Prostituzione minorile e violenza sessuale su minore, manette per un 42enne

Violenza sessuale su minori, prostituzione minorile, stalking, detenzione di ingente quantità di materiale pornografico prodotto con l’utilizzo di minorenni.

Questi i gravissimi capi di imputazione contestati dal gip presso il tribunale di Reggio Calabria, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Procura della Repubblica reggina, a carico di un insospettabile operaio della provincia di Reggio Calabria, al termine delle indagini svolte dalla polizia postale e delle comunicazioni su numerosi casi di minori adescati on line attraverso relazioni virtuali avviate sui social network con il fine, concretizzatosi in diversi casi, di successivi incontri reali di natura sessuale.

Gli inquirenti hanno accertato che, dietro l’apparente normalità familiare e lavorativa, si celava la personalità di un adescatore seriale di adolescenti che, approfittando delle opportunità di anonimato che offre il web, non esitava a mentire spudoratamente sulla propria identità, al solo fine di ingannare gli interlocutori, per indurli ad inviare proprie immagini intime e compromettenti e poi minacciarli al fine di concordare incontri reali nel corso dei quali consumare atti sessuali.

L’indagine ha avuto inizio quando una delle vittime, dopo aver subito forti pressioni dall’indagato, ha deciso di denunciare l’accaduto.

I poliziotti hanno, quindi, avviato le indagini, analizzando i flussi telematici relativi ai contatti con le vittime, allo scopo di risalire al soggetto che si celava dietro i numerosi profili facebook falsi ed il reale utilizzatore di alcune utenze telefoniche, attivate per intrattenere i rapporti con i minori adescati.

L’indagine è poi proseguita, attraverso un'attività tecnico-informatica avviata in seguito ad una perquisizione a carico dell’indagato, nel corso della quale gli investigatori hanno sequestrato numerosi supporti informatici, la cui analisi ha permesso di scoprire una complessa mole di conversazioni intrattenute con le numerosissime potenziali vittime.

Particolarmente laboriosa è risultata la valutazione dei contenuti estrapolati dai supporti informatici sequestrati, che incrociati con i dati presenti all’interno dei form di registrazione dei profili aperti sui social network interessati, ha permesso di individuare numerosissime vittime, alcune delle quali hanno confermato gli incontri fisici seguiti all’approccio virtuale ed ottenuti, quasi sempre, con la minaccia di divulgare le immagini compromettenti carpite.

Particolarmente proficua si è poi rivelata la collaborazione fornita al servizio di polizia postale e delle comunicazioni di Roma dal Ncmec “National center for missing and exploited children”, un'organizzazione non governativa statunitense impegnata in attività e scambi informativi a livello internazionale a tutela dei minori, che ha consentito ai poliziotti di acquisire il materiale pedopornografico scambiato dall’indagato con i minori, attraverso facebook.

 

 

 

 

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