Giuseppe, nato a Taurianova il 19.11.1979;NULLO Fabio, nato a Rosarno il 06.05.1973;PETULLA’ Michele, nato a Cinquefrondi il 13.05.1989;PULVIRENTI Cristian Angelo, nato a Catania (CT) il 08.02.1980;QUARANTA Giuseppe, nato a Cinquefrondi il 30.06.1982;RASO Giuseppe, nato a Polistena l’1.08.1990;SORBARA Giuseppe, nato a Taurianova il 02.08.1974;SURIANO Giuseppe, nato a Cosenza il 31.03.1977;URSETTA Domenico, nato a Vibo Valentia il 15.01.1979;ZUNGRI Vincenzo, nato a Rosarno il 23.02.1959. 

Alla luce delle risultanze investigative è stato, inoltre, disposto il sequestro preventivo delle attività economiche riconducibili alle cosche indagate, per un valore stimato di circa 5 milioni di euro.

Infine, durante le perquisizioni sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro: 1 fucile a canne mozze cal. 12; 1 fucile mitragliatore AK47; 1 mitragliatrice cal. 9 marca Uzi;  1 pistola cal. 9; munizionamento vario tipo e calibro e caricatori; 8 chili di marijuana e 3 chili di hashish e denaro contante per circa 900 mila euro.

 

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