Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 983

Il ruggito di Scopelliti su De Luca: “Il solito doppiopesismo di una certa sinistra”

A distanza di un anno c’è ancora l’amarezza per aver dovuto lasciare la guida della Regione. Era un leader, forse non nel momento di massimo splendore, ma le decisioni, politiche e amministrative, più importanti passavano  dalla sua scrivania. Poi la sospensione gli ha impedito di proseguire il suo cammino, di riproporsi come governatore di fronte agli elettori che lo avrebbero giudicato – bene o male – per il suo modo di gestire la cosa pubblica. La sua decisione di dimettersi, praticamente contro il parere di tutti i suoi consiglieri, lo ha di fatto tagliato fuori da ogni corsa, perchè alle europee la sua leadership era compromessa. Ma oggi, dalle colonne del quotidiano nazionale “Libero”, Peppe Scopelliti torna a ruggire, a sottolineare la differenza fra le sue azioni e quelle di chi si appresta a diventare il presidente della Campania. “Il comportamento di Vincenzo De Luca – spiega l’ex sindaco di Reggio - lascia senza parole. Io, in analoga situazione, mi sono dimesso per permettere ai cittadini di scegliere un nuovo governatore. Lui ha fatto l’esatto contrario: si è candidato già sapendo di non poter governare la sua Regione”. Tornano i discorsi sulla morale, sulla differenza di comportamenti in situazioni simili, sul senso di una norma che continua ad essere discussa. “L’inadeguatezza e l’inefficacia della legge Severino – riflette Scopelliti -  sono state più volte prontamente evidenziate dal centrodestra prima ancora che emergessero i profili di incostituzionalità di cui oggi tanto si dibatte, senza, tuttavia, che il governo nazionale prestasse attenzione alle palesi criticità che caratterizzano la norma”. Inevitabile poi per l’ex governatore non pensare alla prima applicazione di questa legge, ovvero al caso Berlusconi. Alla domanda del giornalista Salvatore Dama sui motivi delle sue dimissioni, intervenute poco prima della sospensione, Scopelliti risponde: “Volli dare a questo gesto un doppio significato: consentire ai calabresi di tornare alle urne e di scegliere un’altra guida al di sopra di ogni sospetto e mostrare tutto il mio dissenso, peraltro da molti condiviso, nei confronti di una norma che lede i più elementari principi costituzionali. Ad oggi sono l’unico amministratore in Italia ad essersi dimesso per queste ragioni. La Severino è comunque intervenuta dopo”. Quindi il confronto con chi ha preferito l’opzione che va in un’altra direzione: “De Luca – sostiene Scopelliti - ha assunto una scelta diametralmente opposta alla mia, si è posto cioè al di sopra della legge, quasi fosse legibus solutus. Ed ha avuto gioco facile non incontrando un’opposizione in grado di far emergere le difformità ed il doppiopesismo tipico di certa sinistra”. A lasciare “basito” l’ex n. 1 di palazzo Alemanni è che “De Luca abbia tenuto una simile condotta supportato dalla maggioranza del suo partito, Renzi in primis; con buona pace di codici etici e morali, liste di proscrizione, principi di legalità e trasparenza, rispetto delle sentenze, battaglie da sempre appannaggio esclusivo della retorica del centrosinistra”. La supposizione-constatazione sulla diversità della tempistica dei provvedimenti emerge nel passaggio in cui Scopelliti ricorda che “il decreto che dichiarava la mia sospensione è stato predisposto dopo soltanto 24 ore dalla pronuncia della sentenza e firmato da Renzi in appena 20 giorni. Mai vorrei che la particolare e imbarazzante situazione in cui si è cacciato il Partito Democratico fosse oggi il pretesto per riesumare il dibattito sulla legge Severino, fino ad ora volutamente evitato, anzi osteggiato”. E ancora: “il Partito democratico ha sempre denunciato e combattuto leggi ad personam e auspico che continui a farlo. L’esigenza di porre rimedio ai danni generati dalla Severino è ormai ampiamente riconosciuta e l’urgenza di intervenire deve nascere, più che dalle posizioni soggettive, dalla necessità di tutelare i territori e le comunità. La mia opinione – conclude l’ex capo dell’esecutivo regionale - è che sarebbe stato molto più dignitoso per tutti se gli insigni ‘statisti’ che oggi popolano il nostro Parlamento ci avessero pensato in tempi non sospetti...”.

Leave a comment

Make sure you enter all the required information, indicated by an asterisk (*). HTML code is not allowed.