Vibo verso le amministrative, al via la “campagna di ascolto” di Stefano Luciano

«La città è dei cittadini: i quartieri vengono vissuti dai suoi abitanti, persone che ne conoscono le problematiche, con le quali si confrontano giorno dopo giorno. Per questo, è necessario tornare a parlare con la gente, per capirne i disagi, le aspettative e le speranze, affinché il programma politico per la città sappia rappresentare le risposte di cui c’è bisogno».

Parte da questa riflessione la “campagna di ascolto” avviata sul territorio vibonese dal candidato sindaco Stefano Luciano, il quale ha incontrato - ieri, nel corso di una partecipata riunione pubblica - gli abitanti del rione “Affaccio”.

Il primo incontro di una serie che si preannuncia lunga e nell’ambito della quale saranno raccolte le proposte dei cittadini da inserire nel programma del leader di Vibo unica. 

«Inizio da questo quartiere – ha spiegato Luciano – perché rappresenta l’anima della città. Il rione è mosso dalla voglia di un riscatto, anche sociale: un’esigenza che avverte oggi l’intero territorio vibonese. La sua è stata, nel tempo, un’evoluzione positiva e certamente avrà un ruolo centrale nel nostro programma. Qui – ha proseguito – la gente vuole piccole cose, piccole cose che rendano la zona più vivibile: strade praticabili, acqua pulita, segnaletica stradale, cura costante del parco giochi, pulizia delle strade, più lavoro ed il rafforzamento delle attività sociali».

Esigenze degli abitanti interpretate anche dal referente del quartiere Alfredo Lo Bianco, che ha affiancato Luciano nel corso dell’incontro, presieduto dal giornalista Giuseppe Sarlo. «Ci impegniamo – ha detto ancora Luciano – a rendere vivibile il rione, sfruttando le possibilità offerte dai fondi europei; pensiamo ad un contratto di quartiere per ottenere un finanziamento forte che dia modo di attuare interventi straordinari». Un processo di trasformazione, dunque, in parte già avviato dal gruppo di Vibo unica.

«Mi sento coinvolto – ha spiegato anche Lo Bianco – in un progetto che condivido da almeno tre anni con tutto il gruppo. Questo non è più un quartiere dormitorio, negli anni è cambiato, sta crescendo. In questo progetto io ci credo. Noi dobbiamo dare voce a chi non ce l’ha. Bisogna smettere di criticare ed iniziare a fare delle proposte».

Ampio spazio è stato quindi dato ai cittadini, che hanno chiesto decoro urbano, dossi stradali, comitati di quartiere e valorizzazione delle tante e positive realtà associative presenti nella zona.

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