Il consigliere regionale Scalzo sui precari LSU-LPU

Tanti lavoratori ex LSU-LPU hanno manifestato, in Calabria, presidiando in maniera pacifica la strada statale 106, per chiedere con forza la stabilizzazione, dopo decenni di precariato. Si tratta di un bacino di 4500 addetti, un'enormità rispetto al tessuto socio-occupazionale della nostra regione. Esprimo, anche a nome dei colleghi del gruppo dei 'Moderati per la Calabria' Franco Sergio e Giuseppe Neri, la mia vicinanza a questi lavoratori e mi unisco alla loro legittima richiesta di sollecitare il governo ad assumere l'impegno economico-finanziario necessario per il rinnovo della stabilizzazione”. Lo afferma il consigliere regionale Antonio Scalzo, capogruppo dei “Moderati per la Calabria”, che spiega: “Il 31 dicembre prossimo, per gli ex LSU-LPU calabresi si interromperà il rapporto di lavoro a tempo determinato iniziato l'1 gennaio 2015. Un lasso di tempo lunghissimo che avrebbe dovuto portare alla definitiva stabilizzazione ma che è trascorso invano. Oggi la preoccupazione per il futuro degli ex LSU-LPU è altissima perché l’attuale Governo non ha inteso garantire, almeno fino ad oggi, le risorse necessarie per il rinnovo della stabilizzazione, pur a fronte dell'analogo onere assunto a livello regionale. Senza lo stanziamento, da parte di Roma, di 29 milioni di euro l'anno, questi lavoratori non potranno continuare a svolgere le essenziali funzioni, che con diligenza e generosità, hanno ricoperto fino a oggi nelle pubbliche amministrazioni”.

Antonio Scalzo ricorda che “gli LSU e gli LPU impegnati nei Comuni calabresi assolvono a una serie di compiti preziosi e indispensabili negli enti locali: dalla conduzione di scuolabus all'organizzazione degli uffici comunali, dalla manutenzione idrica e del verde pubblico alla raccolta differenziata, fino alla pulizia cimiteriale. Senza il loro fondamentale contributo, tanti comuni non potranno più garantire l'erogazione di questi servizi essenziali. Ma, soprattutto, si carica di ancora maggiori incertezze la fine di questo anno, negando una prospettiva futura a oltre 4500 famiglie costrette a convivere con una insopportabile condizione di precariato e con la mancanza di garanzie, tutele e diritti che invece andrebbero assicurati a tutti i lavoratori, ponendo fine – conclude Scalzo - a sacche di disagio di cui il governo dovrebbe farsi carico non attraverso irrealizzabili promesse elettorali ma con atti concreti”.

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