Operazione Green Day, smantellata organizzazione dedita alla produzione di droga

I carabinieri del Ros, del Gruppo di Locri e dello Squadrone eliportato Cacciatori di Calabria, hanno dato esecuzione a otto misure cautelari, di cui quattro in carcere, nei confronti di Luca Benci, di 33 anni, Giorgio Violi (43), Salvatore Sainato (62), Vincenzo Sainato (38), e quattro obblighi di dimora nel comune di residenza nei confronti di  Cosimo Ursino (34), Vincenzo Lombardo (33), Domenico Jentile (48) e Massimiliano De Masi (46), tutti residenti nel comprensorio di Gioiosa Jonica.

Il provvedimento, emesso dal gip di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, giunge al termine di una complessa indagine condotta dai militari dell’Arma, che ha permesso di disarticolare un’organizzazione dedita alla coltivazione di piantagioni di stupefacenti ed al relativo traffico.

I reati contestati a vario titolo da parte degli inquirenti riguardano l'associazione di stampo mafioso, l'associazione finalizzata al traffico illecito di sostanza stupefacente e l'estorsione aggravata dall’essere stato commessa da persone appartenenti ad associazione mafiosa.

In base alle attività condotte, gli uomini dell'Arma hanno accertato che i destinatari delle misure sarebbero contigui alla cosca Ursino di Gioiosa Jonica.

A dimostrazione della capacità operativa della consorteria, i militari dell’Arma hanno sequestrato in numerose perquisizioni oltre 5 mila piante di marijuana, circa due quintali di stupefacente e migliaia di semi pronti per essere interrati.

Infine, dalle risultanze delle indagini sarebbe emerso che uno degli indagati, figlio del capocosca, avrebbe perpetrato un’estorsione aggravata con le modalità di tipo mafioso nei confronti dei gestori di alcuni impianti di intrattenimento giunti a Gioiosa Jonica in occasione della festa patronale di san Rocco, imponendo la consegna sia di denaro per lo stazionamento delle giostre, sia di numerosi biglietti per l’importo di diverse migliaia di euro.

Gli arrestati sono stati tradotti presso la casa circondariale di Reggio Calabria.

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