Utilizzavano il denaro di associazioni sindacali per spese personali, sequestrati beni per oltre 4 milioni di euro

I finanzieri della Compagnia di Palmi hanno eseguito un sequestro preventivo di beni, disposto dal giudice per le indagini preliminari del locale Tribunale, nei confronti di un sodalizio accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato, falso, impiego di denaro di provenienza illecita e autoriciclaggio.

Il provvedimento rappresenta l’epilogo di articolate indagini condotte dalle fiamme gialle, nei confronti di una struttura composta da dodici persone, due delle quali avrebbero avuto il ruolo di capi.

Per i militari, i due "capi", dapprima nella qualità di rappresentanti formali e, in seguito, di titolari di fatto di due Centri di assistenza fiscale, nonché di molteplici associazioni sindacali, di cui alcune con sede a Roma e Milano, avrebbero distratto, per fini personali, cospicue somme di denaro pubblico e privato, "attraverso innumerevoli ed articolate transazioni finanziarie, mediante l’utilizzo di conti correnti personali nonché delle società e di ulteriori enti associativi".

L’attività investigativa avrebbe portato alla luce, anche, "le condotte poste in essere dai compartecipi al sodalizio criminoso, i quali avrebbero rivestito il ruolo di rappresentanti formali delle varie società e/o associazioni sindacali, consentendo ai promotori del sodalizio di mantenere celata la loro partecipazione e perseguire, quindi, in maniera agevole i presunti scopi illeciti".

Inoltre, dietro specifici ordini ed indicazioni dei capi dell’organizzazione, gli indagati avrebbero compiuto operazioni di "distrazione del denaro di pertinenza degli enti rappresentati, per fini personali e del tutto estranei allo scopo sociale delle stesse associazioni sindacali".

Dagli accertamenti effettuati dai finanzieri, sarebbe emerso che i componenti del sodalizio avrebbero utilizzato i conti degli enti che rappresentavano, "alla stregua di un 'bancomat', da cui attingere per soddisfare qualsiasi esigenza personale, tra cui viaggi all’estero, acquisto di gioielli, immobili e autovetture". 

Nel corso dell’indagine, sarebbero state documentate, anche, condotte di abusiva attività finanziaria, nonché di impiego di denaro di provenienza illecita e autoriciclaggio.

In particolare, buona parte del denaro, frutto della presunta appropriazione indebita, sarebbe stato dato in prestito, nonché  impiegato in attività economiche (tra cui un bar, un ristorante e un centro fisioterapico) e per la “gestione” di una società di calcio militante in serie D, facente capo ad uno dei promotori del sodalizio criminoso.

Nel dettaglio, le fiamme gialle hanno eseguito il  sequestro preventivo di beni, nella forma per equivalente, sino a concorrenza dell‘importo complessivo di 4.479.658 euro nei confronti di: Domenica Bagalà, Antonio e Giovanni Bonaccorso, Giuseppe Carbone, Aurelio e Vincenzo Cristofaro, Concetta Filippone, Rossana Esposito, Salvatore Calabrua, Francesco Lovecchio, Alessandro Taverna e Claudio Castaldo.

Il sequestro preventivo ha interessato attività commerciali, associazioni sindacali, un terreno, due fabbricati ed una squadra di calcio.

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