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Omicidio di Piscopio: fermati il cognato e il figlio della vittima

Si è costituito ai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia l'uomo che ha ammesso di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Massimo Ripepi, avvenuto lo scorso 21 ottobre intorno alle 13,30 nel centro storico di Piscopio, frazione del comune di Vibo Valentia.

Accompagnato dal proprio legale di fiducia, G.C., di 48 anni, ex cognato della vittima, si è assunto le proprie responsabilità ed al termine dell’interrogatorio è stato posto in stato di fermo.

Lo stesso provvedimento è stato disposto nei confronti del figlio maggiore della vittima, M.R., di 18 anni, che avrebbe fornito ausilio allo zio nelle fasi concitate della fuga dal luogo del delitto. 

L’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia e condotta dal personale della Stazione carabinieri di Vibo Valentia e della Squadra mobile della Questura, anche alla luce delle dichiarazioni rese, ha restituito elementi precisi, concordanti e confermanti il quadro indiziario.

Ad incastrare l’ex cognato ed il figlio maggiore della vittima, oltre alle dichiarazioni rilasciate dai testimoni, sono state le immagini riprese da alcuni sistemi di videosorveglianza.

Il movente del delitto è da ricondurre ai ripetuti maltrattamenti che la vittima rivolgeva ai danni dei due figli e della ex moglie.

Ripepi era già rimasto coinvolto in un agguato il 4 giugno 2017, quando ad esplodere i colpi era stato il figlio minore C.R., di 17 anni, che proprio per questo motivo si trova ancora ristretto presso l’istituto penitenziario minorile di Catanzaro.


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