Calabria: ultima anche l'università

 Il Sole 24 ore colloca in fondo ai 61 statali d’Italia gli atenei calabresi. Si può discutere sui criteri, si può magari gridare al complotto contro il Sud, ma non è un bel segnale. Io non entro nei particolari, leggo e basta. Del resto, non m’intendo di medicina, ingegneria, architettura, agraria, perciò non posso esprimere un giudizio sulle facoltà calabresi a ciò deputate. Di lettere e storia però un pochino ne mastico, e un criterio ce l’ho pure io: mi chiedo, dunque, cosa abbia mai fatto l’UNICAL per la storia e la cultura letteraria in Calabria. Nel 1999, centenario della Santa Fede, UNICAL, silenzio tombale. Nel 2001 correva il centenario della morte del granconte Ruggero: UNICAL, silenzio tombale. Nello stesso anno, di s. Nilo da Rossano, un secolo prima: UNICAL, silenzio tombale. Nel 2006, insurrezione della Calabria contro i Francesi, UNICAL, silenzio tombale. Nel 2007, il botto, la morte di s. Francesco di Paola: UNICAL, silenzio tombale. Nel 2001 Pietro De Leo fece molto per s. Bruno, ma si avvertì assai di più l’artiglio del Vaticano che la zampetta della Calabria. Ognuna di queste occasioni doveva servire a creare cultura attraverso studi, tesi di laurea, dibattiti… Niente, silenzio tombale. Sì, abbiamo commemorato con densi convegni la battaglia di Maida e quella di Mileto: abbiamo, ma senza nemmeno l’ombra dell’UNICAL. E questo per la storia. Per la letteratura, niente di nulla. Parlo di ciò che so. Ma non è che su qualche altro argomento si sia mai sentita alcuna voce delle Università: statistiche serie, proposte produttive ed economiche… niente. Il problema non è, dunque, se il tale o talaltro professore svolgono o meno il corso: Cicerone, che se ne intendeva, scrive che tutti sono abbastanza eloquenti in ciò che sanno! Il problema è cosa insegnare, e se ciò che s’insegna è utile non al fine di conseguire una laurea, ma di fornire agli studenti formazione adeguata al 2015. Infine, tutti pesci in barile su qualsiasi argomento che non sia strettamente professionale. Mai una critica, una provocazione, un suggerimento… Nel Medioevo prima di iniziare una guerra aspettavano di apprendere cosa ne pensassero Bologna o la Sorbona. Noi in Calabria non sentiamo nominare le nostre università manco per gli auguri di Natale.

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