Coltivazioni intensive di cannabis in Aspromonte, i nomi degli indagati

Questa mattina, nelle province di Reggio Calabria, Roma, Latina e a Eisenach (Germania), al termine di una complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e dello Squadrone eliportato Cacciatori “Calabria”, con il contributo dei colleghi del BundesKriminalAmt (Bka) tedesco, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia reggina, nei confronti di:

1. CARA Bruno, nato a Bovalino (RC) il 4.1.1961, residente a San Luca; 2. CARA Giuseppe, nato a Bovalino in data 27.4.1963, residente a San Luca; 3. CARABETTA Michele, nato a Locri (RC) l’1.4.1978, residente a Casignana; 4. CARABETTA Michele, nato a Locri il 20.2.1992, residente a Casignana (rintracciato in Germania); 5. CELAMI Alfredo nato a in Germania l’8.5.1970, residente a Latina; 6. D’AMBROSI Daniele, nato a Roma l’8.6.1982, ivi residente; 7. DE MARTE Giovanni, nato a Palmi (RC) il 22.11.1990, residente a Diano Marina (IM); 8. MASCI Alberto, nato a Roma il 18.12.1990, ivi residente; 9. MEDIATI Saverio, nato a Benestare (RC) il 24.9.1965, residente a Bovalino; 10. PIZZATA Marco, nato a Locri il 30.1.1992, residente a San Luca; 11. ROMAGNOLI Alessandro, nato a Roma il 10.1.1980, ivi residente; 12. TARTAGLIA Massimiliano, nato a Latina il 2.11.1983, ivi residente; 13. VITALE Gianluca Antonio, nato a Locri il 3.6.1978, residente a Siderno (RC); 14. ARDUINI Angelo, nato a Roma il 21.2.1983, ivi residente; 15. ARTUSO Marco Domenico, nato a Seminara (RC) il 7.10.1966, ivi residente; 16. BENEDETTI Federico Maria, nato a Roma il 18.7.1994, ivi residente; 17. CARA Andrea, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 3.7.1994, residente a San Luca; 18. CARA Francesco, nato a Melito di Porto Salvo, il 3.8.1990, residente a San Luca; 19. CARA Gabriele Antonio, nato a Melito di Porto Salvo il 4.6.1996, residente a San Luca; 20. CARA Paolo, nato a Melito di Porto Salvo il 25.5.1989, residente a San Luca; 21. FIASCO Adamo, nato a Latina il 16.8.1973, residente a Sermoneta (LT); 22. MASSIMINO Dante, nato a Siderno il 9.2.1967, ivi residente; 23. MEDIATI Antonino, nato a Melito di Porto Salvo l’11.7.1996, residente a Bovalino; 24. MEDIATI Antonio, nato a Melito di Porto Salvo il 29.11.1991, residente a Bovalino; 25. RAMICCIA Arianna, nata a Latina il 16.8.1992, ivi residente; 26. SMAALI Khalil, detto Claudio, nato in Marocco il 23.2.1990, residente a Roma; 27. VOTTARI Daniele, nato a Magenta (MI) il 30.11.1984, residente a Marcallo Con Casone (MI); 28. MAMMOLITI Francesco, nato a Locri (RC) il 6.11.1992, residente a San Luca (RC); sottoposti alle misure della custodia in carcere (da n. 1 a 13), agli arresti domiciliari (dal n. 14 al 27) e all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (il n. 28), tutti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati d'associazione finalizzata alla produzione e al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio, ricettazione, detenzione e porto illegale di arma da sparo.

L’esecuzione dei provvedimenti cautelari costituisce l’epilogo di un’articolata attività investigativa, condotta dalla Compagnia carabinieri di Bianco con il supporto operativo dello Squadrone eliportato “Cacciatori”, che ha permesso di comprovare l’esistenza e l’operatività di un sodalizio criminale composto da almeno 14 degli odierni arrestati – molti dei quali originari di San Luca e legati da vincoli di parentela – dedito principalmente alla gestione di una filiera produttiva di marijuana, al trasferimento e alla sua commercializzazione nelle piazze di spaccio romane e pontine.

Avviata nel 2016, l’attività “Selfie” - così denominata poiché l’identificazione degli indagati è stata possibile, in origine, attraverso l’analisi delle immagini catturate dalle foto-trappole da loro stessi collocate a presidio delle piantagioni - ha consentito di rinvenire, nel corso del tempo, numerose coltivazioni di cannabis sativa.

L’analisi delle foto-trappole rinvenute nel settembre 2016 all’interno delle prime due piazzole recintate scoperte a Casignana, effettuata anche con il supporto dei carabinieri specializzati del Ra.C.I.S. di Roma, ha permesso di estrapolare – seppur già cancellate dai supporti di registrazione – numerose immagini ritraenti gli indagati intenti a curare la realizzazione e la conduzione delle due piantagioni.

Gli investigatori hanno, quindi, identificato dapprima i complici dei coltivatori, delineato i contorni dell’associazione criminale e definito i ruoli dei singoli all’interno del sodalizio, poi i destinatari dello stupefacente.

Le indagini hanno permesso, inoltre, di delineare i contorni di una stabile rete di spaccio che, affondando le sue radici nella Locride, ha interessato altre regioni d’Italia ed in particolare il Lazio, punto fondamentale di smercio dello stupefacente coltivato in Calabria.

Promotore delle attività illecite, sarebbe stato Michele Carabetta, di 41 anni, ritenuto "elemento di elevata caratura criminale, già condannato in via definitiva ad 8 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso, quale elemento di spicco della cosca “Pelle-Vottari” di San Luca con il compito di introdurre nel territorio italiano armi da guerra, armi clandestine e munizioni".

 Nell’associazione finalizzata al narcotraffico Carabetta, pur sottoposto per tutta la durata delle indagini alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Roma, avrebbe avuto "un ruolo direzionale e di cerniera tra la filiera produttiva e di stoccaggio dello stupefacente in territorio calabrese e quella che si occupava del suo trasferimento ad una platea estesa di acquirenti all’ingrosso in territorio laziale, attraverso due articolazioni dell’organizzazione, una stanziata nella Capitale, assicurata dal D'Aambrosi Daniele e da Romagnoli Alessandro, l’altra sulla piazza di Latina, assicurata da Celani Alfredo, Ramiccia Arianna e Tartaglia Massimiliano".

Carabetta avrebbe potuto contare sulla stretta "collaborazione dei cugini, Carabetta Michele cl. ‘92 e Pizzata Marco cl. ‘92, i quali - oltre ad essersi dedicati materialmente alla coltivazione di marijuana - hanno svolto il ruolo di intermediari dal luogo individuato per la produzione al territorio laziale, preparando e stoccando lo stupefacente in Calabria nei luoghi di deposito e negoziando direttamente con i corrieri".

Complessivamente, dalle indagini è stato possibile: localizzare 8 piazzole adibite alla coltivazione di marijuana, sequestrando contestualmente circa 11 mila piante, dal valore economico di svariati milioni di euro; trarre in arresto in flagranza, tra le province di Roma, Latina, Savona e Bologna, 10 persone, sequestrando contestualmente 30,2 Kg di marijuana; sequestrare 6 fucili da caccia di vario calibro e marca, privi di matricola o con matricola abrasa, 3 dei quali oggetto di furto.

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