'Ndrangheta: sequestrati beni per 1,6 milioni di euro

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma, coordinati dalla locale Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia, hanno eseguito due provvedimenti emessi dal Tribunale di Reggio Calabria, che dispongono un sequestro di beni per un valore complessivo stimato in circa un milione e 600 mila euro.

Oggetto del sequestro è il patrimonio riconducibile a Domenico Chilà, di 77 anni, al defunto Giovanni Alampi, di 72 anni ed ai rispettivi nuclei familiari.

Il provvedimento trae origine dall'operazione "Crimine", nella quale Chilà ed Alampi rimasero coinvolti, in quanto ritenuti organici alla “locale” di ‘ndrangheta operante nelle frazioni del capoluogo reggino di “Trunca” e “Allai”.

Dalle successive indagini di carattere patrimoniale, condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Reggio Calabria e dallo Scico della guardia di finanza, attraverso la ricostruzione e l’analisi delle transazioni economiche e finanziarie operate, negli ultimi trent’anni, da Chilà, Alampi e dai rispettivi nuclei familiari, sarebbe emersa la sproporzione dei beni posseduti rispetto alla capacità reddituale dichiarata.

Alla luce delle risultanze investigative, il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione misure di Prevenzione, su richiesta della Dda, ha disposto il sequestro del patrimonio riconducibile a Domenico Chilà ed al suo nucleo familiare, nonché agli eredi di Giovanni Alampi.

La misura ha interessato: nove immobili, due terreni, quote di fabbricati e disponibilità finanziarie, per un valore stimato in un milione e 600 euro.

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