Fabrizia, "Ramoscello d'ulivo" attacca l'amministrazione: "La lapide che ricorda i caduti appartiene a tutti"

Riceviamo e pubblichiamo

“'Le istituzioni vengono prima delle persone'. E il tentativo di confondere la situazione amministrativa venutasi a determinare al comune di Fabrizia sarebbe una banale mistificazione, un espediente furbesco non più ammissibile che evidenziano una commistione di ruoli, istituzionali e personale, che vanno oltre la semplice legalità. Perché relegare la cerimonia di così alto valore storico-simbolico, del “Centenario della posa della lapide in marmo sulla facciata della chiesa matrice in memoria dei caduti della Prima guerra mondiale”, a semplice divulgazione propagandistica, è stato un clamoroso autogol sia per gli ideatori, sia per i suoi organizzatori. Non si programma una celebrazione così importante con un semplice annuncio pubblicato il giorno 18 maggio 2019 da un quotidiano on-line o da un quasi furtivo manifestino, per poi svolgerla il giorno successivo 19 maggio 2019. La maggioranza avrebbe dovuto valutare prima, molto attentamente, le condizioni per favorire la partecipazione della cittadinanza e di tutte le istituzioni democratiche, che volutamente sono state ignorate, come se l’iniziativa fosse prerogativa di un gruppo ristretto di amici e non, invece, organizzata dalla massima istituzione locale il comune di Fabrizia. Ma quella lapide marmorea è forse di esclusiva proprietà della maggioranza amministrativa o appartiene per caso all’opposizione consiliare? Oppure è della chiesa perché posata sulla facciata del sagrato? No! Occorre ribadire con estrema chiarezza e fermezza: la lapide appartiene al patrimonio storico della comunità fabriziese nella sua interezza. Perché i nomi di quegli eroi in essa scolpiti e caduti durante la Grande guerra non sono proprietà di nessuno in particolare, ma appartengono a Fabrizia e alle rispettive famiglie di provenienza. Per quegli ideali di libertà quei giovani e valorosi eroi hanno immolato fino all’estremo sacrificio la loro giovane vita che non può essere ingannata da iniziative estemporanee e irresponsabili o da espedienti di corto respiro. Averne poi banalizzato la rilevanza storica, sociale e popolare della cerimonia, e semplificato il suo profondo contenuto istituzionale, con un mordi e fuggi da fine settimana alla presenza di pochi intimi, rappresenta una esibizione propagandistica intollerabile da respingere e condannare. La poca importanza che l’amministrazione ha rivolto a questa cerimonia equivale all’incapacità nell’affrontare tutti i problemi reali del nostro paese".

“Ramoscello d’ulivo per Fabrizia”

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