Omicidio Belsito: giustiziato per una relazione extraconiugale all’interno del clan

La Procura distrettuale antimafia di Catanzaro ha fatto luce sull’efferato omicidio del 34enne Domenico Belsito, consumato a Pizzo (Vv), nel 2004.

Al termine delle indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Vibo Valentia, il gip del Tribunale di Catanzaro, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 persone, ritenute, a vario titolo, responsabili in concorso del reato di omicidio.

Pertanto, gli uomini del Nucleo investigativo, questa mattina, hanno dato esecuzione al provvedimento nei confronti di Domenico Bonavota, 42  anni (catturato la scorsa estate in un covo a Sant’Onofrio, dopo quasi due anni di latitanza), Nicola Bonavota (45), Onofrio Barbieri (41), Francesco Salvatore Fortuna (41), Salvatore Mantella (47), mentre risulta latitante il 47enne Pasquale Bonavota, già colpito da altri provvedimenti ristrettivi.

L’agguato a  Belsito venne consumato la sera del 18 marzo 2004 nei pressi di un bar, a Pizzo.

Una volta compiuta l’azione criminale, i sicari si diedero alla fuga a bordo di un’autovettura, risultata rubata e rinvenuta, ancora in fiamme, a pochi chilometri di distanza, nei pressi di una masseria.

Dopo alcuni giorni d'agonia, Belsito morì il successivo 1 aprile all’ospedale di Vibo Valentia.

Secondo la ricostruzione  fatta dagli investigatori, la sentenza di morte sarebbe stata eseguita perché Belsito, benché appartenente alla locale di Sant’Onofrio e già sposato, avrebbe intrattenuto una relazione extraconiugale con la sorella di un altro affiliato.

Il laborioso lavoro investigativo, condotto dalla Direzione distrettuale antimafia, ha permesso d’individuare, nonostante il tempo trascorso dall’evento, nei vertici della locale di Sant’Onofrio i presunti  mandanti e negli elementi dell’emergente gruppo criminale di Andrea Mantella (oggi collaboratore di giustizia) i presunti esecutori materiali del brutale omicidio, che sarebbe maturato nell’ambito di logiche di scambio, finalizzate a sancire l’alleanza tra i due sodalizi 'ndranghetisti.

La spedizione di morte, infatti, era stata eseguito, a pochi giorni di distanza, dal raid punitivo compiuto da killer della locale di Sant’Onofrio presso l’abitazione di Antonio Franzé, 66 anni, rimasto ferito alla spalla destra da colpi d'arma da fuoco perché ritento reo di aver mancato di rispetto a Mantella per averne sminuito la reputazione.

Del tentato omicidio, secondo il provvedimento odierno, dovranno rispondere Mantella, Fortuna e Domenico Bonavota.

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